Essere Donna è.... praticare l’invisibile e l’incanto.

Essere Donna è.... praticare l’invisibile e l’incanto.

«Molto tempo dopo, Edipo, vecchio e cieco, camminava lungo la strada. Avvertì un odore familiare. Era la Sfinge. Edipo disse: “Voglio farti una domanda. Perché non ho riconosciuto mia madre?”. “Hai dato la risposta sbagliata”, disse la Sfinge. “Ma questo era ciò che ha reso tutto possibile”, rispose Edipo. “No”, disse. “Quando ti chiesi: “Cosa cammina a quattro zampe al mattino? due a mezzogiorno e tre la sera, tu hai risposto, L’uomo. Non hai detto niente sulla donna”. “Quando dici Uomo”, disse Edipo, “includi anche le donne. Lo sanno tutti”. La Sfinge rispose: “Questo è quello che tu pensi”» (”Mito”, Muriel Rukeyser).

Da secoli e per secoli, ed ancora oggi, le donne (dalla casalinga alla pensionata, dalla professionista alla titolare di una importante carica) fanno fatica ad ottenere il riconoscimento che è a loro dovuto. Non troviamo traccia di loro nei libri di scuola che propongono una educazione didattica di genere, maschile. 

Si studia e non si sa che la signora Mileva Maric, moglie di Einstein è stata collega di ricerca di Albert verso la teoria della relatività. Dalle lettere della coppia si evince che la teoria è opera di Mileva che se ne sta zitta a curare i figli mentre Einstein girava per le Accademie scientifiche a ricevere gli onori. Ma Mileva era una donna che si fidava e scriveva: io e te siamo ein stein, una sola pietra, giocando con il cognome.

Anche Ida Pfeiffer non ha ottenuto il riconoscimento del plagio subito da Jules Verne con il suo Il Giro del Mondo in 80 giorni, libro che è stato oggetto di lettura di tutti i ragazzini, indicato fra i romanzi di accrescimento. Oggi troveremmo la povera Ida in un tribunale perché è lapalissiano quanto il libro di Verne sia copiato senza ritegno da Il viaggio intorno al mondo di una donna. Ed è strabiliante come i critici abbiano descritto e descrivano la straordinaria capacità immaginativa dello scrittore che dalla sua casa non si era mai mosso, al contrario della Pfeiffer che viaggiò il mondo in lungo ed in largo.

Non si studia Computa Donzella la prima poetessa italiana i cui soli tre sonetti a noi rimasti sono stati tenuti segreti nella Biblioteca Vaticana. Potremmo parlare dei dipinti trovati nelle grotte preistoriche per i quali oggi ha sempre più valore che siano stati dipinti dalle donne delle origini. Questo dimostra che l’invisibilità delle donne è stata, nei secoli, una sorta di strategia legata al potere maschile.

Oggi che, 11 ottobre, viviamo la Giornata Internazionale delle bambine e ragazzine ricordiamoci che nel secolare percorso della vicenda umana non c'è dubbio che quella della donna sia una storia a sé; narrata sottovoce, praticata invisibilmente per l'incanto.

Ricordiamolo alle nostra bambine, alle nostre ragazze di essere loro stesse megafono del loro sapere, manifestazione del loro essere.

Ricordiamo soprattutto loro, di interrompere quell'esercizio che più volte accade: fingersi stupide per far sentire intelligente il proprio uomo.


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