Europee finite, dubbi rimasti
Come ripetuto da molti in queste settimane – me compreso, qui un mese fa – queste elezioni non hanno visto sfondare il fronte sovranista europeo.
Al di là dei proclami di alcuni politici, in Europa cambierà poco, perché la Lega in Europa non conta molto.
Queste elezioni erano europee, anche se quasi nessun partito italiano ha parlato di questioni comunitarie. Basti notare che il massimo si è raggiunto con la famosa frase di Matteo Salvini: “Nessuno ci chiederà i miliardi per l’IVA perché vinciamo!”, dimostrando notevoli competenze in politica economica. Soprattutto, dimostrando di non conoscere i suoi alleati sovranisti in Europa: nessuno di loro vuole concedere qualcosa all’Italia sulle questioni economiche, oltre a non aiutarci con i migranti. Ignoranza in buona fede o presa in giro degli elettori?
Permangono comunque i seguenti dubbi:
- la sinistra capirà che deve stare dalla parte di tutta la società, ultimi compresi? Perché se neofascisti, populisti e Lega si rendono presenti nelle periferie e nei piccoli Comuni d’Italia, il problema non è solo dei cittadini che abitano lì e si fanno illudere. Il problema enorme è che una gran parte della classe dirigente della sinistra è distaccata dalla vita reale. La sinistra dovrebbe stare con le persone, battendosi per le persone. E con persone non si possono intendere solo i ricchi e gli intellettuali dei centri città milanesi, torinesi, romani. Lega e 5Stelle prendono voti nelle zone più disagiate, povere, ignoranti, provinciali del Paese: una volta le stesse zone erano in mano alla sinistra, e ora?
- i verdi inizieranno a essere presi sul serio anche in Italia? O questo Paese rimarrà nella propria bolla, dimenticandosi che senza risorse non ci può essere futuro?
- come si trovano i soldi per l’IVA?
- ora che migranti e rifugiati hanno meno diritti, la vostra vita è migliorata?
- ora che le Europee sono finite, ne sapete davvero qualcosa di più sull’Unione Europea? Sapete perché il Parlamento Europeo è così importante?
- si inizierà a regolarizzare e, soprattutto, responsabilizzare l’attività di politici e partiti sui social network?
Non ho la risposta a tutti questi dubbi, tuttavia riscalda il cuore vedere che i sovranisti sono stati fermati. Attenzione, però: i sovranisti non hanno torto al 100%. I sovranisti esprimono disagi e paure presenti sul territorio. Sono sintomi, non solo cause. Il problema è che, spesso e volentieri, questi sovranisti fomentano una guerra fra poveri e poverissimi delle nostre società, illudendo gli elettori, istigando odio e rabbia fra le persone abbandonate invece che fornire risposte, aizzando le folle contro migranti, rom, stranieri, musulmani, omosessuali e donne, pur di fornire un nemico a chi è stato ripetutamente tradito e preso in giro dai partiti tradizionali.
Ecco, a questi sovranisti la maggioranza degli elettori europei ha detto “no” in queste elezioni. Adesso, ai politici il gravoso compito di continuare e di far tornare la politica in mezzo ai cittadini. Ai cittadini, invece, il gravoso compito di comprendere che, in una democrazia, tutti abbiamo sulle spalle la responsabilità di ricercare, costruire e coltivare il bene comune. Perché, parafrasando Gandalf, sono le piccole cose a fare la differenza. E tutti possono fare piccole cose.