Fatturazione elettronica: se pensi che io ti stia gufando, non hai capito nulla
La Fatturazione Elettronica e il cerchio rosso attorno alla data dell’1 gennaio 2019:
se pensi che io ti stia gufando, per spingerti a venire da me a fare il dannato XML, stai sbagliando di grosso…e ora ti spiego perché
Ciao,
Ultimamente capita che imprenditori e manager, quando impattano sui nostri materiali per la prima volta, mi dicano:
“ingegnere, però cosi non vale. Lei si diverte a terrorizzarci, a metterci ansia, cavalcando queste scadenze sulla digitalizzazione.
Lei ci sguazza, perché vuole capitalizzare il momento.
E, nel farlo, ci gufa”.
Apparentemente può sembrare una cosa molto offensiva da sentirsi dire e – chissà – magari sarà capitato anche a te di pensarlo inizialmente.
Del resto, navigando su facebook nel tempo libero, ti sarà successo decine di volte di imbatterti in annunci (le cosiddette sponsorizzate) di altre aziende, di commercialisti, di software house che dicono: “fai la fattura elettronica con me, altrimenti muori”.
Sono le regole del mercato, no?
Eppure sono, ad esempio, l’unico che sottolinea quanto sia giusto che esista un servizio di conservazione gratuito di Agenzia delle Entrate.
Così, per dire.
Allora, forse, ciò che dovresti cogliere è un altro tipo di messaggio.
Che cerco in tutti i modi di recapitarti, perché tu possa finalmente fare luce sulla questione, tra i mille depistaggi e il caos che trovi quando cerchi di approfondire l’argomento con Google, o col commercialista.
Per una corretta Fatturazione Elettronica, meglio digitalizzare i processi o pensare solo all’XML? Ecco perché può esserci soltanto una poltrona per due
Nel famoso film di John Landis dell’83, i protagonisti interpretati da Dan Aykroyd e Eddie Murphy, fanno fuori – finanziariamente – i fratelli Duke nella celebre scena finale, ambientata in una sessione di borsa al World Trade Center.
I Duke sono pronti ad una forte azione speculativa, basata sulla loro convinzione di avere tra le mani – in via esclusiva, ed illegale – le stime sulla raccolta delle arance di quell’anno.
Non sanno che il vero rapporto è nelle mani di Winthorpe e Valentine.
Che speculeranno, a loro volta, sulle informazioni in loro possesso per mandare i Duke all’ospizio dei poveri.
Incassando, al tempo stesso, intere valige piene di denaro.
Da qui a fine anno, tutte le imprese italiane dovranno emettere fattura elettronica.
La domanda è destinata a salire alle stelle.
E tutti coloro che sono capaci di erogare questo servizio per te, cercano di attirare la tua attenzione, in tutti i modi possibili, usando i “trucchi persuasivi” più sporchi e aggressivi a loro disposizione.
Per questo io non mi offendo, quando – soprattutto chi mi conosce poco – accosta la mia figura a questo genere di speculatori.
Ancora non sanno che per me è diverso.
Si, perché – vedi – io ho iniziato a digitalizzare le imprese italiane quando ancora tutte queste scadenze, obblighi e adempimenti non c’erano.
Ho da parlare per mesi interi sugli effetti positivi che una corretta digitalizzazione può avere sul processo della Fattura Elettronica.
E sui disastri cui rischi di andare incontro, inseguendo solo il “piccolo XML”.
Non ho bisogno di falsificare rapporti e stime, per raccontare agli imprenditori come andrà a finire, se continuano a pensare che la Fattura Elettronica sia una legge da aggirare con un software.
Nei 10 anni precedenti, ho digitalizzato qualcosa come 20.000 aziende, insieme al mio team ho fatto incetta di premi innovazione a tutte le latitudini nazionali e mi sono imposto come “opinion leader” sulla dematerializzazione a norma.
A differenza di tanti altri, che sono usciti fuori dai tombini giusto in tempo per sbatterti in faccia le scadenze cui devi fare fronte, io sono qui ormai da 10 anni.
A consigliarti, orientarti, supportarti.
Sono l’unico conservatore accreditato che produce, ogni mese, montagne di contributi gratuiti sulla digitalizzazione.
Questo 2018, per me, poteva essere un anno di pura raccolta, se avessi coltivato – dentro di me – una mentalità realmente speculativa.
Con scadenze cosi angoscianti – come il gdpr e la stessa fatturazione elettronica – mi sarebbe bastato sedermi nel mio principesco ufficio, nel centro della mia splendida città, mettermi accanto al telefono e di fronte alla mia e-mail, facendoti passare all’incasso.
Invece, in questa prima metà dell’anno, ho investito il 59% del mio tempo in attivita prive di ritorno economico, tra interviste, convegni, pubblicazioni e la stesura del mio ultimo libro da oltre 600 pagine.
Il 44,7% di queste attivita é in perdita secca.
Ma chi ancora non mi conosce, e mi giudica solo da un articolo, o da una “sponsorizzata” su facebook, semplicemente non può saperlo.
Non può sapere che, se ti dico di partecipare ad uno dei miei corsi itineranti sulla fatturazione elettronica, non é per i 79 euro, che a malapena mi bastano per accoglierti in un’aula comoda e pulita, per offrirti un paio di coffee break e un pranzo.
E non é nemmeno perché, durante il corso, io ti faccia il lavaggio del cervello per farti comprare i miei servizi sulla fatturazione elettronica.
Il motivo per cui non sento il bisogno di comportarmi così, é che conosco il tessuto imprenditoriale italiano.
Di cui faccio parte anch’ io, quindi a maggior ragione, parlo con cognizione di causa, perché ti capisco.
So come ti senti, quando sei davanti a un cambiamento obbligato.
A noi imprenditori italiani, i cambiamenti non piacciono.
La nostra “scuola” – e non mi sto riferendo alle business school universitarie, o ai nostri nonni, padri e genitori – si é sempre basata sul “conservazionismo”, sul mantenimento del controllo totale delle strategie e delle scelte di investimento, in contrapposizione a qualunque forma di speculazione.
I nostri mentori, gli imprenditori da cui abbiamo imparato a fare impresa, prima di creare le nostre aziende, facevano così.
Per questo siamo allergici al cambiamento.
Hai sempre quella sensazione di dover diffidare di chi ti indica –apparentemente – la via più complessa, quando c’è in gioco un cambiamento epocale e hai sempre il terrore di fare la fine del cucciolo di leone marino
Sulle coste meridionali dell’Argentina, le orche usano una tecnica tanto geniale quanto crudele per sfamarsi, predando teneri e ingenui cuccioli di leone marino.
Questi pacioccosi e succulenti ammassi di grasso, dal musetto simpatico e innocente, sono soliti non avventurarsi troppo al largo.
Se l’orca ha fame, e vuole nutrirsi di questi tenerissimi mammiferi, deve andare a prenderseli sul bagnasciuga.
Un’impresa non troppo semplice per un essere di 10 metri che pesa 10 tonnellate.
Sfruttando le onde dell’oceano, le orche si nascondono all’interno dell’onda che si infrange sulla riva.
In questo modo, ne sfruttano la spinta per avvicinarsi alla costa.
Contemporaneamente, tengono la loro enorme mole nascosta alla vista dei piccoli leoni, intenti a fare le prime nuotate vicino alla spiaggia, sotto agli occhi vigili della mamma.
Quando arriva l’onda, loro non sanno che dentro vi si nasconde un predatore.
In quel momento, sembra solo un’onda come un’altra.
Il cucciolotto di Leone Marino si accorge troppo tardi che c’èra qualcosa che non andava dentro quell’onda
Così, improvvisamente, il leoncino si trova faccia a faccia con un’ombra nera gigantesca che lo afferra, trascinandolo in alto mare dove….beh puoi immaginare cosa succede.
Spesso, anche dentro all’onda del cambiamento si nasconde un predatore, uno speculatore disonesto, pronto ad approfittarsi di una nostra debolezza, per fregarci e fare a pezzi il nostro sogno imprenditoriale.
Per questo, io e te – da imprenditori quali siamo – abbiamo sempre pensato di dover capire meglio, di dover sviscerare, smontare e banalizzare ogni onda di cambiamento.
Specie se obbligata.
E’ la nostra barriera naturale contro i cialtroni, gli approfittatori ed i millantatori che spuntano come funghi, in un momento come questo.
Dove, una legge scritta da una persona imparruccata, seduta a migliaia di kilometri da te, ti impone di mettere mano ad un processo così delicato come la fatturazione.
Ma, vedi, io 10 anni fa non ho solo avviato un’impresa.
Ho iniziato una missione.
Aiutare le imprese italiane a digitalizzarsi in modo sano e proficuo.
Non avrei il giusto rispetto verso di me – e verso di te – se non ti spronassi ad agire in un momento storico come questo.
Perché so perfettamente che, se non sarò abbastanza bravo da convincerti che la fattura elettronica non é il maledetto file xml, tu all’ultimo minuto ti butterai tra le braccia di qualche speculatore.
Quello che ti avrà dato il software al minor prezzo, quello che ti prometterà di rispettare gli adempimenti senza troppi fronzoli, quello che ti convincerà a credere che “quel Savino la fa troppo complicata”.
Il rischio irreversibile cui vai incontro, se non investi una manciata di ore del tuo tempo per capire tutti i risvolti della Fattura Elettronica, che potrebbero regalarti un pessimo rientro in ufficio dopo il prossimo capodanno, se non ponderi tutti i possibili effetti collaterali di una mancata digitalizzazione del tuo processo
Poi, al 2 di Gennaio, la tua amministrativa ti dirà che lavorare così è uno schifo e che vuole tornare a lavorare con le stampe e i faldoni di carta.
E starà a te spiegare che non si può fare, perché hai scelto di concentrare tutta la tua attenzione – e i tuoi investimenti (grandi o piccoli che siano) – sul file XML.
E l’ XML non si può stampare!
In quel momento, ti accorgerai che non puoi né tornare alla carta, né avanzare verso una digitalizzazione strutturata.
E, se così dovesse andare, quello sarà il mio fallimento, non il tuo.
Sarà la mia missione fallita, non la tua.
Per questo sono, talvolta, così aggressivo e pressante.
Devo fare di tutto per metterti nelle condizioni migliori per non sbagliare.
Ma, siccome sono anche un imprenditore prudente e diffidente come te, sono anche quello che sa come ti senti.
Conosce gli stati d’animo che ti attraversano, quando senti un uno sconosciuto dire a tutti gli imprenditori, a capo di aziende più o meno strutturate, che la Fatturazione Elettronica è un processo.
Ma per convincerti a concedermi un attimo della tua attenzione, al contrario dello speculatore, io sono disposto a prendermi tutti i rischi al posto tuo.
Sempre.
Perché so cosa ho da dirti e conosco le prove che ho a sostegno delle tracce che voglio passarti, per accompagnarti al meglio verso la fattura elettronica.
- Hai paura di venire al mio corso sulla fatturazione e di uscire dall’aula senza nulla per le mani?
Se mai dovesse succedere, io ti restituisco i soldi.
- Hai paura di partecipare ad un evento simile ad altri che hai già visto?
Tu vieni e – se cosi fosse – ti restituirò i soldi.
- Hai già speso tonnellate di ore del tuo tempo, per informarti a proposito della Fatturazione Elettronica B2B, tra ricerche su Google e riunioni con i commercialisti e chissà chi altro?
Vieni, e se non scoprirai nulla di nuovo, io ti restituisco i soldi.
So già per certo che non accadrà nulla di tutto questo, abbiamo una richiesta di rimborsi sulle prime tappe pari allo 0% e testimonianze di imprenditori che ti consigliano di partecipare ad una tappa.
Il corso si svolge in un ambiente di contaminazione ,di attivita’ e di idee.Il clima e’ stato di condivisione e confronto anche con non professionisti. Mi sono trovato bene.
Salvatore Gizzi – Tappa di Roma del 22 Giugno
Ma io voglio comunque dirti che se uscirai schifato dalla mia aula, ti ridarò indietro i soldi.
Se fossi uno speculatore, uno che gioca sulle tue scadenze e sui tuoi problemi per lucrarci sopra, agirei in questo modo?
Se ti ostini a prendere tempo, a vedere che succede, a voler credere che – anche all’ultimo momento – questo accidenti di xml lo tirerai fuori, allora ti appresti a prendere un bivio nel quale non ti posso più seguire
Un sentiero che ti porta lontano dalla digitalizzazione del tuo processo e della tua azienda.
Ti avviso già.
Tornare indietro – o andare avanti – dopo, sarà molto più difficile, rispetto alla possibilità – unica – che hai adesso di aderire alla Fattura Elettronica, partendo dal processo.
Prendi posto ad una delle mie prossime tappe del tour e vieni a constatare di persona la differenza tra me ed uno speculatore.
Anzi, ti invito a speculare tu su di me.
Iscriviti, e se mai tutto questo dovesse rivelarsi un bluff, ti restituirò al volo ogni centesimo speso.
Prendi subito una poltrona per le prossime tappe acquistando il tuo biglietto su:
www.ildematerializzatoretour.com
Che il digitale sia con te