...i lavori infiniti... senza colore!
Non sono mai polemico e, da anni, ho preso l'impegno di comunicare su queste pagine fatti concludenti e produttivi... che facciano sperare che l'avvenire possa essere meglio del presente.
Tuttavia proprio oggi facevo una riflessione che voglio condividere anche su queste pagine e che fa trasparire la mia quotidiana indignazione.
Mi riferisco ai lavori senza fine della Via Tiburtina del tratto che va dal tecnopolo fino alla stazione metro di Rebibbia.
Era il lontanissimo gennaio 2008 quando fui testimone della posa della prima pietra in località Settecamini. Il Sindaco di Roma era Walter Veltroni e quello di Guidonia Montecelio Filippo Lippiello.
Se qualcuno, leggendo queste poche righe, pensa che io stia sbagliando con le date sappia che sono più che esatte e che, per puro scrupolo, le ho appuntate sull’agenda dell’epoca.
Premetto che nella fattispecie il Comune di Guidonia Montecelio (almeno questa volta!) non c’entra nulla e che i lavori sono onere del Comune di Roma anzi di ROMA CAPITALE.
E allora un po’ da populista mi permetto di dare qualche dato.
Da allora sono passati ben 10 anni. In questi 10 anni si sono succedute amministrazioni comunali di tutti i colori: qualche mese il centro-sinistra con Veltroni/5 anni il centro-destra con Alemanno/2 anni il centro-sinistra con Marino/1 anno e mezzo i cinquestelle con Raggi.
I lavori attualmente sono fermi da aprile 2017.
La triste ed indignata riflessione riguarda proprio questo immobilismo. Non sono abituato a parlare a vanvera, senza dati. Questa volta, tuttavia, lo faccio. Non so quanti denari erano stati previsti per l’opera e quanti ne sono, invece, stati spesi. Non so quale era originariamente la data di consegna dei lavori (suppongo sia da tempo spirata!), non so quante varianti hanno interessato il cantiere. Quello che so è che un Paese moderno, appartenente all’opulento e un po’ decadente Occidente non può aspettare 10 anni per completare un’opera viaria fondamentale e che è la principale arteria di collegamento di un Hinterland popoloso ad est con la stessa capitale del Paese.
Rischio di essere populista, lo so, ma la mia riflessione non ha velleità né colore politico. Berlino è stata ricostruita ed unificata dopo la caduta del muro, con i ritardi noti dell’est rispetto all’ovest, in soli 20 anni ed ha cambiato volto ed oggi è un paradigma, un riferimento della modernità a livello globale.
Noi invece passiamo un decennio di cantieri infiniti, di restringimenti, di traffico e di errori per completare l’allargamento di qualche kilometro di una strada.
In questo sta la differenza e in questo si misura la capacità e l’efficienza a cui il nostro Paese dovrebbe aspirare. E’ chiaro dalla mia breve disamina è che non vi sono responsabilità di quella o di questa parte politica... ma è il “sistema” che non va e di questa sostanziale inefficienza dobbiamo come Popolo acquisire consapevolezza al di là degli slogan politici, dei populismi, delle posizioni partigiane ,per confermare che NON FUNZIONIAMO a tutti i livelli ed in tutte le latitudini e che il cambiamento necessario è culturale, politico, ma soprattutto etico e sostanziale!!!
La speranza è l’ultima a morire... ma spero di vedere prima o poi i segni di questa speranza!!!