Http vs https: l’indicizzazione del tuo sito ti sembra bassa? Attenzione ai nuovi criteri di sicurezza di Google
Ne avrete sicuramente sentito parlare, o almeno lo avrete notato navigando online: da qualche tempo a questa parte i siti internet riportano, nella barra degli indirizzi, queste icone.
I simboli significano, molto intuitivamente, che un sito è sicuro, insicuro o se non è certa l’origine.
Il motivo è molto semplice: Google ha dichiarato guerra al protocollo HTTP.
“Un’altra guerra?” direte voi! E invece le motivazioni sono valide, anzi, sono importantissime.
Per spiegare in poche parole cosa significa questa decisione dobbiamo partire dalla base, ovvero cos’è il protocollo http e perché non è sicuro.
L’http è un protocollo di rete per la trasmissione delle informazioni, uno dei tanti protocolli, ma sicuramente il più utilizzato in passato.
L’http permette il trasferimento di dati, ma non garantisce di farlo in sicurezza.
Google, o più specificatamente Chrome, il browser di Big G, ha cominciato da gennaio 2017 a penalizzare i siti con protocollo http per favorire quelli con sito https, un protocollo di rete che utilizza un certificato di sicurezza SSL (Security Socket Layer).
Il certificato SSL è la protezione base per adeguarsi alle norme di Google.
E credeteci, è fondamentale farlo.
Perché? Perché Google è il motore di ricerca più usato, senza dubbi. Le statistiche degli ultimi anni rivelano che oltre il 90% delle ricerche sono effettuate su Google.
L’indicizzazione delle pagine che questo motore di ricerca straordinario effettua su tutti i siti internet è fondamentale per ottenere più visitatori e convertirli, successivamente, in lead.
Utilizzare il protocollo http danneggerà non solo la sicurezza e l’immagine del tuo sito, ma anche la sua indicizzazione.
Volete davvero essere penalizzati dal motore di ricerca che statisticamente vi porta più visitatori?
Non è sicuramente una strategia vincente.
Per questo, in questi ultimi mesi, si è vista una vera e propria migrazione dei siti da un protocollo all’altro. I siti che ancora portano la dicitura http, marcati quindi come “non sicuri”, sono ancora molti purtroppo, ma d’altronde è solo da gennaio che è cominciata questa caccia alle streghe che ha però, ripetiamo, intenti lodevoli.
D’altronde il motto è uno solo: la sicurezza prima di tutto.
Qui parliamo di sicurezza informatica, un tema che sempre più spesso ritroviamo sui giornali con accento negativo, quando avvengono attacchi informatici, furti di dati, persino furti di identità.
Prevenire, proteggere e non sottovalutare sono parole chiave quando si parla di sicurezza, ed è fondamentale che tutti lo capiscano.
Se un sito sicuro creerà un sentimento di fiducia da parte del visitatore, un sito “non sicuro” genererà timore. Nel primo caso l’utente continuerà la navigazione in tutta tranquillità, mentre nel secondo reagirà probabilmente chiudendo il sito o evitando di rilasciare dati sensibili.
Possiamo dargli torto? Non avendo certificati di sicurezza, il protocollo http non garantisce quella protezione che tutti noi pretendiamo da un sito affidabile.
Io non darei i miei dati sensibili ad una fonte se non la considero sicura, e voi?
La migrazione da un protocollo ad un altro non è difficile, ma chiaramente richiede impegno ed investimento, per questo forse ancora molti siti sono “insicuri”.
Ma il cambiamento è inevitabile. Questo è solo l’inizio della guerra di Google, che non si fermerà certo qui.
Ncl può aiutarvi a creare siti sicuri o a renderli sicuri, in modo da migliorare l’indicizzazione e l’affidabilità in un’ottica di totale trasparenza e sicurezza!
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