Frequentato o affollato? Come cambia la scelta delle destinazioni turistiche nel post COVID

Frequentato o affollato? Come cambia la scelta delle destinazioni turistiche nel post COVID

Di Valeria Minghetti, CISET


In questi giorni di forzata inattività il mondo del turismo si interroga sul mercato post COVID.

Secondo l’ultima edizione della Coronavirus Travel Sentiment Tracking Survey, condotta negli USA a fine marzo, se due terzi degli intervistati non vede l’ora di tornare a viaggiare una volta che la pandemia sarà risolta, il 29% cambierà il tipo di destinazione, mentre un altro 26% è ancora incerto, perché non sicuro di riuscire a "trovare un luogo non affollato”, e “dove il conto dei contagi sia arrivato a zero”.

Se la sicurezza circa una remissione totale della pandemia è generalmente valutata a livello di paese, la situazione di affollamento riguarda direttamente la singola destinazione.

I risultati dell’indagine americana evidenziano come il Coronavirus cambierà la percezione del cliente: l’eccessiva presenza di persone assumerà una valenza fortemente negativa, soprattutto per una questione di sicurezza personale, prima che di qualità dell’esperienza.

Questo è un aspetto cruciale soprattutto per le destinazioni turistiche più popolari, come le principali città d’arte, ma va tenuto in conto anche da quelle considerate come “minori”, che in questo nuovo atteggiamento vedono aprirsi un'importante opportunità di attrarre nuova domanda.

Nelle destinazioni più affollate, le misure di contenimento dei visitatori che si è tentato di applicare negli anni, e considerate da molti come discriminanti (ad esempio, il “numero chiuso” in occasione di particolari eventi o periodi dell’anno), otterranno una sorta di "legittimazione" in questa nuova situazione.

Ma ancora più importante, per queste città, è avere a disposizione sistemi di gestione delle prenotazioni per scaglionare gli accessi, così come sistemi di monitoraggio dei visitatori all'interno della destinazione stessa, per regolamentare l’afflusso durante la giornata ed evitare fenomeni di assembramento eccessivi, soprattutto in prossimità di particolari attrattori. 

La questione cruciale è che i parametri su cui il numero chiuso dovrà essere fissato, o i sistemi di gestione tarati, non sono più solo quelli dettati dalla necessità di garantire la sostenibilità dello sviluppo turistico a livello locale. Ma sono soprattutto i limiti che tutelino la salvaguardia della salute pubblica, dei visitatori e dei residenti. E questi limiti possono essere decisamente più stringenti dei primi e, in ogni caso, tutti da definire.

Una volta identificati questi limiti, la seconda sfida è quella di pianificare un’adeguata campagna di comunicazione nei confronti del pubblico di potenziali clienti. Nel breve-medio termine la capacità di contenimento e di regolamentazione della domanda diventa un plus da far valere nei confronti delle destinazioni concorrenti. 


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