I progetti di pulizia della plastica dell'oceano possono effettivamente pulire tutta la plastica dell'oceano?
Come tutti ben sappiamo, i nostri oceani hanno un problema di plastica e affidarsi alla tecnologia che mira a raccogliere i detriti di plastica dalla superficie dell'oceano non sarà purtroppo sufficiente a risolverlo. Con la quantità di massa di plastica che viene incanalata nei nostri oceani dalla terraferma, tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate all'anno, le tecnologie di bonifica degli oceani non sono sufficienti e non potranno mai recuperare del tutto quanto disperso. L'unico modo per ridurre veramente la quantità di plastica nell'oceano è di impedirgli di raggiungerlo.
Il problema principale è nella capacità della tecnologia di ripulire effettivamente l'oceano. Purtroppo non tutti i rifiuti dell'oceano galleggiano in cima all'acqua per una facile raccolta. Solo una piccola percentuale, 269.000 tonnellate (sotto forma di circa 5,25 trilioni di particelle di plastica), si trova sulla superficie dell'oceano. Si prevede che tale quantità crescerà fino a superare le 860.000 tonnellate entro il 2052, momento in cui si prevede che, grazie ai miglioramenti ed una più efficace capacità di raccolta e di riciclo, non si genererà alcun nuovo inquinamento da plastica (anche se dovremo comunque fare i conti con tutta quella plastica già presente nell'acqua).
Il progetto Ocean Cleanup, il tanto decantato no-profit olandese che utilizza un tubo galleggiante lungo 600 metri a sfioramento della superficie dell'oceano per raccoglierne la spazzatura, mira a tagliare la Great Pacific Garbage Patch, una massa di 80.000 tonnellate di plastica, del 50% in cinque anni.
Nella realtà dei fatti però, considerando di mettere in funzione 200 dispositivi di questa efficienza senza sosta dal 2020 al 2150, si stima che possano raccogliere circa 44.900 tonnellate di detriti di plastica galleggianti, poco più del 5% del totale stimato al termine di quell'anno, lasciando ancora 816.000 tonnellate di plastica sulla superficie dell'oceano.
Pertanto questi dispositivi, purtroppo, non sono così efficaci. Soprattutto se si tiene conto del loro costo di produzione e manutenzione. Possono raccogliere solo plastica di superficie (e potenzialmente sotto-superficiale) di dimensioni superiori a 1 millimetro, ma una grande porzione di plastica che entra nell'oceano o affonda o viene scomposta in particelle più piccole di 1 millimetro.
Il team di Ocean Cleanup, comprendendo questi numeri, ha deciso di investire in dispositivi fluviali che intercettino la plastica che entra nell'oceano all'origine, la più cruciale per i suoi sforzi di pulizia. Il no-profit stima di poter raccogliere in questo modo da 50.000 a 100.000 chilogrammi di spazzatura al giorno. Le barriere fluviali potrebbero essere più efficaci della sola raccolta di superficie dell'oceano e sarebbero meno costose da utilizzare. Con circa l'80% dell'inquinamento da plastica oceanica che entra attraverso i fiumi, un arresto completo attraverso le barriere fluviali potrebbe ridurre la quantità di plastica della superficie oceanica di 462.000 tonnellate.
Le barriere fluviali non fanno nulla per la plastica già presente nell'oceano, però. Purtroppo, non potremo mai rimuovere tutta la plastica dall'oceano, soprattutto quella che si è rotta in micro-plastica. Questi dispositivi di pulizia sono l'ultima linea di difesa, abbiamo il dovere prima di ridurre la produzione e il consumo di plastica monouso. Ora è il momento di ridurre le emissioni, ed è il momento di raccogliere la plastica grande prima che si rompa in plastica piccola.
Un solo dispositivo di pulizia potrebbe non salvarci, ne servono più di uno, insieme allo sforzo di raccogliere la plastica alle foci dei fiumi e alle politiche per fermare la produzione di plastica.