Grilli nello spazio, uno sguardo al futuro
www.italiancricketfarm.com

Grilli nello spazio, uno sguardo al futuro

“… la chiave di tutto è il fattore di conversione, l’incapacità di dissipare energia e la pronta risposta metabolica…”

Italian Cricket Farm è il più grande allevamento di insetti in Italia e solo negli ultimi anni sta avendo la possibilità di confrontarsi con dei colleghi nazionali. Questa solitudine ha contribuito a generare una forma mentis, volta a spingersi oltre i limiti della normale concezione di filiera, a tal punto da pensare e ripensare a destinazioni d’uso per l’insetto quasi fantascientifiche.

L’allevamento di insetti (o entomocoltura), nasce proprio per dare alimento dove questo non può essere allevato, dove non vi sono le risorse, dove la vita non sembra essere ammessa, concessa, concepita.

Sulla base di questi ragionamenti, il futuro dell’alimentazione umana in ambiente extraterrestre, avrà tra i suoi denominatori l’insetto: perché questo è sostenibile, è nutriente ed è, semplicemente, semplice da allevare.

Questo ha portato Italian Cricket Farm verso quest’altra orbita, nel senso che spesso le scoperte fatte nell’ambito spaziale possono aiutarci a capire molte cose qui sulla terra.

Al netto delle difficoltà e della vastità di idee in campo, abbiamo attivato una collaborazione con chi già da tempo si occupa di spazio e che, fortunatamente, condivide il nostro stesso territorio e il nostro stesso spirito avvenieristico. Il Politecnico di Torino ha risposto da subito alla chiamata!

La nota accademia piemontese, oltre ad aver già sviluppato in passato programmi con l’ESA e dedicato un intero indirizzo all’#aerospaziale, sta sempre più puntando su un genere di formazione pratica che spinga gli studenti ad ottenere una sorta di estrosa multi-disciplinarietà, fondamentale per mettere in connessione diversi sistemi e capire come risolvere i sempre più complessi problemi del domani.

Il contatto è stato stabilito ad Aprile del 2019 e un mese dopo è nato il progetto “Crickets in the space”, una linea di ricerca inserita all’interno del più ampio laboratorio di formazione del Politecnico di Torino, il Click!

Quattro tavoli di lavoro, costituiti da studenti di tutte le facoltà ingegneristiche (e anche un architetto), due insetti a disposizione: l’Acheta domesticus (grillo del focolare) e il Tenebrio molitor (tarma della farina); la stazione spaziale internazionale #ISS e la luna come laboratori e una sola domanda: come allevare insetti nello spazio??

Il percorso è iniziato con una breve introduzione del tema fondamentale, trasmettendo quanti più tecnicismi possibili.

Gli studenti presentavano sul loro volto la pura rappresentazione del dubbio e del “e adesso come faccio!?”. Chi sa quante mute fa un grillo? Quanto dura il suo ciclo? Temperatura, umidità, batteri, virus ecc… e il tutto da sviluppare nello spazio! (ricordiamoci che i ragazzi provenivano tutti da percorsi ingegneristici o affini).

Nonostante questo, abbiamo visto la scintilla del genio e della curiosità, l’innesco che supera ogni dubbio e che accende la fiamma dell’innovazione.

Abbiamo dato risposta a mille domande, a nostra volta comprendendone moltissime altre che come allevatori diamo per scontato.

Tra i quattro tavoli di lavoro, nonostante nessuno di questi si sia risparmiato in termini di impegno e ingegno, Los grillos Locos e Space Eat si sono aggiudicati a pari merito il podio del vincitore, dopo una votazione che ha visto concordi il Politecnico e Italian Cricket Farm.

Ad oggi, questo primo passo del progetto è compiuto e ho l’onore e l’onere di illustrare, brevemente, i risultati dei quattro gruppi.

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Los Grillos Locos

Andrea Musacchio, Filippo Biamonti, Greta Righetti, Alfredo Scermino, Valentina Garcìa, Roberto Rffaele Meo.

Hanno progettato un modulo d’allevamento per il #Tenebrio molitor, da allocare presso i futuri insediamenti lunari.

Una struttura iper-modulare, basata su uno sviluppo verticale; saranno integrati anche i sistemi di trasformazione: da insetto vivo a farina di insetto. Il tutto stampabile con stampanti 3D.

Space Eat

Serena Campioli, Hassan Khattab, Luisa Iossa, Jacopo Di Giacamantonio

Un modulo seriale per i grilli definito in ogni suo dettaglio e, apparentemente, iperfunzionante.

Un sistema di trasporto grilli da Terra-Luna (o Luna-Marte…). Un protocollo di lavoro già definito e già semi-automatizzato.

Apollo Crickets

Giulia Bernagozzi Andrea Colucci Edoardo De Magistria Lorenzo Lapenna Piergiuseppe Miccoli

Progetto basato sull’elaborazione di un modulo d’allevamento per il Tenebrio molitor, da inserire nelle future linee di ricerca sulla ISS#. Il cuore del progetto è un modulo cilindrico automatizzato suddiviso in diversi settori. L’intero sistema ruoterà per simulare, attraverso la forza centrifuga, la gravità terrestre.


Grilli Volanti Proteici

Karen Kobayashi, Federica Brasi, Henrique Wills, Paolo Romeo, Tommaso Scarrone

Un allevamento di grilli da destinare alla futura missione lunare Artemis. Un modulo compatto, efficiente e in completa economia circolare, dato che è ipotizzato il collegamento con un sistema di allevamento aeroponico.

I quattro progetti permettono di definire meglio le prime idee e iniziare a pensare ai passi successivi, in ordine: pubblicazioni scientifiche, enti spaziali, prototipi, lancio!

Ed ora che le istituzioni stanno capendo l’importanza dei NovelFood, procediamo non solo con lo sdoganamento di questa virtuosa pratica alimentare sul nostro stanco e esausto pianeta, ma anche verso altre Terre.

Impossibile? Pazzia? Dicevano lo stesso quando abbiamo fondato quello che oggi è il più grande allevamento di insetti d’Italia e che, in un futuro, purtroppo non troppo lontano, garantirà il sostentamento proteico umano.

Luisa Iossa

Supply Chain Trainee at Lidl Italia | Small Satellite System Engineer | Aerospace Engineer from Politecnico di Torino

3 anni

Un aspetto che penso sia da non sottovalutare è che gli astronauti ci andranno a guadagnare anche in gusto aggiungendo gli insetti a pasti inscatolati e disidratati che possono non essere il massimo dell'appetibilità. Infatti penso che qualsiasi progetto di questo genere dovrebbe prevedere anche un modo per conservare l'insetto intero, in aggiunta alla farina. Non può che far bene al clima psicologico del gruppo, che per missioni di lunga durata è un tema cruciale di cui troppo spesso ci si dimentica.

Fantastico, alla via così!! 👍🏻

Lorenzo Del Vecchio

Specialist in Food Chemistry |PhD student, Unipr | Visiting PhD student, UCT Prague

3 anni

Oserei dire un progetto davvero "spaziale". Complimenti. Quando leggo di progetti che hanno come focus principale gli alimenti e lo spazio, resto sempre particolarmente affascinato. Credo fortemente nella ricerca scientifica e di come questa possa essere d'aiuto per eplorare nuovi posti nella galassia e permettere di trovare soluzioni concrete per la produzione di alimenti in loco. Gli insetti possono essere un ottimo punto di partenza per risolvere un problema di questo tipo. Sono molto interessanti dal punto di vista nutrizionale, versatili e non troppo esigenti in termini di allevamento e abbastanza semplici da processare. Credo che questo nuovo modo di alimentarsi, almeno per noi occidentali, possa essere un concreto alleato anche per le missioni sulla ISS. Dalla Terra inviamo le farine, inviamo il progetto dello snack proteico e sulla ISS, mediante stampante 3D, si riproduce un prodotto molto vicino a quello acquistato in un normale supermercato.

Carlotta Totaro Fila, MSc, MBA

Entopreneur, Founder presso Alia Insect Farm, TEDx speaker

3 anni

complimenti per il progetto. lungimirante e affascinante. https://aliainsectfarm.it/gli-insetti-edibili-nello-spazio/

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