I BAMBINI CI GUARDANO
#HISTORYTELLING - COSA IMPARIAMO (O NO) DAI NOSTRI PRIMI COACH
Ho voluto intitolare le mie riflessioni di questa settimana con il nome di un famoso film del 1943, diretto da Vittorio De Sica, che costituisce per lui l’inizio di una serie dedicata alla condizione dell’infanzia, come Sciuscià o Ladri di Biciclette.
Il film si concentra sulle vicende vissute da Prico, figlio di quattro anni di una coppia coinvolta in una relazione extraconiugale. Sebbene la vicenda consideri le emozioni degli adulti, sono in realtà quelle del bambino a rappresentare il cuore della storia. Il regista inquadra i suoi occhi per ricordarci che i bambini vedono e percepiscono più di quanto gli adulti pensano che essi facciano. Prico non ha controllo sugli eventi della sua vita. Usa poche parole di dissenso, non esprime verbalmente la sua infelicità: ma i suoi occhi e le sue azioni trasmettono questi sentimenti meglio delle parole e sottolineano il fatto che
il bambino, spesso osservando in silenzio, apprende molte cose e dà forma al suo carattere, costruendo il suo futuro.
Tutto ciò è confermato dalla scienza. Una ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science dimostra che bambini molto giovani possono essere in sintonia con “desideri, preferenze, convinzioni ed emozioni” degli adulti. La ricerca suggerisce che essi posseggono delle abilità che molti adulti non gli attribuiscono. Per esempio, spesso riconoscono quando gli adulti non si comportano in modo normale o quando invece lo fanno.
In generale i bambini sono altamente ”percettivi”. I loro occhi osservano sempre, le loro orecchie ascoltano sempre, e le loro menti processano sempre i messaggi che poi assorbono. Se ci vedono creare giorno dopo giorno pazientemente una felice atmosfera della casa per il benessere dei membri della famiglia, essi imiteranno quell’attitudine per il resto delle loro vite.
Questo è quanto, seppure in un clima molto meno drammatico, emerge anche da una bella storia che vi propongo, la storia della “Ciotola di Legno”.
LA STORIA
Un vecchietto fragile e debole di salute andò ad abitare con suo figlio, la nuora e il nipotino di quattro anni. Le sue mani tremavano, la sua vista era confusa e i suoi passi molto incerti.
Tutta la famiglia mangiava insieme a tavola. Ma le mani tremanti del vecchio nonno e la vista incerta gli causarono fin da subito seri problemi nell’assunzione del cibo. I piselli rotolavano fuori dal cucchiaio sul pavimento. Quando prendeva il bicchiere di latte, ne rovesciava sempre un po’ sulla tovaglia.
Il figlio e la nuora divennero sempre più irritati per il disordine e la sporcizia che si generava. “Dobbiamo fare qualcosa per il nonno”, disse il figlio, ”Ne ho abbastanza del suo latte versato, del suo masticare rumoroso e del cibo sul pavimento”.
Per ridurre gli inconvenienti marito e moglie apparecchiarono un piccolo tavolo in un angolo. Lì il nonno mangiava da solo mentre il resto della famiglia si godeva la cena nella tavola principale.
Poiché il nonno aveva rotto un piatto o due, il suo cibo gli fu servito in una ciotola di legno. Quando la famiglia guardava nella direzione del nonno, talvolta si vedevano delle lacrime scendere dai suoi occhi mentre sedeva in solitudine. Le sole parole che la coppia gli rivolgeva erano rimbrotti quando faceva cadere una forchetta o del cibo.
Il bambino di quattro anni guardava tutto in silenzio. Una sera, prima di cena, il padre notò che giocava con dei pezzi di legno sul pavimento. Gli si rivolse con dolcezza e chiese, “che cosa stai facendo?” Con eguale dolcezza il bambino rispose, “Sto facendo una piccola ciotola di legno per te e per mamma così che possiate, quando sarete vecchi e io sarò cresciuto, mangiare il vostro cibo”. Il bambino sorrise e tornò al suo lavoro.
Questa risposta scosse i genitori lasciandoli senza parole. Allora le lacrime cominciarono a scorrere sulle loro guance. Anche se non si erano parlati, entrambi sapevano bene che cosa fare. Quella sera il marito prese la mano del nonno e gentilmente lo riportò alla tavola della famiglia, e da allora egli mangiò ogni pasto con tutti gli altri.
E, sorprendentemente, né il marito né la moglie sembrarono preoccuparsi più di tanto quando una forchetta cadeva o del latte veniva versato o la tovaglia veniva macchiata.
LESSON LEARNED
La morale di questa storia?
I genitori saggi si rendono conto che giorno per giorno essi costruiscono i blocchi fondamentali del carattere dei loro figli.
È perciò importante che siano sapienti costruttori e affidabili modelli di ruolo.
Il vecchio e il bambino, Francesco Guccini
Un vecchio e un bambino si presero per mano
e andarono insieme incontro alla sera,
la polvere rossa si alzava lontano
e il sole brillava di luce non vera;
l’immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d’intorno non c’era nessuno,
solo il tetro contorno di torri di fumo.
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva
con l’anima assente, con gli occhi bagnati
seguiva il ricordo di miti passati;
i vecchi subiscono l’ingiuria degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno nel loro pensiero
distinguere nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva, guardando lontano,
“Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti, immagina i fiori,
e pensa alle voci e pensa ai colori,
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli,
il ritmo dell’uomo e delle stagioni”.
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste
e gli occhi guardavano cose mai viste,
e poi disse al vecchio, con voce sognante
“Mi piacciono le fiabe, raccontane altre”.
Direttore Responsabile Wall Street Italia. Direttore Editoriale Brown Editore | Triboo Leopoldo.Gasbarro@triboo.it
6 anniCarissimo Edoardo...sei sempre un MAESTRO straordinario: semplice ed efficace. Grazie anche per questa lezione. Da genitore di due giovani ragazze le tue parole mi aiutano a riflettere, soprattutto orientano i mie comportamenti.