Facebook, specchio dei tempi
Pawel Kuczynski

Facebook, specchio dei tempi

Nel 2015 ho scritto una recensione su un film brutto. Si diffuse rapidamente e poi Facebook l'ha cancellata. Per "nudità". Anche se c'era solo il petto e gli addominali di un uomo. Tra l'altro belloccio, direi.

Qualche mese più tardi ho raccontato di un episodio di razzismo, attaccando in maniera ironicamente esplicita gli idioti che inneggiano ai campi di sterminio. Un'altra volta, contenuto cancellato.

Ieri Matteo G.P. Flora tocca il tema dell'omofobia, con bizzarri dettagli su quanto accaduto in un aeroporto italiano. Aggiornamento cancellato, lui addirittura bloccato per 72 ore. [Oggi tra l'altro è stato riattivato e hanno anche reintrodotto il post... ma a me no, nonostante ripetute mail. Vabbè]

Ora, capiamoci.

Non è Facebook.

Facebook è e rimane sempre uno strumento. Come fosse un martello, una moka o una cintura fallica, per dire. E come ogni strumento dipende dalla persona che lo utilizza. In fin dei conti anche martello, moka o cintura fallica possono diventare armi e uccidere.

Allo stesso modo, Facebook può essere utilizzato per "eliminare" contenuti, divertenti o profondi che siano. Basta il giusto agglomerato umano di deficienti - nel senso che deficiano, non so di cosa, ma "mancano" - e il gioco è fatto: la piattaforma raccoglie le segnalazioni, l'algoritmo elabora, l'elemento umano è davvero minimo.

Insomma, Facebook è un social network come tanti altri. Uno strumento, appunto. Non è che sia più stupido di Twitter o Instagram. Non può possedere tali concetti, non è un'entità più o meno astratta. Come sempre sono le persone a guidare, che sia un branco a caccia o il solito Capitan Ovvio che tenta di spiegare la banalità, che siano idioti, benpensanti, amanti di film brutti, razzisti oppure omofobi.

Ma ancora peggio: è il vicino di casa che sembra sempre sorridente e invece si inchiappetta dei Minipony quando nessuno lo vede. Quelli che hanno votato Berlusconi nel '94 e poi sono 22 anni che dicono "Ah, io no, mai". È la collega di lavoro che legge tre righe e non finisce una mail, pensando di aver capito tutto.

Facebook sei anche te.

Facebook sono io.

Facebook è ciò che fondamentalmente ci meritiamo, è strumento e specchio dei tempi.

Esiste un modo allora per "cambiarlo"? Nella realtà dei fatti: no. O almeno, Mark Zuckerberg e compagnia bella possono migliorare i controlli, certo, ma è pur sempre una "macchina" di una certa entità. E quindi?

E quindi l'unica cosa da fare è utilizzare lo strumento usando la testa. Un'incredibile banalità, insomma. Ma sono convinto che se tutti cominciassimo a comportarci online come se di fronte avessimo davvero una persona in carne e ossa, be', forse ci sarebbero meno "leoni da tastiera", meno sconfitte dell'intelligenza umana, forse addirittura meno gattini. No, vabbè, i gattini esisterebbero lo stesso, che sciocco.

Però uno sforzo si può fare, credo. Prima di aprire la bocca, pensiamo. E prima di usare le mani su una tastiera o su uno schermo touch... pensiamo ancora di più. Forse un giorno smetteremo di sentire "Facebook fa schifo". Perché quel giorno faremo meno schifo noi stessi o chi ci circonda.

O magari tutte queste sono riflessioni assurde e allora non cambierà nulla. Allora ci meritiamo davvero tutto.

Gloria Vanni

Journalist, Blogger, Traveller, Host at Casa Bonita Menorca

8 anni

Non sono riflessioni assurde Matteo, sono considerazioni attuali e corrette anche per me: Facebook è uno strumento, a noi la libertà di usarlo. Per quanto mi riguarda, lo uso per condividere e promuovere qualsiasi azione che renda migliore questo mondo, oggi e domani.

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