Ho 28 anni e non ho ancora una laurea triennale. E allora?!
Avevo 25 anni quando ho abbandonato il posto fisso in una multinazionale per iscrivermi all'università (la storiella di come mi giravano le rotelle in quel periodo la trovate in questo articolo). Oggi dopo 3 anni dalla scelta più difficile della mia vita posso tirare le somme e fare le dovute riflessioni.
Il vantaggio di una scelta consapevole
Il 1° Settembre del 2017 mi sono iscritto all'università, facoltà di Marketing a Bari, ma fino ad un mese prima della scelta ero dello stesso pensiero che avevo sùbito dopo il diploma: "l'università non fa per me, troppo difficile per uno che non ha mai amato stare troppo sui libri."
Odiavo e ancora oggi odio studiare. Al secondo anno di liceo sono stato bocciato e ho cambiato scuola per sceglierne una più semplice che mi avrebbe garantito delle competenze da poter subito collocare sul mercato del lavoro una volta diplomato.
Così a 20 anni iniziai a lavorare come tecnico di elettrodomestici.
A 23 anni i miei hanno tirato un sospiro di sollievo credendomi sistemato a vita solo perché avevo appena firmato il mio primo contratto a tempo indeterminato. Illusi :)
A 25 anni avevo alle spalle un'esperienza lavorativa di 5 anni, di cui metà passati a lavorare in fabbrica e fare turni di notte. Ne sapevo abbastanza per capire che le strade facili alla fine sono tutti dei vicoli ciechi.
"La tua vita è la somma di tutte le scelte difficili che fai"
Il mio primo semestre all'università era questo: Ragioneria Generale, Matematica per l'Economia e Diritto privato. SBEM!
Ma che è 'sta roba? Libri giganteschi da imparare a memoria, teoremi matematici indecifrabili e scritture di partita doppia da redigere... Io ho scelto Marketing: dove diavolo sono le strategie e le tecniche pubblicitarie?
Così ho passato le prime quattro settimane nel disagio più totale, lontano da casa e con la costante tentazione di mollare tutto per tornare indietro a cercare un lavoro che mi permettesse di campare, come avevo fatto fino a quel momento.
Alla fine a parte l'odio totale per la mia vita non mi andava poi così male...
Perché nessuno dovrebbe iniziare l'università dopo le scuole superiori?
Perché a 19 anni sono pochi quelli che hanno raggiunto il giusto grado di consapevolezza per poter fare la scelta giusta. Oggi si sceglie l'università un po' per convenzione e quasi mai per vocazione.
Questi poveri ragazzi, appena maggiorenni, sono chiamati a prendere la decisione che molto probabilmente darà forma alla loro intera carriera lavorativa e quindi alla loro vita.
Si può avere una responsabilità simile a soli 19 anni? Quando l'unico posto nel mondo che conosci è casa tua? Quanti sono i ragazzi che a quell'età possono fare una scelta consapevole?
Così quando capita di chiedere a qualche collega (di ben 6 anni più giovane di me) il motivo per cui avesse scelto la facoltà di Marketing le risposte più gettonate sono:
- Perché i miei genitori volevano che studiassi Economia;
- Perché quasi tutti i miei amici fanno Economia e allora l'ho scelta anche io;
- Perché mi garantisce più sbocchi lavorativi;
E così l'università diventa una fabbrica di studenti fuori corso frustrati perché si sentono stigmatizzati e perché credono che una volta finiti gli studi nessuna azienda vorrà assumerli (tranquilli, non è così).
Perché gli studenti vanno fuori corso?
Perché hanno scelto di studiare qualcosa che non amano e quindi procrastinano.
Anche se non è colpa loro: procrastinare su qualcosa che si odia è un meccanismo emozionale naturale regolato dal nostro istinto di conservazione; serve una forza di volontà ferrea per combatterlo.
E poi amare lo studio è un paradosso naturale: è impossibile per noi Esseri Umani amare qualcosa che comporta sforzo senza garantire piacere.
Quindi perché vanno fuori corso? Perché non amano quello che imparano dallo studio, ecco.
Perché non lo amano? Per due motivi:
- Perché hanno scelto quella facoltà per ripiego e non per interesse;
- Perché la passione non gli viene trasmessa.
Del punto 1 ne abbiamo parlato, del punto 2 invece basterebbe semplicemente dire che troppo spesso dietro le cattedre universitarie ci sono dei veri e propri incompetenti dal punto di vista dell'insegnamento.
Qualcuno li ha messi lì a prendere un comodo stipendio da professore universitario di seconda fascia e loro se lo fanno andare bene. Non hanno loro per primi la passione per la materia che insegnano, figuriamoci se sono in grado di trasmetterla agli studenti.
Nella mia carriera universitaria (e non) si contano sulle dita di una mano gli insegnanti che mi hanno fatto innamorare di una materia. Il resto della categoria si limita ad insegnare passivamente qualcosa di cui conosce poco e che non ha mai nemmeno praticato.
Questo tipo di insegnante è probabilmente l'evoluzione di un 19enne che ha dovuto scegliere troppo presto cosa fare nella vita. Anche se potrei sbagliarmi...
Ho 28 anni e ancora non so che farne della mia vita
E non vedo dove sia il problema!
Chi ha deciso che esiste una deadline entro la quale se non hai dato una direzione precisa alla tua vita sei uno sfigato emarginato?
Qualcosa del genere era un modello che funzionava nella seconda metà degli anni 90, epoca caratterizzata da un'economia florida e da un progresso tecnologico lento come una lumaca.
Pensiamo che sia ancora così solo perché i nostri nonni si aspettavano questo dai nostri genitori che a loro volta si aspettano lo stesso da noi. Ma non è così che deve andare oggi.
Io adoro il Marketing, è la mia passione e mi piace imparare ogni giorno cose nuove ma come posso sapere se tra 10 anni sarà ancora il mio mestiere?
Per come vanno veloci le cose oggi probabilmente tra 10 anni esisteranno robot e algoritmi che conosceranno i bisogni di ogni singolo individuo meglio di qualsiasi azienda e quindi il Marketing potrebbe diventare una disciplina arcaica.
Non sarà la laurea a garantirmi un futuro
Credevo che iscrivendomi all'università e conseguendo una laurea avrei risolto tutti i miei problemi, ma non è stato così. Oggi sono ancora più insicuro di allora.
Sono certo che molti degli argomenti che ho studiato il mio primo anno di università oggi sono già obsoleti.
Il mercato del lavoro è troppo competitivo: oggi sono tutti laureati, chi prima chi poi ma tutti ce l'hanno un pezzo di carta... ma quanto vale questa cosa?
Non è un pezzo di carta a determinare il valore di una persona. Certo, la laurea attesta che hai portato a termine un percorso per cui ci vuole una buona dose di disciplina... ma non dice altro di una persona.
Una laurea non attesta che siamo in grado di risolvere dei problemi, che è proprio quello che le aziende cercano.
Proprio su questo oggi tutti noi competiamo con algoritmi e automazioni che hanno imparato appena a risolvere i problemi più banali e già si osanna Keynes come profeta per via della sua teoria sulla disoccupazione di massa dovuta al progresso tecnologico... Figuriamoci cosa succederà tra 10 anni.
Come fa un giovane come me ad essere sicuro di quello che vuole fare nella vita in un mondo così?
Cosa dico alle aziende che guardano l'età
Nei primi quattro mesi del 2020 ho rifiutato 10 proposte di lavoro, e tra tutti i difetti che avevano le proponenti devo ammettere che nessuna azienda ha mai badato alla mia età (nè al fatto che avessi o meno una laurea).
Se proprio dovesse capitarmi qualcuna che lo farà sarò contento di aver perso l'occasione di lavorare per dei trogloditi che giudicano qualcuno per questa banalità.
Una persona non è un numero. Non è la sua età, né il voto di laurea. Basta con questa "mentalità da QI".
Io voglio fare il batterista
Ma non di quelli professionisti, da palco, sesso, droga e rock n'roll.
Voglio fare il batterista di una band che suona musica rock e che fa massimo 4-5 serate al mese nei localetti di una cittadina tranquilla. Alla fine di ogni serata si smonta, birra con gli amici e via a dormire prima delle 2.
Non centra nulla col Marketing ma non ci deve azzeccare per forza.
Tra l'altro non voglio farlo nemmeno come mestiere principale, ma come hobby. Mi esercito ogni giorno per farmi trovare pronto quando arriverà la mia occasione.
Attualmente suono in una cover band con la quale facciamo 4-5 serate all'anno quando ci va bene. Ma questo è il modo in cui affronto la vita: con pazienza.
La mia però non è un'attesa passiva: sarebbe ozio, non pazienza.
La pazienza è tutto quello che fai mentre aspetti. Il mio credo è costanza + pazienza = risultati. L'occasione arriverà e se sono stato costante riuscirò a saltare a bordo.
Nel frattempo seleziono con cura tutte quelle prosposte a cui dire di no perchè sono solo perdite di tempo travestite da occasioni.
Dobbiamo darci una calmata.
Ho smesso con l'ossessione di voler controllare ad ogni costo la mia vita a e quello che mi succede. Tanto alla fine succede sempre qualcosa che mi rovina i piani e contro cui non posso combattere.
Avevo intenzione di laurearmi a Luglio ma il covid mi ha rovinato i piani e ho dovuto rimandare la laurea a Ottobre. Non è morto nessuno e io mi sono preso anche un paio di mesi di pausa-relax.
Lascio che sia la casualità degli eventi a guidare questa mia barca a vela.
Per dove? Non lo so, ma è proprio questo il bello: svegliarmi la mattina e sentire quella sensazione di disagio che mi pervade per la mancanza di una sicurezza che fino a qualche anno fa mi aveva solo reso la vita un inferno.
Io ho issato le vele e ogni giorno cerco di imparare qualcosa di nuovo sulla navigazione. Nel frattempo mi godo il sole e mi rilasso sullo scafo della mia barca che, anche se al momento fa acqua da tutte le parti, sono sicuro mi porterà in un bel paradiso tropicale.
Come prendere decisioni giuste?
Ho scritto questo articolo perché le persone che leggono la mia storia online non smettono di farmi domande tipo "ho 27 anni anche io e vorrei iniziare l'università, solo che non so se è la decisione giusta a questa età. Secondo te?".
L'unico consiglio che posso permettermi di dare alle persone a tal riguardo è che le decisioni giuste le riconosci perché sono quelle che ti fanno più paura.
Garantito per esperienza personale.
Ho finito, addios.
Back Office Telecomunicazioni
2 anniHo letto tutto d'un fiato. Grazie per queste parole bellissime.
WAO! Ho letto tutto d'un fiato. Bellissime parole amico mio.
Founder at The Sicilian Architect
4 anniArticolo di forte impatto emotivo. Complimenti Gigi,tu scrivi con il cuore e la testa e sai arrivare dritto all’anima delle persone! Io ho fatto un percorso più classico, inizio studi a 19 anni fine a 27 circa (con qualche pausa rock’n’roll nel mezzo) però mi trovo moltissimo nelle tue parole. A 28 anni girammo il primo video a Roma con la mia rock band ero neo laureato, neo disoccupato e andava bene così. Oggi a 36 anni mi sto mettendo in proprio ricominciando quasi da zero dopo aver lavorato per molti anni all’estero. Siamo la flow generation, a noi la precarietà ci motiva cazzo!😱😉💪
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