Grazie a Federsalus, sempre al fianco delle aziende del settore

Grazie a Federsalus, sempre al fianco delle aziende del settore

«Il mercato degli integratori si avvia a una fase di maturità, sia da parte dei consumatori, che hanno acquisito una maggiore consapevolezza sulla salute e quindi sugli strumenti per gestirla, sia da parte di medici e farmacisti, che sempre più spesso utilizzano l'integratore alimentare come un presidio per la salute e il benessere dei cittadini». Marco Fiorani, presidente di FederSalus, commenta così, i risultati dell'indagine 2018 su "La filiera italiana degli integratori alimentari", elaborata dal Centro Studi dell'associazione, che riunisce circa 200 imprese nazionali e internazionali operanti nel mercato degli integratori in Italia. «Un'industria che, anche grazie all'ingresso negli ultimi anni della grandi multinazionali farmaceutiche e alimentari, ha alzato il livello della qualità e dell'innovazione, sviluppando categorie di prodotto che soddisfano esigenze sempre più specifiche».

Secondo l'indagine di FederSalus, presentata il 28 febbraio alla Camera dei Deputati, il 65% della popolazione italiana utilizza integratori e in questa scelta i consumatori hanno come primo riferimento proprio il medico (42%) o il farmacista (32%). Lo confermano le prescrizioni, aumentate del 30% in due anni e arrivate a quota 26 milioni nel 2018, con i medici di medicina generale (24% delle prescrizioni) in prima linea, seguiti da pediatri (16%), ortopedici (15%) e ginecologi (14%). E lo conferma il fatto che in un mercato che vale 3,3 miliardi di euro, la distribuzione è quasi tutta in mano ai farmacisti, con le farmacie che ne rappresentano l'86%, seguite da parafarmacie (8,6%) e GDO (5,4%). Tra le categorie di integratori, quelli con funzionalità più specifiche (probiotici, regolatori del colesterolo, prodotti per il sistema urinario o per lo stomaco..) rappresentano oltre il 50% del mercato.

«Gli integratori hanno conquistato la fiducia dei clinici, su questo abbiamo evidenze di ricerca estremamente interessanti: la stragrande maggioranza dei medici di medicina generale e anche molti specialisti li usano per gestire tutta una serie di disturbi e per ridurre il rischio di evenienze patologiche. Inoltre, il 95% del mercato passa attraverso farmacie e parafarmacie. È molto positivo che il consumatore, nel primo acquisto, abbia come referente il medico o il farmacista. Per le informazioni ci sono internet, il passaparola e la pubblicità, ma quando bisogna scegliere la stragrande maggioranza fa riferimento a professionisti qualificati e questo è segno di consapevolezza sul ruolo per la salute dell'integratore alimentare». In particolare, secondo Fiorani, «l'integratore può essere un mezzo per il farmacista per riacquisire il suo ruolo di consulente per la salute. Per i farmaci su prescrizione, questo ruolo è ovviamente marginalizzato rispetto al medico, per l'automedicazione è forte l'impatto della pubblicità televisiva. Nel caso degli integratori alimentari, ormai articolati in categorie anche molto specifiche, il consiglio del farmacista è assolutamente fondamentale».

Altri indicatori danno la misura di cosa c'è dietro quel mercato. Il settore ha 11.509 addetti, con occupazione in costante crescita, e lo stato di buona salute è dimostrato da un fatturato industriale da 1,33 miliardi di euro, cresciuto del 12% in un anno. Della filiera fanno parte produttori di materie prime, produttori in conto terzi (oltre l'80% del totale) e aziende a marchio proprio e FederSalus evidenzia come oltre il 73% delle aziende che hanno risposto alla survey produca in Italia. L'11% del fatturato si trasforma in investimenti, nel 72% dei casi in impianti e nuovi macchinari, in ricerca e sviluppo, tecnologie e formazione. Molto ancora, però, si può fare sul fronte dell'internazionalizzazione: per il 53% delle aziende il fatturato estero incide meno del 25% sul fatturato totale e il 25% delle aziende non esporta. Cosa chiede FederSalus ? «Innanzitutto, criteri specifici e coerenti con la natura e con il ruolo dell''integratore alimentare per la valutazione dell'efficacia e della sicurezza del prodotto. Gli integratori - ricorda Fiorani - fanno parte del mondo regolatorio degli alimenti però hanno caratteristiche peculiari, serve un riconoscimento di questa specificità e un'armonizzazione regolatoria a livello europeo. Oggi, la mancata armonizzazione frena gli investimenti e quindi ricerca, sviluppo e innovazione in prodotti che potrebbero avere un respiro internazionale». 

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