Il bordo del matto

Nelle regate veliche le barche si posizionano in modo tale da effettuare un percorso che le porterà a circumnavigare la boa di riferimento. Molti marinai inesperti puntano la boa con la prua pensando di abbreviare il percorso ed essere più veloci. A volte, invece, si vede qualcuno che mette prua verso un punto apparentemente divergente che non c’entra niente con il percorso minimo e veloce. Questo si chiama in gergo “il bordo del matto”.

Poi accade che quel matto, che nel frattempo è andato a prendere il vento, sfrecci a velocità elevata raggiungendo la boa prima di tutti. La morale è che la strada è lunga e tortuosa, che non esistono scorciatoie, facili percorsi, o compromessi inconfessabili per arrivare al traguardo.

Non ho mai puntato alla carriera nella mia vita professionale. Ho voluto approfondire piuttosto i fondamenti della professione, spaziando dal campo addestrativo a quello della sicurezza, dalle dinamiche sindacali a quelle istituzionali, studiando per tanti anni cose che apparentemente non c’entravano nulla con il volo.

Apparentemente.

Poi, decidi di smettere con il volo e ti guardi dietro rendendoti conto di quante cose hai fatto, ma di cui non ti rendi conto per via della velocità e della mole di impegni svolti durante questi anni. E improvvisamente, dal 2022 cominciano ad arrivare una serie di proposte che sono il risultato di quel lavoro preparatorio durato almeno quindici anni, durante i quali non è stato facile, anche perché spesso e volentieri mi sono messo contro qualcuno o qualcosa, quando vedevo che le cose non potevano andare in quella maniera. E infatti non ci sono andate. Fallimenti, licenziamenti, cassa integrazione, distruzione di know-how sono la dimostrazione di quel semplice teorema.

Oggi sono stato nominato direttore operazioni volo di Aeroitalia, un incarico che mi riempie di orgoglio non per la posizione in sé, ma per la possibilità di lavorare gomito a gomito con Gaetano Intrieri, la persona che senza dubbio mi ha colpito più di tutti per la sua preparazione in campo aeronautico, e con il quale c’è una consonanza di pensiero come con pochi altri.

In un anno è riuscito a chiudere il primo bilancio in attivo, essendo partito con una dotazione di capitale di 5 milioni, cioè quello che altri perdono in tre giorni. Un anno tumultuoso in cui è riuscito a raddoppiare la flotta, ad assumere personale, pagare tutti gli stipendi, aprire nuove rotte, vincere la continuità territoriale con la Sardegna, stabilire contatti diretti e reciproci con le varie regioni.

Far parte del management di Aeroitalia è per me fonte di immensa soddisfazione, una sfida che permette di dimostrare finalmente che con competenza e serietà si possono gestire le compagnie aeree anche in questo Paese che, come un novello Crono, ha divorato nel recente passato tutte le sue creature.

Il lavoro da fare è tanto, ma facendo parte di una squadra che sta reclutando ogni giorno i talenti presenti nel nostro panorama del mondo del lavoro, abbiamo davanti un obiettivo ambizioso ma raggiungibile: scrivere una pagina finalmente gloriosa nella storia del trasporto aereo di questo Paese.

Ad maiora, semper.