FuzzyLeader
Marco Crocetta, Raffaele Carino
Siamo onesti: la meccanica quantistica non c’entra nulla con l’organizzazione aziendale o con la Leadership. Non è possibile tracciare analogie né tantomeno pratiche operative tra i due mondi.
Nella serie di articoli precedenti l’abbiamo utilizzata per far emergere concetti chiave utili ai nostri scopi, quali indeterminatezza, sovrapposizione, imprevedibilità, misurazione; questi concetti ci hanno condotto al conio di una nuova definizione di leadership: il “FuzzyLeader” (si, tutto attaccato).
È un leader che ha a che fare con indeterminatezza, sovrapposizione, prevedibilità probabilistica e misurazione.
Il termine “Manager” è oramai obsoleto e da tempo sostituito dal termine “Leader”: i “Management Team Meetings” sono stati sostituiti da tempo da “Leadership team meeting” nella governance di tantissime aziende.
Il cambio di nomenclatura riflette veramente un effettivo cambio di paradigma?
Il cambio di paradigma, legato ai concetti di cui sopra, deve essere a vantaggio del visionario, di colui che possiede carisma, esperienza; di colui che è cosciente della realtà “simil-quantistica” che lo circonda: in pratica quello che lo distingue da un Manager “gestore”, come accennato nei precedenti articoli.
Ma dobbiamo fare attenzione e precisare quanto detto: il termine Leader si confonde facilmente con “mano ferma” e “autorità”; un ruolo in cui le decisioni vengono prese in maniera autoritaria, priva di confronto e capace di annullare qualsiasi resistenza e/o dialettica interna. La storia e il nostro immaginario sono pieni di queste figure: Ettore, Agamennone, Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone, Garibaldi, etc…
Al contrario, le principali caratteristiche del nostro FuzzyLeader sono:
· La capacità di capire e includere: ragionare piuttosto che comandare. Guidare piuttosto che comandare
· È umile perché è cosciente di gestire una realtà (aziendale) in cui i concetti mediati dalla quantistica sono preponderanti
· È etico: le sue decisioni sono importanti per sé e per il futuro della sua organizzazione e della società.
Vorremmo qui elencare, non le solite caratteristiche già varie volte sottolineate, qualcuna scritta appena sopra: Umiltà, Saggezza, Scaltrezza, Comando Democratico, Responsabilità, Coraggio etc etc, ma definire invece quello che sono le connotazioni principali in relazione all’ambiente in continua evoluzione e costante trasformazione:
Quindi, quali sono secondo noi le qualità che contraddistinguono un FuzzyLeader?
– Rapidità: il cambiamento continuo è economicamente più sano della staticità. La nostra evoluzione è legata al cambiamento, ma la sua attuale velocità, incomparabile con i cicli storici precedenti, genera incertezza. I cicli attuali, sia tecnologici che sociopolitici, si esauriscono in tempi brevissimi rispetto al passato. Tutto ciò impone al FuzzyLeader la necessità di modulare velocemente registri senza averli tutti predeterminati e catalogati.
– Connettività: i sistemi aperti progrediscono, quelli chiusi deperiscono. La fluidità delle reti di relazioni e la loro ricomposizione veloce, accorcia e dilata gli spazi, in questo mare infinito e in tempesta è davvero importante indirizzare, orientare sé stessi e gli altri quando si è un FuzzyLeader.
– Intangibilità: il virtuale prevale sul fisico. Sempre di più le “merci” intangibili prevalgono su quelle tangibili. La leggerezza di cambiare protocolli e prescrizioni, di individuare l’intangibilità del valore, di elevarsi, di interpretare e di indirizzare insieme agli altri le vie di fuga, deve essere il verbo del FuzzyLeader.
– Verosimiglianza: l’utilizzo del giudizio e dell’intuizione personale per prevedere. Non si hanno la chiarezza e la nitidezza necessarie, ma una sovrapposizione di immagini, magari sfuocate. Il faro in questa situazione è la consapevolezza, la capacità di salire e scendere, di stare a cavallo tra micro e macro-mondo. L’intuizione che prevale sul caos.
– Integrità: l’anelito, il desiderio di giustizia come prassi quotidiana. Fa parte di questo nuovo paradigma la pratica della parità di genere, l’equanimità di giudizio in generale e soprattutto della scelta dei collaboratori, anche loro avviati su un percorso di crescita culturale. Riteniamo fondamentale la scelta di FuzzyLeader non solo al maschile (non vi è dubbio che la scena dei capi azienda e dei leaders penda sul lato maschile).
Qui abbiamo definito un nuovo concetto di leader, ma al di là del nome, anche se siamo molto affezionati al nostro FuzzyLeader, dobbiamo lavorare per avere direzioni diverse per il nostro futuro.
Si tratta di credere nelle capacità nascoste, in quelle che non si vedono se vogliamo davvero sovvertire il paradigma Manager/Leader a vantaggio di un nuovo modo di ”gestire” le aziende, siano esse PMI o multinazionali.