Formazione: NON voglio pagare POCO, voglio pagare EQUO.
Non sempre ce ne rendiamo conto, ma la corsa al ribasso sta portando a un livello sempre più mediocre la nostra vita quotidiana.
Faccio qualche esempio per capire di cosa parliamo:
ci lamentiamo delle buche che infestano le nostre città, rendendole ancora più invivibili e pericolose. Molto spesso, le buche, non sono altro che il risultato di gare d’appalto della pubblica amministrazione al ribasso, dove imprenditori senza scrupoli, pur di aggiudicarsi l’agognata commessa, offrono i propri prodotti e servizi con un tale ribasso economico che alla fine la qualità del prodotto/servizio da garantire ne risentirà in maniera inevitabile.
Altro esempio, capita a tutti che per risparmiare qualche cosina sulla spesa al supermercato, decidiamo di acquistare prodotti ad es. del discount….senza chiederci se dietro a quei prezzi così bassi, non ci sia sfruttamento di risorse naturali e soprattutto del lavoro di qualcuno. A tal proposito vi invito a leggere l’illuminante articolo sul tema dell’Internazionale (https://www.internazionale.it/reportage/stefano-liberti/2018/07/25/passata-pomodoro-eurospin).
Aimè anche nel campo della formazione a distanza, il mio campo professionale d’elezione, vige ormai la regola che il committente voglia pagare sempre meno, senza chiedersi quale impatto abbia questa riduzione dei costi su tutta la catena del valore di un buon progetto didattico, in qualunque modalità esso sia erogato.
L’effetto che si sta ottenendo è, da una parte, quello di rendere sempre meno qualificante, professionale e riconosciuto il lavoro di professionisti ad alta specializzazione, quali gli instructional designer e tutte le figure specialistiche che ruotano attorno a questo mondo.
Spesso freelance costretti a farsi la guerra (dei poveri) tra loro pur di accaparrarsi, spesso con cifre ridicole, la commessa e-learning di turno.
Alla lunga l’effetto che si ottiene è solo un boomerang, perché come può esserci qualità, cura del particolare, passione, efficacia quando per tirare a campare un freelance dell’e-learning è costretto ad accettare più lavori contemporaneamente per raggranellare un corrispettivo dignitoso?
Come si ribalta tutto questo sugli ignari destinatari di quelle attività formative?
Dal mio punto di vista si tratta di un fallimento su tutta la linea.
Tutta la filiera di pregio che lavora su questi temi si inceppa e la tanto agognata rivoluzione digitale, che avrebbe dovuto portare anche in questo ambito ad una capillare cultura del life long learning, della formazione accessibile, finisce in una bolla di sapone che scoppia al primo soffio di vento.
Da qui la difficoltà a far comprendere a committenze sempre più abituate a far stringere la cinghia al fornitore di turno, che NON può esserci qualità laddove il corrispettivo non sia adeguato e mi spingo a dire di più: oltre a non esserci qualità, non c’è equità, che è forse anche peggio.
Senza fare pura demagogia, questo -come gli altri esempi- dimostra una cosa molto semplice: se ciascuno di noi accettasse di pagare equo, piuttosto che preferire pagare poco a tutti i costi, non ci vorrebbero grandi manovre politiche per creare le condizioni di uno sviluppo davvero sostenibile.
Sogni? Direi piuttosto scelte.
Nel mio piccolo professionale e da cittadina qualunque io scelgo di pagare equo, mi costerà un po’ di più, è certamente vero, ma so che così avrò contribuito a rendere il mio spettro d’azione coerente con il mondo che vorrei intorno, invece di lagnarmi sterilmente delle buche, della frutta che costa come in gioielleria e dei giovani che emigrano.
Perché se ci fermiamo agli slogan o ci aspettiamo che sia sempre l’altro a fare qualcosa al posto nostro (limitare l’inquinamento, promuovere politiche del lavoro eque, favorire uno sviluppo economico solidale, limitare lo sfruttamento delle risorse naturali esauribili ecc.), non saremo mai protagonisti attivi di quei cambiamenti che desideriamo e- soprattutto, fidatevi- difficilmente li vedremo in atto.
European Medical Association (EMA) Executive Vice President for Medical Research and International Relations and Board Director. Prof. (ret.) of Internal Medicine & Health Psychology UNICT Italy,
6 anniOttimo! C’è dell’altro naturalmente. Se ne può parlare ? Ciao