Giornata della Legalità: il turismo non se ne chiami fuori. Evitiamo lo storytelling per stereotipi errati.
“Non tifo per l’etica nell’impresa, ma per l’etica come impresa”. La lezione in più occasioni impartita da Don Ciotti al mondo delle aziende risulta compiutamente concretizzata nell’attività di Addiopizzotravel, cooperativa di servizi dal 2009 e tour operator da giugno 2014 specializzato in incoming sull’area siciliana e votato a un “turismo etico a sostegno di chi ha detto no alla mafia”.
Sul tema ho avuto qualche tempo fa un’appassionata conversazione con Edoardo Zaffuto, uno dei soci fondatori, cui già si devono i natali del Comitato Addiopizzo movimento con due lustri alle spalle, da sempre in prima linea nella lotta al racket delle estorsioni mafiose. In tema di storytelling ho scoperto che quella di Addiopizzotravel è in prima battuta una battaglia contro il racconto o, per meglio dire, contro il racconto per luoghi comuni. “Con i clienti nordamericani, e non solo, ci siamo posti la mission di destrutturare gli stereotipi legati alla Sicilia e alla mafia, per farli tornare a casa con un’idea del nostro territorio totalmente diversa e anche molto più vera. Molti viaggiatori, infatti, si aspettano di vivere in una trasposizione geografica di quanto hanno visto in pellicola, penso ad esempio a “Il Padrino”. C’è poi chi arriva immaginando che si continui a sparare nelle strade, come vent’anni fa, oppure chi, al contrario, ritiene che il fenomeno mafioso si sia ormai dissolto, il che purtroppo non è”. Chi attraversa la Sicilia con Zaffuto e i suoi collaboratori, insomma, viene dissuaso dall’acquistare magliette che immortalano il Godfather Marlon Brando o dal macinare selfie sotto i cartelli che indicano la strada per Corleone. “Perché a Corleone – dice – andiamo per visitare il Museo sul Movimento Antimafia o il Laboratorio della Legalità realizzato nella casa confiscata al fratello del boss Bernardo Provenzano, cui aggiungiamo le attrattive naturalistiche del luogo, come la Cascata delle Due Rocche o il canyon scavato dal torrente San Leonardo”. Solo una volta smontata l’interpretazione per stereotipi, Addiopizzotravel passa alla narrazione, quella ispirata alla realtà dei fatti. “Nei nostri racconti ci sono ovviamente la cucina, il folclore, il paesaggio, ma c’è soprattutto l’aspetto umano, dato dalle testimonianze di persone quali, solo per citare un esempio, Giovanni Impastato, fratello di Giuseppe, il giornalista che denunciò le attività mafiose del territorio e che per questo fu assassinato”.
Perché la scommessa di Addiopizzotravel è dimostrare che la storia dell’antimafia è lunga quanto quella della mafia. Ed è altrettanto importante conoscerla. “Ci teniamo a dare l’idea di una Sicilia nuova, che sta cambiando, e lo facciamo con i ragazzi delle scuole medie e superiori di tutta Italia, che costituiscono ancora la maggioranza della nostra utenza, ma anche con i viaggiatori – in costante aumento – che arrivano dalla Germania, dall’Olanda, dal Regno Unito, dalla Francia e dall’area scandinava. Abbiamo anche un t.o. norvegese con cui realizziamo bike tour sui terreni confiscati e alcune università straniere che organizzano soggiorni studio con noi per i master di International Organized Crime o per l’approfondimento della lingua italiana. Quelle che raccontiamo sono le storie di chi è cresciuto in Sicilia ai tempi del picco della violenza mafiosa. Persone e luoghi autentici, che proprio per questo mirano direttamente al cuore dei nostri clienti. Spingendoli talvolta fino al pianto”.