Finalmente un giro di vite contro le occupazioni abusive ("arbitrarie") di immobili.

E' insopportabile il tono di alcune reazioni alla nuova circolare del Ministero dell'Interno sugli sgomberi degli immobili occupati abusivamente - o "arbitrariamente", come dice il codice penale - emanata in data 1 settembre 2018. Era ora che lo Stato si facesse carico anche dei diritti dei proprietari! Molti che criticano non sanno di cosa parlano: a Roma, ma non solo là, ci sono numerosi immobili di privati cittadini e imprese che da anni sono ostaggio degli occupanti abusivi senza che lo Stato abbia mosso un dito per difendere i loro diritti, in nome della "pace sociale". La (presunta) difesa delle fragilità è stata usata come un alibi per far pagare ai privati l'incapacità delle istituzioni di far fronte alla cosiddetta emergenza casa, come se lasciare migliaia di persone dentro edifici talvolta pericolanti o adibiti ad uffici, quindi senza le infrastrutture minime essenziali per viverci dentro, fosse un gesto di giustizia. Tanto poi a farne le spese erano e sono tuttora gli sventurati che quegli immobili avevano comprato, magari poi investendoci, che in certi casi sono addirittura andati in fallimento. Solo dopo che i Giudici civili hanno iniziato a dire che questo era un illecito e che quindi lo Stato doveva risarcire i privati per il suo comportamento, finalmente qualcosa si è mosso.

Chi critica Salvini lo sa che a Roma ci sono immobili occupati da 5, 8 addirittura 10 anni e che su molti di essi ci sono decreti di sequestro penale emanati dal Tribunale (perché occupare in massa per fortuna è ancora un reato) e mai eseguiti da altrettanti anni? Quello che è successo finora si chiama negazione dello stato di diritto, perché si sono tutelati solo i diritti di alcuni a totale discapito di quelli di altri.

Ho assistito professionalmente proprietari di immobili occupati e ottenuto alcuni maxi-sgomberi, tra cui quello famigerato di via Curtatone dell'anno scorso (dove gli incidenti sono capitati non certo per colpa della Polizia, peraltro): la sensazione incredibile che ho provato più volte in questi anni, quando andavo a sollecitare, chiedere, fare atti per ottenere la liberazione, era quella di un mondo rovesciato, dove per l'Amministrazione il problema non erano gli occupanti, ma i proprietari (cioè le vittime di un reato) che cercavano di tutelare un proprio diritto, riconosciuto dalla Costituzione, e per questo diventavano un problema, perché era molto più comodo lasciare tutto così.

E la cosa che fa più arrabbiare è che non sarebbe poi così difficile contrastare il fenomeno, perché basterebbe colpire duramente i vari collettivi, movimenti e organizzazioni varie che spesso sfruttano le persone disagiate per fini politici o addirittura (lo hanno accertato alcune sentenze) per arricchirsi, facendosi pagare in certi casi un "affitto".

A nessuno piace mettere le persone per strada ma non è tollerabile che per tutelare alcuni (il che è comunque tutto da dimostrare) lo Stato abbandoni completamente e per così tanti anni altri, calpestando i loro diritti. Lo dico come cittadino italiano, prima ancora che come avvocato.

Ora, finalmente, sembra che si stia cambiando direzione.

Massimiliano Gentile

International Business Legal Counsel.- Contract Commercial Manager

6 anni

Caro Andrea, a prescindere dal risvolto politico e sociale ( che, ovviamente, riveste carattere primario) è chiaro anche all'uomo della strada che lo stato di diritto non esiste più in senso sostanziale. Se sono stati espunti i princípi fondamentali della prima parte della Costituzione, figuriamoci le disposizioni del Codice civile e penale... Del resto, finanche la tripartizione dei poteri, è, di fatto, venuta meno . Bisognerebbe far comprendere ai "moderni" e "progressisti" il fatto che si è tornati indietro, antecedentemente almeno ai concetti di Montesquieu; non sono però molto fiducioso sulla riuscita pratica di tale operazione. Un caro saluto.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate