IL BULLISMO

IL BULLISMO

IL BULLISMO 🚫

🔎 Da una rilevazione Istat del 2015, quasi 1 BAMBINO SU 5 (19,8%), dichiara di aver subito azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese. In circa la metà si questi casi (9,1%), si tratta di una ripetizione degli atti decisamente asfissiante, una o più volte a settimana. Le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore rispetto ai ragazzi (9.9% rispetto all'8.5% dei maschi).

CHE COS'E' IL BULLISMO? 🤔

Olweus, psicologo norvegese, fu uno dei primi a interessarsi al fenomeno del bullismo compiendo ricerche sulla diffusione di tale manifestazioni, ideando un questionario anonimo sulle prepotenze subite e agite a scuola e predisponendo una serie di interventi per contrastarlo.

Olweus (1986; 1991; 1993) ha spiegato che “uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni”.

Le tra caratteristiche che distinguono il bullismo sono:

• Intenzionalità, che implica la volontà deliberata di recare offese;

• Sistematicità, che indica una continuità nel tempo delle azioni di sopraffazione;

• Asimmetria di potere, che indica la presenza di differenze fisiche o psicologiche tra bullo e vittima, tali da definire due ruoli, quello del prepotente che sottomette e della vittima che subisce, spesso senza denunciare, per paura di ritorsioni del bullo.

La sopraffazione del bullo può essere esercitata in diversi modi:

 azioni fisiche di prevaricazione, che spesso sono quelle che, facendo più notizia, sono più note all’opinione pubblica; esse possono andare da episodi di aggressione lieve (tirare i capelli o spintonare), all’appropriazione o danneggiamento di oggetti altrui, fino alle forme più gravi di violenza fisica;

 comportamenti verbali di prevaricazione, che comprendono diverse forme di minacce, insulti, prese in giro che possono riguardare temi scolastici, aspetti di personalità, caratteristiche fisiche (anche handicap o colore della pelle);

 comportamenti indiretti di prevaricazione, che costituiscono la modalità più subdola di bullismo, spesso basata sul pettegolezzo, sulla calunnia e l’isolamento sociale.

Il bullismo non riguarda solo il bullo e la vittima, ma coinvolge un intero gruppo di pari, ciascuno con un suo ruolo. Infatti, il bullo è generalmente il bambino aggressivo, favorevole alla violenza, spesso impulsivo, dominatore, insofferente alle regole, scarsamente empatico e poco sensibile verso la sofferenza delle vittime, che sminuisce colpevolizzandole o de-umanizzandole. Poi vi sono i sostenitori, che sono seguaci del bullo, lo incitano e lo approvano, senza però prendere parte alle azioni violente ma osservando e incitando rinforzando così il comportamento violento e legittimandolo. I bambini che assumono questo ruolo sono definiti anche “bulli passivi”, sono spesso insicuri e ansiosi e si sentono protetti dalla potenza del bullo.

Poi, vi sono le vittime, che spesso sono bambini insicuri e ansiosi che non reagiscono agli attacchi, ma piangono oppure si isolano. Sono spesso più fragili dei bulli, fisicamente ed emotivamente, meno capaci nelle attività di gioco, sportive e di lotta. Spesso hanno una bassa autostima, sono timidi e hanno paura di chiedere aiuto o non vogliono chiederlo perché di vergognano o temono vendette da parte dei bulli o derisioni dai compagni per non essere stati coraggiosi. Infine vi sono i sostenitori della vittima che danno il loro appoggio e i soggetti neutrali che sanno cosa succede a non riferiscono nulla agli adulti, cercano di rimanere estranei, per timone o indifferenza, ma con la loro omertà avvalorano le prepotenze.

COME FRONTEGGIARE IL BULLISMO A SCUOLA?

Per fronteggiare il bullismo è importante che la scuola sia in grado di riconoscere ed identificare precocemente i ragazzi a rischio di vittimizzazione, in virtù di qualche forma di fragilità emotiva, comportamentale e relazionale e i gruppi maggiormente esposti al rischio di bullismo in quanto facilmente oggetto di stereotipi e processi di esclusione (allievi con disabilità, studenti stranieri, ecc.). Essenziale dunque risulta saper riconoscere gli indicatori di vittimizzazione e segnalare con tempestività al referente d’Istituto. Gli indicatori di vittimizzazione riguardano le diverse dimensioni: affettiva, cognitiva prestazionale, relazionale, familiare e sociale.

Per questo motivo, è molto importante inserire nel contesto scolastico dei progetti di prevenzione al bullismo i quali, attraverso l'utilizzo dell'educazione socio-affettiva o della psico-educazione, possono:

🔸 incrementare la conoscenza di sé

🔸 gestire le proprie emozioni

🔸 migliorare le relazioni di gruppo attraverso modalità comunicative funzionali

🔸 educare alla cooperazione

Offrendo ai bambini e agli adolescenti un’opportunità per affermarsi, attraverso un ruolo costruttivo, potranno essere meno motivati a definirsi attraverso ruoli devianti e distruttivi.


Dott.ssa Belotti

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