I primi passi per la valorizzazione: attribuzione e stato di conservazione

I primi passi per la valorizzazione: attribuzione e stato di conservazione

Comodati, donazioni, prestiti, partecipazione a esposizioni sono tutte attività che incrementano la visibilità delle opere. Ma nulla vieta che le opere restino esclusivamente nel godimento del collezionista, anzi. Anche in questo piacevole caso, un advisor può essere utile per tenere monitorata la collezione.

Per procedere nella conduzione delle varie attività di valorizzazione delle opere, a seconda delle necessità del collezionista, c’è comunque sempre la necessità di possedere un quadro chiaro, attuale e completo dell’asset; per fare ciò è bene condurre una serie di attività di indagine, ricerca e analisi delle informazioni e sui dati raccolti.

In queste, come in altre attività, l’art collection manager guida il collezionista nell’orientarsi al meglio nella complessità della gestione di una collezione d’arte che, come si è visto, comporta l’esistenza di un generale dovere di diligenza, elevati standard di competenza e una profonda conoscenza del mercato e della storia dell’arte.

Il primo tema da affrontare, il più delicato e complesso è quello dell’autenticità. Per il mercato degli artisti del XX e XXI secolo, I certificati di autenticità sono documenti formali che accompagnano l’opera e che ne attestano l’autenticità; Hanno specifica rilevanza, sia nel caso di autori viventi che non più in vita, laddove il certificato sia firmato dall’artista o, per suo conto, dalla fondazione dell’artista, da una galleria o da un critico autorevole. Occorre poi prestare molta attenzione al fatto che – oltre all’opera – sia originale anche il certificato di autenticità. 

Non sempre però esiste un’autentica, parecchi artisti del XX secolo hanno redatto o fatto redarre del Cataloghi Generali contenenti le opere da loro ritenute autentiche. Il caso di Zervos per Picasso o Vitali per Morandi sono esplicativi: l’autenticità dell’opera è determinata dalla presenza in questi volumi. 

Naturalmente, quando è in vita, l’artista ha l’ultima parola sulla autenticità delle sue creazioni. Diverso è il caso delle fondazioni dell’artista o altri organismi che perseguono finalità di protezione e di valorizzazione del lavoro dell’artista non più in vita e che svolgono anche servizi di autenticazione delle opere. Qui il peso delle opinioni delle fondazioni e di detti organismi sul mercato è del tutto evidente, essendo un’opera sprovvista di autentica o idonea documentazione difficilmente commerciabile. In mancanza di presa di posizione diretta dell’artista o di un organismo che si occupi delle sue opere, come per quasi tutti gli artisti antichi, la conferma della paternità e della autenticità dell’opera – procedimento noto anche come attribuzione – consiste  nell’espressione di un’opinione basata sullo stato attuale della conoscenza di storici dell’arte. Strumenti di aiuto per la ricostruzione dell’attribuzione dell’opera a un determinato autore o scuola di appartenenza si basano sulla storia del dipinto, sulla pubblicazione di cataloghi, sui precedenti passaggi in asta, sulle mostre e pubblicazioni e sulla provenienza. Accanto a queste informazioni, occorrerà l’ausilio dell’esperto delle opere di un dato artista o di un dato periodo storico al quale l’opera afferisce, che abbia una sua specifica autorevolezza e comune riconoscimento da parte del  mercato. Non da ultimo, le analisi scientifiche del conservatore possono coadiuvare i pareri degli esperti.

Grande attenzione va rivolta infatti anche allo stato di conservazione delle opere: bisogna procedere con una prima analisi eseguita da un esperto e quando ritenuto necessario, da un restauratore. Ogni periodo e ogni tecnica comporta competenze diverse per cui diversi sono anche gli interlocutori. L’importanza dello stato di conservazione si riflette immediatamente sul valore economico dell’opera stessa. Ulteriore passo è la verifica che lo stato di detenzione sia consono alla cura dell’opera: i quadri sono in uno spazio privo di umidità? I mobili soffrono di sbalzi di temperature? E così via.

Successivamente si passa ad un controllo sui dati esistenti per le opere: si controlla la segnalazione dell’opera nelle banche dati dell’Art Loss Register e del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC); si verifica lo stato in essere per l’eventuale esportazione e si controlla che tutta la documentazione sia aggiornata e corretta.

Clarice Pecori Giraldi


[Una prima versione di questo articolo è comparsa all’interno della pubblicazione Il diritto e la fiscalità dei mercati internazionali dell'arte edita nel 2024 da Wolters Kluwer Italia.]

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