Il Barça cambia pelle
Alle 23.48 dello scorso 7 Marzo 2021 è iniziata ufficialmente la seconda era Laporta alla guida del Barça. Schiacciante la superiorità del candidato alla presidenza emersa in sede di votazione con un 54,28% rispetto al 29,99% del secondo classificato Victor Font.
Laporta sostituisce il dimissionario Bartomeu, fresco reduce da uno dei maggiori scandali della storia del club Culé dopo aver distorto informazioni e escluso il Consiglio Direttivo dal processo decisionale relativo all’utilizzo di determinate risorse economiche; il suo obiettivo principale sarà quello di contenere la disastrosa situazione finanziaria in cui versa il club (1.173 milioni di euro di debito, di cui 730 da corrispondere nel breve periodo) e di riportare la squadra a competere ad armi pari sul palcoscenico europeo: l’ultimo Barça targato Laporta è infatti quello del 2010 nonchè il più vincente della storia con sei titoli conquistati in un anno solare agli ordini di Guardiola (Liga, Copa del Rey, Champions League, Supercoppa di Spagna, Supercoppa d’Europa e Mondiale per Club).
E’ anche per i risultati sportivi conseguiti durante il suo primo mandato che Laporta ha dalla sua parte una delle personalitá più influenti dell’ambiente blaugrana: Leo Messi, il miglior giocatore della storia del club che ha vissuto durante l’era Bartomeu il punto più basso in termini di relazione con il Barça.
La complessità del rapporto si è manifestata con tutta la sua forza ad Agosto 2020, quando l’entourage del 10 ha inviato un burofax per avvalersi di una clausola che avrebbe permesso al fuoriclasse argentino di liberarsi a costo zero dal Barcelona; era solamente l’inizio di una telenovela che ha tenuto banco nel corso del calciomercato estivo, per poi concretizzarsi quindi in un nulla di fatto condito da dichiarazioni di pura circostanza da parte tanto della dirigenza che dell’attuale allenatore Koeman. La situazione, se possibile, si è complicata ulteriormente con la recente pubblicazione dello stipendio di Messi da parte dell’organo di informazione El Mundo: negli ultimi quattro anni il Barcelona ha corrisposto a Messi 555 milioni, 138 per stagione, considerando diritti di immagine e alcune clausole multimilionarie dipendenti dal raggiungimento di diversi obiettivi.
Riguardo a questo tema, Joan Laporta ha fatto da pompiere durante il periodo di campagna elettorale spiegando che la cifra è tutt’altro che fuori da qualsiasi logica poichè Messi rappresenta una delle maggiori fonti di ricavo del club, grazie alla forza della sua immagine riconosciuta in tutto il mondo; un intervento particolarmente gradito dall’argentino, che ha disegnato le fondamenta per la discussione del rinnovo del contratto in scadenza. Il nuovo presidente fará tutto il possibile per convincere Messi a restare e costruire intorno a lui il Barça del futuro, cercando di contenere (questo sí) i termini economici del contratto viste le criticità finanziarie; Messi d’altra parte farebbe fatica ad accettare altre destinazioni sia per questioni di attaccamento alla maglia che per contingenze familiari (i tre figli hanno rispettivamente 8, 5 e 2 anni e dovrebbero ambientarsi in una nuova realtà all’estero).
Dal punto di vista della gestione della rosa, il lavoro di Koeman è al momento ineccepibile visti i buoni risultati in termini di responsabilizzazione di alcuni giovani talenti che allo stesso tempo di rigenerazione di giocatori che provenivano da stagioni in chiaroscuro: in quest’ottica, Pedro González López, detto Pedri, è la rivelazione non solo della squadra ma anche della Liga 2020/2021; prelevato dal Las Palmas, ha portato una ventata di aria fresca al centrocampo blaugrana, influenzando in positivo anche le prestazioni di De Jong e Busquets. La gestione Koeman ha fatto emergere anche due nuovi volti in difesa: Araujo e Mingueza, rispettivamente 22 e 21 anni, probabili eredi del testimone che lascerà prossimamente Gerard Piqué; impossibile poi non menzionare Ansu Fati, attualmente infortunato ma fondamentale nella prima parte di stagione, e l’astro nascente Ilaix Moriba, centrocampista centrale di 18 anni, che vanta in stagione 1 gol e 2 assist.
In termini di recuperi invece, la miglior notizia possibile riguarda Dembelè, un giocatore che sembra aver ritrovato gli strappi e i colpi che hanno impressionato gli addetti ai lavori ai tempi del Dortmund, sempre più a suo agio nel ruolo di seconda punta del 3-5-2 disegnato negli ultimi tempi dal tecnico olandese.
L’ultimo “cambio pelle” del Barcelona infatti è il sistema di gioco, dall’iniziale 4-2-3-1 all’attuale 3-5-2, complice anche l’assenza di Coutinho: il duo in mediana soffriva eccessivamente le offensive avversarie e, considerata anche la poca predisposizione difensiva dei due laterali Dest (Sergi Roberto non è praticamente mai stato a disposizione) e Jordi Alba, ha causato la concessione di qualche gol di troppo per il Barcelona. Al contrario, la difesa a 3 permette ai blaugrana una migliore costruzione dal basso (esaltata dalle qualità tecniche di Ter Stegen), incursioni da parte degli esterni (due gol di Jordi Alba nell’ultimo mese di Liga), e meno punti di riferimento per Messi che può muoversi su tutto il fronte offensivo per ricevere palla e concludere o per assistere gli inserimenti dei compagni (5 assist nel 2021). È stata questa la ricetta che ha permesso un’insperata rimonta in Liga e l’accesso alla finale della Copa del Rey, dove i blaugrana hanno recuperato l’iniziale svantaggio maturato nella semifinale d’andata contro il Siviglia.
In attesa di vedere come si concluderá la stagione e se Koeman verrá confermato, il Barça ha ufficialmente cambiato pagina.