Il Calimero artigiano e la ripresa difficile
"Noi non soffriamo della sindrome di Calimero, ma ci rendiamo conto di essere l'anello debole". Le parole di Valter Tamburini, presidente della Cna Toscana, mostrano quanto il sentimento di fiducia nel futuro sia lontano dal cuore della maggior parte delle imprese artigiane. Che si trovano di fronte a un doppio paradosso, a vedere i dati della prima metà del 2015. Perché tornano a crescere i ricavi (+0,3%), la domanda interna si sta lentamente rianimando e spinge costruzioni e servizi (l'empasse dei Brics invece affossa pellettieri e filatori), ma non per questo aumentano gli investimenti (-10,5%). E perché il fiume di liquidità pompato dalla Bce nelle banche sgocciola appena sulle piccole imprese, ovvero ben oltre il 90% delle aziende toscane. Le incertezze del quadro rendono prudenti gli artigiani che non vedono una ripresa più vigorosa: una visione opposta alla "strategia dell'ottimismo" su cui il governo Renzi punta proprio per dare vigore alla tenue ripresa del 2015. Più che un pulcino nero, un cane che si morde la coda, mentre si allarga il gap tra chi ce la fa e chi no.