Esiste il rischio di una patrimoniale in Italia?

Esiste il rischio di una patrimoniale in Italia?

Le conseguenze della pandemia da Covid19 hanno compromesso la già precaria ed instabile situazione economica italiana, portando il nostro Paese ad avere un debito pubblico che ha raggiunto livelli da record, che superano il 150% del Pil, e che pesa notevolmente sulla ripresa.

Tra le molteplici possibili soluzioni individuate per rientrare del debito in modo abbastanza veloce vi è anche la possibilità di applicare una patrimoniale mediante un prelievo forzoso, anche senza preavviso, sui conti correnti degli italiani.

La ricchezza degli italiani infatti vale molto: ben 1.700 miliardi di euro in Italia giacciono fermi sui conti correnti, inutilizzati.

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A ciò si somma il fatto che mentre le imposte sui redditi delle persone fisiche e sugli utili delle società sono tra le più alte in Europa, le imposte di successione e donazione sono tra le più basse in assoluto: un’aliquota del 4% contro una media OCSE del 15%; l’Italia sembra un paradiso fiscale.

Queste sono le due argomentazioni principali che fanno nascere un concreto rischio di applicazione della patrimoniale, soprattutto considerando che non sarebbe la prima volta che questa strada viene intrapresa dall’Italia. Si ricorderà infatti quando il 10 luglio 1992 D’Amato annunciò l’applicazione di una tassa patrimoniale dello 0,6% sui saldi dei conti correnti.

A fronte di un’aliquota dello 0,6% del 1992, ad oggi le proposte di aliquota sono però ben superiori! Il governo tedesco suggerisce all’Italia una patrimoniale al 14% per rientrare velocemente nei parametri di Maastrich! E non dimentichiamo l’incognita Europa, sempre pronta a chiedere sacrifici quando si parla di denaro.

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Di sicuro il tema della patrimoniale ad oggi è molto sentito e vissuto con non poca ansia da parte di molti risparmiatori, ma non dimentichiamo che è comunque possibile mettere in sicurezza i propri risparmi!

Precisando che suddividere i risparmi su più banche o su più conti correnti non farà sfuggire la ricchezza italiana dallo spettro della patrimoniale, la mossa migliore è affidarsi ad un buon consulente finanziario, capace di ascoltare ed interpretare i bisogni, le esigenze e le paure del cliente e di delineare una pianificazione finanziaria ad hoc per lo stesso ed entrare gradualmente sui mercati finanziari con strumenti di Valore e un’asset allocation adatta all’emotività del cliente.

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Approcciarsi ai mercati finanziari è l’unico modo per attenuare l’effetto di un’imposta patrimoniale ed esistono molti strumenti alternativi alla giacenza su conto corrente, si tratta solamente di individuare quale strumento si adatta meglio alle esigenze del cliente.

Spostare i risparmi dal conto corrente ai mercati finanziari non solo è utile per superare il problema di un’eventuale patrimoniale, ma anche per superare gli effetti dell’inflazione, ovvero della perdita di valore del proprio denaro, oltre che per superare i cd costi fissi dei conti correnti, che anche qualora avessero un canone pari a zero sono sottoposti alle imposte di bollo statali se la giacenza media supera i 5.000€.

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