I record non sempre sono positivi

I record non sempre sono positivi

Come avrai intuito, non voglio parlare di imprese epocali che resteranno nella storia in maniera positiva.

Oddio, nella storia certi dati ci resteranno di sicuro, ma di certo non sarà un ricordo felice.

Mi riferisco, nello specifico, al numero di aziende che in Italia hanno chiuso i battenti dall’inizio della grande crisi del 2008.

Considera che il nostro paese ha toccato la cifra di 100.000 attività fallite per insolvenza economica già nel 2016. E questo dato non ha accennato a calare neanche negli anni successivi. 

Insomma, nella storia del futuro il nostro paese rischia di essere ricordato anche per record di questo genere e non solo per pizza, pasta e mandolino.

Ma perché succede questo? E come mai è proprio in Italia che queste cifre toccano l’apice rispetto ad altri paesi europei e non?

I motivi sono molteplici, ovviamente, ma il concetto può essere sintetizzato molto facilmente: la maggior parte di queste imprese erano “malate” già da molto prima.

Cosa intendo per “malate”? 

Presto detto.

La malattia in questione è la gestione approssimativa causata da un’ignoranza di base su come si porta avanti il mestiere di imprenditore. E i sintomi di tale malattia vanno dalla scarsa capacità di gestione dei clienti e dei numeri aziendali, per arrivare a vere e proprie azioni che non solo non lavorano a favore dell’impresa, ma addirittura hanno l’effetto di remarle contro e causare ancora più danni.

Questa ignoranza non è certo colpa di chi queste aziende le gestisce, intendiamoci.

Il problema principale è che in Italia “si è sempre fatto così”. E, di conseguenza, chi avvia un’attività non può fare altro che prendere esempio da chi è venuto prima di lui.

Questo poteva andare bene fino a 30 anni fa, quando la concorrenza era poca, le cose da gestire erano meno e bastava aprire bottega nel proprio paesello e fornire un buon prodotto perché la gente accorresse a frotte, una volta alzata la saracinesca la mattina.

Questa realtà non esiste più. 

E sicuramente te ne sarai accorto, indipendentemente da quanto tempo tu abbia avviato la tua attività.

Il risultato di continuare a prendere spunto da questo modo di fare azienda? I numeri di cui ho parlato all’inizio.

Chiunque pensi ancora di poter sopravvivere nel mercato moderno continuando ad agire come si faceva nel ventesimo secolo è destinato a entrare inesorabilmente a far parte di quei numeri, buttando tempo, energie e denaro.

Se hai avuto modo di girare un po’ per il mondo di Metodo Merenda, tra le testimonianze degli studenti e i materiali che hai a disposizione, avrai capito quanto questo concetto sia di vitale importanza per me e per le persone che mi seguono.

Il mio obiettivo è fornire solide basi sulle quali far crescere attività di successo Marketing First, che rivoluzionino il tessuto imprenditoriale italiano e pongano finalmente un freno a questi record negativi che detiene il nostro paese.

Ed è proprio per questo motivo che ho voluto darti la possibilità di mettere le mani su “Frank Merenda Live”, un cofanetto da collezione che contiene tutti i materiali di due delle tappe più significative dei miei Tour.

Grazie ai concetti che puoi apprendere con le tappe di “Vendere in Italia” e “Il Marketing fa Schifo”, hai la possibilità di porre un freno a qualsiasi ostacolo ed errore rischi di compromettere la tua attività.

Ma questo incredibile concentrato di segreti per il successo sarà a tua disposizione solo fino alla mezzanotte di oggi, quindi non perdere altro tempo e vai ora su => http://bit.ly/2Rcej6t.

La strada per una crescita sana e costante nel tempo è fatta di lavoro e studio. E con “Frank Merenda Live” hai la possibilità di mettere le mani sulle basi fondamentali da cui partire. 

Inoltre, ti porterai a casa dei veri e propri pezzi da collezione che rappresentano due delle tappe più importanti dei miei Tour leggendari.

Ma ripeto, questa possibilità scadrà alla mezzanotte di oggi, quindi se non vuoi perdere questa incredibile opportunità, non aspettare oltre e corri su => http://bit.ly/2Rcej6t.

Rock ‘n’ Roll!

Frank

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