Hair Stylist 2.0
“Par-ruc-chie-re”: suona vecchia anche la parola. Sa di impalcature settecentesce, di capelli incatramati dalla lacca e di quell’odore dolciastro degli shampoo in magnum da 7 litri usati nel salone in cui andavo con mia madre negli Anni '80.
Probabilmente ora sono tutti "hair stylist", definizione molto più glam e contemporanea, tuttavia, dietro molti di loro, si nasconde ancora un parrucchiere: uno che non ha un profilo social ( vabbhè ), uno che non ha un sito web ( …insomma, ce l’hanno tutti ) uno che la prenotazione la prende solo per telefono e la appunta su una agenda ( no, questo no, è inaccettabile! ).
Io ci vado ogni due mesi e, al di là del fatto che M.P. mi taglia bene i capelli, apprezzo tutta una serie di strumenti e servizi che ha saputo mettere a disposizione delle sue clienti. Mentre spunta e modella, parliamo di marketing e io penso agli innumerevoli, inutili corsi ai quali ho partecipato sbadigliando mentre mi bastava venire a parlare con quest’uomo.
Prima di tutto, lui conosce il suo target. L’ha individuato e centrato, non si lascia distrarre. Ha avuto l’accortezza di studiarsi le fasce di maggior affluenza nel salone e il tipo di servizi richiesti: orario pomeridiano-serale, tinte e tagli eseguiti con la massima velocità.
E quindi? Quindi da M.P. ci vanno donne che lavorano e che escono dall’ufficio nella migliore delle ipotesi alle 5, quelle che prendono appuntamento quando iniziano a sembrare Medusa e che, dopo essere passate sotto le sue sapienti mani, devono, a scelta: tornare a lavoro per finire la fatidica “Presentazione Urgente”, sfamare una famiglia, prendere un meritatissimo aperitivo. Donne che non hanno voglia di aspettare perché è quello, e solo quello, il tempo che possono dedicare a sé stesse, non un istante di più.
Di conseguenza M.P. ha deciso di aprire in tarda mattinata e di abbassare la serranda alle 21. Lascia generosamente pieghe cotonate e tinte grigio-viola ai saloni vicini e si concentra sul suo pubblico.
Non c’è coda, non si aspetta, il tempo per ogni cliente è stabilito in base ai servizi scelti in sede di prenotazione tramite il booking on line.
Il sistema di prenotazione on line dal parrucchiere è un tool salvavita. Se ti guardi allo specchio prima di andare a letto, notando che i capelli ti sono cresciuti di 15 cm nel corso della giornata, puoi prenotare ed addormentarti serenamente, con la certezza che a breve riprenderai un aspetto umano. Inoltre ti risparmia noiose telefonate, accrocchi con agende e calendari e ha il gran vantaggio di permetterti di fare la tua prenotazione da sola, quando vuoi, anche mentre stai guardando l’ultima puntata di Suburra.
E’ semplice da usare, come una agenda condivisa. M.P. è così poco aggressivo che ti chiede appena nome e e-mail. Non fa spam: ti manda una e-mail per ricordarti data e ora dell’appuntamento il giorno prima.
Mentre schedulo la mia prenotazione penso che la tecnologia ha due facce speculari: massima condivisione e massima autonomia. Apparentemente distanti ma in realtà inevitabilmente collegate. Scelgo il momento più adatto per la mia visita in salone scartabellando fra gli appuntamenti di Mariano. Ovviamente vedo solo delle caselle occupate, ma so quali sono le sue giornate più piene e quando, ad esempio, non sarà presente in negozio. Contemporaneamente ho la facoltà di decidere da me quando, a che ora e che cosa fare, senza contrattare secondo il classico metodo: “Giovedì?! No impossibile, che ne dice di venerdì?! Ma solo alle 17, puntuale mi raccomando. Oppure passiamo alla settimana prossima: ho un buco al mattino, forse, verso le 11. Ci sarà da aspettare...” Letale.
Il booking on line mi permette anche di scegliere a chi affidarmi fra il personale del salone, con diversi livelli di esperienza e diverse fasce di prezzo. Posso desiderare altro? Non mi pare.
Lui è ineccepibile, sono io che sono una pessima cliente.
Dopo aver ottenuto il mio taglio, aver ripreso un aspetto umano, ricevuto una sferzata di autostima e pure una rispolverata alle mie nozioni di marketing, non trovo mai il tempo di a rispondere alla survey che puntualmente M.P. mi invia dopo ogni appuntamento.
Abbiamo discusso anche di questo una volta, saggiamente mi ha detto che i clienti soddisfatti solitamente non sono motivati a far sentire la loro voce. Quasi nessuno completa il suo questionario on line.
Tutto vero, confermo!