Google Analytics vietato in Italia: quali soluzioni?

Google Analytics vietato in Italia: quali soluzioni?

Il Garante della Privacy ha stabilito che il sito web che utilizza il servizio Google Analytics, senza le garanzie previste dal Regolamento Ue, viola la normativa sulla protezione dei dati perché trasferisce negli Stati Uniti, senza adeguate garanzie

Google Analytics è lo strumento di web analytics fornito da Google ai gestori di siti internet che consente a questi ultimi di analizzare dettagliate statistiche sugli utenti nell’ottica di ottimizzare i servizi resi e monitorare, tra l’altro, le campagne di marketing.

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha affermato che i siti web che utilizzano il servizio Google Analytics o servizi analoghi, senza le garanzie previste dal Regolamento UE 679/2016 (GDPR), violano la normativa sulla protezione dei dati perché trasferiscono negli Stati Uniti i dati degli utenti, e gli Stati Uniti (a seguito della sentenza Schrems II del 16 luglio 2020, con la quale la Corte di Giustizia Europea invalidava il privacy shield, evidenziando come la normativa sulla protezione di dati in USA sia del tutto piena di falle, permettendo alle Autorità Pubbliche, in nome della sovraordinata sicurezza nazionale, di accedere senza limitazione ai dati personali di chiunque, ivi compresi quelli che vengono trasferiti dall’Europa) sono considerati, in questa materia, un paese pericoloso, anche per diktat dei Garanti d’Europa (EDPB).

Il Comunicato rinvenibile al link https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9782874 , ammonisce tutti i gestori di siti internet, ad adeguarsi entro 90 giorni (dal 20 giugno 2022).

Dall’indagine del Garante è emerso che i gestori dei siti web che utilizzano Google Analytics raccolgono, mediante cookie, informazioni sulle interazioni degli utenti con i già menzionati siti, le singole pagine visitate e i servizi proposti. Tra i molteplici dati raccolti, indirizzo IP del dispositivo dell’utente e informazioni relative al browser, al sistema operativo, alla risoluzione dello schermo, alla lingua selezionata, nonché data e ora della visita al sito web. Tali informazioni sono risultate oggetto di trasferimento verso gli Stati Uniti.

Nel dichiarare l’illiceità del trattamento è stato ribadito che l’indirizzo IP costituisce un dato personale e anche nel caso fosse troncato non diverrebbe un dato anonimo, considerata la capacità di Google di arricchirlo con altri dati di cui è in possesso.

Chiunque gestisce un sito web, ha ora novanta giorni di tempo per conformarsi al Regolamento europeo secondo il diktat del Garante Privacy.

Allo scadere del termine di 90 giorni, il Garante procederà, anche sulla base di specifiche attività ispettive, a verificare la conformità al Regolamento Ue dei trasferimenti di dati effettuati dai titolari.

Cosa fare nell'immediatezza

Se Utilizziamo Google Analytics:

  1. Mappare le aree del sito dove vengono detenuti dati particolari (artt. 9 e 10 GDPR);
  2. Aggiornare il Registro dei Trattamenti, indicando nella casella “Trasferimento dati all’estero” la dizione: “si, verso gli US attraverso Google Analytics”;
  3. Aggiornare le Informative inserendo il principio di Utilizzo di Google Analitics;
  4. Effettuare una Due Diligence specifica verso i Responsabili Esterni e gli ADS, affinché riferiscano al Titolare circa le misure utilizzate per la tutela dei trattamenti effettuati mediante Google Analytics;
  5. Dotarsi di un diverso sistema di Analytics, gestito da entità che abbiano server stabilizzati in Europa, effettuando anche su queste ultime attività di Due Diligence, al fine di verificare compartecipazioni con altri organismi posizionati negli States, nella quale ipotesi ci si troverebbe nella medesima situazione iniziale.

Attenersi alle indicazioni di cui alle linee guida EDPB 1/2020, con specifico riferimento alla crittografia dei dati che deve essere detenuta nella esclusiva disponibilità di chi effettua il trasferimento dati (Il Titolare).

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