I conti Offshore cosa sono in realtà?
Prima di affrontare la questione sul “come aprire un conto offshore” bisognerebbe porsi un’altra domanda, ovvero se sia conveniente oppure no. La questione infatti si riduce al tipo di uso che si intende farne visto che, con l’adeguamento alle disposizioni internazionali in materia di trasparenza e antiriciclaggio, il numero di Paesi, un tempo solidi baluardi del segreto bancario, è in caduta rapida.
Quindi se l’apertura di conti bancari offshore è motivata dalla difesa della privacy in senso assoluto (ovvero anche riguardo al fisco) allora è più opportuno valutare soluzioni un pò più complesse, che affiancano al sistema utilizzato nei vari paradisi fiscali, anche uno schema di creazione delle posizioni bancarie creato appositamente, fermo restando che bisogna fare attenzione al sottile limite che tiene separato ciò che è legale da ciò che non lo è.
Il significato di “conto corrente offshore” è sommariamente quello di un rapporto bancario aperto in un’altra giurisdizione rispetto al proprio Paese di residenza che, molto spesso, coinvolge quelle realtà che vengono additate come Paradisi Fiscali, considerate le condizioni “agevolate” riservate a livello fiscale (non è detto anche sotto il punto di vista dei costi di gestione dei conti che normalmente sono abbastanza esosi).
Per l'apertura di un conto offshore, in sostanza vanno analizzate le reali esigenze del cliente ed è comunque sconsigliabile ad un residente in Italia l'apertura in quanto ormai tutti i Paesi hanno aderito al CRS e quindi la privacy è inesistente. Vi sono ancora Paesi dove l'apertura di un conto può darvi una certa tranquillità (vedi il Montenegro) ma in linea generale per un soggetto privato è sconsigliabile.
Diverso è per un conto Corporate che può essere affiancato da una società in Giurisdizione favorevole ma il discorso è completamente diverso e va analizzato con serietà e rispettando comunque le normative Internazionali.