Formazione esperienziale digitale: 5 leve per il successo

Formazione esperienziale digitale: 5 leve per il successo

“L'apprendimento e l'innovazione vanno mano nella mano. L'arroganza del successo è di pensare che ciò che hai fatto ieri sarà sufficiente per domani.” (A.W. Pollard)

La formazione esperienziale digitale è la nuova frontiera. Lo avevamo intuito ormai quasi un anno fa, adesso lo possiamo confermare.

Il cambiamento a cui noi formatori siamo stati chiamati si è trasformato da esigenza in opportunità, o quantomeno lo è per chi ha saputo reinventarsi adottando nuove modalità di progettazione ed erogazione. 

Sì, perché formazione esperienziale digitale non vuol dire trasferire le attività di formazione online. 

Ok una postazione adeguata, un pc performante, connessione wifi al top, ma non basta. Serve molto di più. Dato che la componente di contatto con le persone viene a mancare, per mantenere l’interazione e la dinamicità dell’intervento formativo, occorrono soluzioni nuove.

In questo articolo ho raccolto 5 punti chiave che ritengo indispensabili per erogare un intervento di formazione in digitale efficace, le 5 leve per avere successo.

1. L’approccio che unisce

Il primo passo per ogni formatore è stabilire l’approccio da tenere con la sua platea virtuale. 

Non puoi semplicemente accendere la webcam e parlare mentre mostri una quantità infinita di slide, altrimenti l’unico obiettivo che raggiungerai sarà che la platea penserà alla tua formazione come ad un appuntamento con il dottore o, come spiega bene il mio collaboratore Stefano Innocenti in questo articolo, con il dentista… 

Ricorda: distanza fisica non vuol dire mancanza di empatia. Ciò che conta è stabilire subito un clima favorevole, creando un equilibrio tra formatore e aula. Ad esempio con un pre-work! (Se ti stai chiedendo di cosa si tratta, continua a leggere…)

2. Progettazione e identikit del partecipante

È fondamentale che la progettazione dell’intervento esperienzale digitale sia curata nei minimi dettagli: in questa fase dovrai adattare la progettazione alla piattaforma che verrà utilizzata, preparare il setting della postazione da cui ti connetterai e progettare giochi d’aula ad hoc per gli obiettivi dell’aula virtuale.

Per realizzare una formazione efficace devi giocare d’anticipo, costruendo prima un identikit dei partecipanti. Ti faccio un esempio: se le persone coinvolte sono quelle di un plant produttivo, probabilmente dovrai tenere in considerazione che difficilmente staranno sedute a lungo davanti al pc. Questa informazione sarà fondamentale per definire la durata del modulo, le attività e i giochi da introdurre. 

3. Il pre-work per ingaggiare la platea

Quando mandi la mail per convocare i partecipanti al corso, proponi anche un pre-work. Si tratta di un “compito” da assegnare ai discenti prima della data in cui è fissata l’aula.

Lo scopo è quello di incuriosire e creare un’aspettativa diversa rispetto al solito webinar. Inoltre, in fase di apertura dell’intervento, permette al formatore di rompere il ghiaccio e creare alleanza con il gruppo. 

Importante: ricorda di progettare il pre-work in base al tempo che le persone hanno a disposizione dalla ricezione della mail al giorno dell’aula. 

4. L’esperienza al centro

Per essere efficace, la formazione esperienziale da remoto richiede lo stesso presupposto di quella in presenza: l’esperienzialità appunto. Bisogna quindi creare un processo in cui i partecipanti, se pur a distanza, sono guidati nella sperimentazione, nella riflessione sull’esperienza e nell’ottenimento degli strumenti per applicare quanto appreso.

Nella formazione esperienziale digitale sono molto efficaci i role-playing, perché se in presenza talvolta i partecipanti hanno difficoltà a farsi avanti per svolgere il ruolo di “attori", da remoto le persone si “lanciano” con più disinvoltura. 

5. L’arte del debriefing

Il debriefing è ciò che principalmente contraddistingue un formatore da un intrattenitore, e non deve MAI mancare, sia in presenza che da remoto.

Il debriefing deve durare più del gioco stesso, in modo da non rendere l’esperienza fine a sé stessa, ma il punto di partenza che prepara il partecipante cognitivamente a dare significato a ciò che ha sperimentato durante l’aula.

Tienilo a mente quando strutturi la durata del tuo intervento digitale, considerando anche che un modulo da remoto non può durare più di 4 ore totali.

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Se sei ancora affamato di spunti e idee, puoi trovare quello che cerchi nel nuovo libro che ho scritto a quattro mani con la mia collega Erika Cardeti: “CAM ON! Giochi per l’aula virtuale e linee guida per il Formatore Esperienziale Digitale”.

È un libro rivolto a tutti coloro che si occupano di formazione e vogliono approfondire il tema della formazione esperienziale erogata in remoto. Lo trovi nelle migliori librerie e online: https://bit.ly/CAM-ON-online

Simona Bargiacchi

People and Culture✅D&I✅HR✅Chief Happiness Officer✅Comunicazione✅TopVoiceLavoro✅

3 anni

Interessanti questi spunti di riflessione..... Non vedo l'ora di saperne di più al corso di formazione 👍

Laura Pasquarelli ♪ ♫ ♪

Natural Born Networker 🎇👥 - Resp. Persefone Network 👥 - Training and People Management Consultant

3 anni

Molto interessante questa riflessione, ricca di suggerimenti e spunti da applicare, sul tema della formazione online (che ci sta ammorbando un po' tutti da qualche mese). Sono particolarmente d'accordo sulla rilevanza del debriefing e incuriosita dal libro proposto che già mi piace per il gioco nel titolo: CAM ON!😊👍 (E come al solito, nella lettura, la mia attenzione si è bloccata sull'errore di battitura di "rompere il giacchio"!😏)

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