Healthcare: ecco cosa sta cambiando per gli studi medici
Si parla spesso dell’importante cambiamento che da alcuni anni coinvolge il settore healthcare e dell’impatto sulle strutture sanitarie pubbliche e private. Ma di cosa si tratta in termini pratici e cosa comporta per gli studi medici.
I cambiamenti sono di diversa natura. Vi sono quelli tecnologici, dovuti all'innovazione degli strumenti diagnostici e terapeutici ed alla digitalizzazione, e quelli culturali, alimentati da un nuovo concetto di salute e benessere e dalla longevità che tocca anche il nostro paese.
In merito al progresso tecnologico, la digitalizzazione, che in Italia si sta affermando con qualche anno di ritardo, è destinata a stravolgere il sistema della prestazione e del servizio. L’attenzione infatti sta transitando dalla struttura erogante al paziente/utente . A favore di questo si stanno introducendo servizi che erano inimmaginabili sino ad alcuni anni fa (si pensi alla telemedicina e alla cartella clinica digitale solo per citarne alcune) e che modificheranno il rapporto medico/paziente con importanti benefici come la limitazione degli spostamenti e delle visite domiciliari, le diagnosi veloci, il monitoraggio della terapia e la riduzione dei costi. Oltre che con il progresso digitale il futuro della sanità di costruirà con lo sviluppo della la robotica, le ricerche sul dna, l’innovazione degli strumenti diagnostici e curativi .
L’altra faccia del cambiamento è quello culturale e si evince da queste considerazioni:
1. La salute non è assenza di malattia, bensì una condizione generalizzata di benessere.Secondo l'O.M.S. la salute è "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità". Sebbene questa definizione risalga al 1948 la sua diffusione ha incontrato molte difficoltà e non si è tradotta in politiche di salute nel senso più ampio del termine. Da circa un decennio tuttavia, grazie anche ai nuovi strumenti di comunicazione che abbiamo a disposizione, si assiste ad un’attività divulgativa del concetto di benessere: per ottenere un buon livello di salute non basta combattere le malattie attraverso le cure e l'assistenza sanitaria. “Servono invece anche altri "requisiti" fondamentali fra cui la pace, il cibo, l'istruzione, il reddito, un'adeguata abitazione in cui vivere, un ecosistema stabile, un uso sostenibile delle risorse, la giustizia e l'equità sociale (cit Az.Osp.)”.
2. Le cure sono rivolte anche alle persone sane. L’attenzione si concentra ancora una volta sul paziente, che perde l’accezione di malato . Si assiste di pertanto al nascita del concetto del prendersi cura della persona: mentre il curare si lega ad una concezione di intervento clinico in cui prevale il lato biologico, il prendersi cura fa riferimento ad una concezione olistica della persona, fatta di bisogni organici, psicologici, relazionali ed emotivi. L'assenza di malattia non esclude il bisogno di cura. E' necessario un sistema sanitario generalizzato che rifletta pertanto una serie di diritti del paziente riguardanti:
a) Accoglienza, intesa come capacità di prendere in carico le esigenze del paziente.
b) Orientamento, volto a consentire l’accesso a tutte le informazioni che riguardano lo stato di salute, i servizi sanitari e il modo in cui utilizzarli.
c) Comunicazione, come la facoltà di saper stabilire una relazione con i pazienti, aspetto critico e di forte impatto sulla qualità complessiva percepita dal paziente nei confronti della struttura sanitaria.
d) Educazione e la prevenzione, nel senso di acquisire informazioni e indicazioni volte a elevare lo standard qualitativo della vita delle persone e sollecitare la prevenzione.
Infine esiste una terza area di cambiamento, quella che riguarda gli aspetti economico-finanziari e gestionali.
Quest’area tematica merita una trattazione, se pur breve, differenziata fra sanità pubblica e privata. Sono due i fenomeni sono da rilevare:
1.In tempo di crisi (in cui l’Italia si muove da quasi 10 anni), le persone hanno meno soldi a disposizione e, pertanto, lasciano il settore privato dell’assistenza sanitaria, tornando a rivolgersi ai servizi pubblici.
2. E’ cresciuta l’attenzione delle persone verso la qualità della loro vita, verso il benessere, la nutrizione, il movimento e l’equilibrio psicofisico probabilmente a causa del fatto che si vive di più, ma minacciati dallo stress e dall'inquinamento.
In questo scenario, il servizio sanitario pubblico cerca a fatica un equilibrio fra il dovere di garantire l’assistenza sanitaria soprattutto alle fasce deboli e la necessità di ridurre i costi garantendo un servizio efficiente.
Le strutte sanitarie private (cliniche, ambulatori) invece si organizzano e rivedono il loro assetto con l'obiettivo di acquisire nuovi pazienti e di fidelizzarli. Le competenze tecniche e specialistiche del medico non sono da sole sempre sufficienti a garantire lo svolgimento in attivo della professione: occorrono nuove competenze, skill imprenditoriali e manageriali, strategie di (wellness) marketing per aggiungere la gratificazione economica a quella professionale. Nascono intanto vere e proprie aziende della salute e del benessere, che offrono prestazioni e servizi a prezzi competitivi e con campagne di comunicazione al limite della correttezza legale e deontologica. I medici per affrontare il "mercato" diventano manager, imprenditori, counselor , esperti di marketing e di comunicazione, comprendono l'importanza di azioni strategiche come la pianificazione delle attività, la gestione efficace dei costi, l’attività di comunicazione strutturata sia esterna che interna, la rilevazione della compliance del paziente e la valorizzazione del capitale umano.
Nasce il Marketing del benessere che si spoglia delle tradizionali regole analitiche e si avvale di relazioni e di esperienze, entra nelle strutture con parole semplici, efficaci.
Paola Rizzitelli