Il Caos arriverà. Prepariamoci ad accoglierlo

Il Caos arriverà. Prepariamoci ad accoglierlo

Pochi giorni fa leggevo un articolo che raccontava le storie di ex-campioni dello sport che, pur avendo guadagnato cifre astronomiche durante le rispettive carriere, sono finiti in rovina. Storie molto tristi legate ad investimenti sbagliati, spese folli ma anche abuso di droghe e alcool.

Il tratto comune è quello di essersi illusi che i soldi non finissero mai, che la propria carriera non avesse un termine, che non ci fosse un domani da costruire perché l’oggi sarebbe durato per sempre.

Ed è bastato un attimo per trovarmi a pensare alle grandi aziende del passato che hanno subito lo stesso destino. In effetti il termine “subito” è scorretto in gran parte dei casi: se si vanno ad approfondire le singole vicende si scoprono scelte strategiche sbagliate, mancanza di apertura al rinnovamento, mancanza di investimenti.

Penso ad esempio a TWA, che fu la prima compagnia aerea al mondo dotata solo di aerei a reazione e nel 1988 gestiva la metà del traffico passeggeri che attraversava l’Atlantico (!!).

Alla fine del 2001 l’azienda, ormai sull’orlo del fallimento, fini miseramente assorbita da American Airlines a causa di clamorosi errori strategici, tra cui la scelta di abbandonare all’inizio degli anni ’90 il mercato del Pacifico (Cina, Giappone, Corea, ecc.) perché ritenuto troppo povero…

Penso a Mariella Burani Fashion Group, grande gruppo della moda italiana attorno al quale gravitavano anche altri marchi come Braccialini, Baldinini, Coccinelle. A soli due anni dall’inizio della crisi finanziaria del 2008, i giudici di Reggio Emilia depositarono l'istanza di fallimento descrivendo la situazione come una “bancarotta da antologia" (pm di Milano Luigi Orsi). Evidentemente la campagna di acquisizioni degli anni precedenti aveva lasciato l’azienda senza le riserve necessarie ad assorbire il colpo di una crisi mondiale scatenata da una sciagurata banca d’investimenti .

Penso a Blockbuster, la società di videonoleggio che nel 2004 arrivò ad avere 9.000 punti vendita e 60.000 dipendenti nei soli Stati Uniti.

Nessuno in azienda si accorse dell’avvento di Internet e delle sue potenzialità. Fallita nel 2013, dopo soli 9 anni dal suo momenti di massimo splendore.

Il tratto comune a queste aziende è che non furono sufficientemente lungimiranti e capaci per sfruttare i periodi “buoni” per preparare il futuro, per prepararsi ad affrontare l’imprevedibile (la strabiliante ascesa delle economie asiatiche, la crisi finanziaria scaturita dalla bancarotta di Lehman Brothers, lo sviluppo della rete). Non abbiamo motivo di dubitare che ad un certo punto della loro storia si siano rese conto di cosa stesse accadendo e abbiano cercato di reagire ma il punto è che le aziende, come le persone, devono mettersi nelle condizioni di assorbire e reagire alle bordate del caos, dell’imprevedibile, prima che arrivino. Qualche volta è possibile mettersi in salvo durante una tempesta ma altre volte la tempesta è così forte da precludere qualsiasi via d’uscita quindi scegliere di cavalcare l’onda aspettando di agire solo quando ci si trova in piena burrasca è un’imperdonabile errore tattico.

Nella teoria dei sistemi complessi, il Caos è la condizione a cui tende un sistema governato da leggi imprevedibili e irregolari. Senza alcuna velleità scientifica, potremmo parafrasare il concetto dicendo che nel mondo economico il caos è rappresentato da tutto ciò che è troppo complesso da poter essere previsto o in qualche modo governato: lo sviluppo fulmineo delle telecomunicazioni, la caduta del muro di Berlino ma anche gli attentati alle Torri Gemelle. Tutti eventi difficili da prevedere ma che hanno cambiato il mondo in pochi mesi.

La storia ci insegna che prima o dopo il caos arriva, sotto forme inimmaginabili ma devastanti e l’unica possibilità di non soccombere è di essere flessibili come un giunco e le aziende hanno bisogno di tempo e preparazione per muoversi in questa direzione; servono impegno e risorse ed è necessario giocare d’anticipo perché quando si è già vicini al punto di rottura ogni minimo errore costa caro.

Tutto questo non è certo una novità: le teorie sulla Produzione Snella (Lean Manufacturing) partono dal presupposto che la domanda è imprevedibile e quindi l’organizzazione migliore non è quella che garantisce la massima efficienza entro un preciso range di variabilità ma quella che garantisce una flessibilità organizzativa sufficiente ad assorbire qualsiasi variazione del mercato senza traumi.

Immaginate però cosa significhi modificare la produzione, sostituire i macchinari, addestrare il personale in un periodo di grande pressione e difficoltà economica. Si tratta sicuramente di una scelta efficace se sviluppata in periodi più “tranquilli” mentre quando si è in mezzo alla tempesta forse resta solo da remare come si può.

TWA, Mariella Burani, Blockbuster avevano trovato un filone d’oro su cui si sono buttate a capofitto senza preoccuparsi di cosa sarebbe accaduto quando il filone si sarebbe esaurito; esattamente come gli ex-atleti dell’articolo citato all’inizio, hanno pensato che fosse inesauribile e che avrebbe procurato risorse sufficienti a gestire qualsiasi evento futuro.

Ma quando il caos è arrivato inesorabile si sono fatte trovare impreparate, incapaci di reagire in tempi sufficientemente rapidi da garantire la loro stessa sopravvivenza.

È giusto godere dei frutti del proprio lavoro ma è assolutamente fondamentale sfruttare i periodi positivi per preparare le aziende ai momenti di difficoltà che verranno perché non è possibile prevedere cosa accadrà ma

È possibile prevedere che l’imprevedibile accada

 

Martedì prossimo: Quali sfide future attendono i mercati ?

 Se siete interessati all’argomento potete leggere anche:

Riprendiamoci i fondamentali: Lean Manufacturing

L'effetto gregge esiste: cosa fare e cosa non fare per definire le strategie di sourcing 

La spinta dell'innovazione

Il titolo del cigno nero nasce da un episodio, la scoperta dello stesso (Il Cigno nero); prima della scoperta dell'Australia da statistiche e gli statisti affermavano con certezza che il cigno esistesse solo bianco, a seguito di una scoperta tutto cambio, bè questo spiega molte molte cose.

L'articolo tratta un argomento molto importante, molto ben descritto e scritto da Nassim Nicholas Taleb, il titolo è il Cigno nero. Il cigno nero per l'appunto è l'imprevedibile che starvolge il mondo, ma li viene spiegato in modo molto chiaro , soprattutto si evince che gli esperti gli statisti hanno sbagliato quasi sempre , per l'appunto nessuno ha saputo prevedere interenet, l'11 settembre i subprime, leggetelo lo consiglio

Federico Gambarini

VP Supply Chain & Operations at DEDAR MILANO

8 anni

Sicuramente le Disruptive Innovations possono rappresentare una parte degli eventi associabili all'idea di caos ma non certo la totalità. Faccio un po' fatica a considerare la vicenda Lehman Brothers o la caduta del Muro di Berlino come disruptive innovations

Dario Biggi

Senior Technology Executive

8 anni

Quello che in questo articolo viene chiamato CAOS è semplicemente la "Disrupting Innovation" che sta arrivando in tutti i settori....

Anna Calenne

R&D Technical Senior Consultant

8 anni

Grazie! Grande post! Vero, la flessibilità è un fattore chiave sempre. Inevitabile il caos o l'imprevisto, ma la capacità di sapersi gestire... rallentare se necessario o saper cambiare... è in questo che si riesce ad andare oltre

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