Il Kitsch e la Formazione a Distanza
Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto
In uno dei suoi libri più famosi, Gillo Dorfles affermava che il kitsch è la “volgarizzazione”, in quanto divulgazione di massa, dell’arte per fini speculativi. A scanso di equivoci, aggiungeva anche che definirlo brutto era improprio. Correva il 1968 e Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto entrava di diritto nell’alveo delle pubblicazioni più importanti per quanto riguarda la storia dell'arte.
Esperienza vissuta
Nonostante siano passati più di 50 anni dalla sua uscita, il libro ha contenuti ancora molto attuali, soprattutto la parte che riguarda le informazioni veicolate per mezzo dei nuovi media e la mancanza di un’autentica esperienza vissuta che ne contraddistingue l'utilizzo.
Dorfles scriveva che “La visione di immagini riprodotte - attraverso la fotografia, il cinema, la televisione, i rotocalchi, non è più in grado di trasmetterci una esperienza realmente vissuta anche se ci permette un pronto e rapido immagazzinamento di nozioni, come è stato ampiamente provato. Ne deriva una scissione tra l’eventuale apprendimento nozionistico e il vero e proprio Erlebnis delle immagini di cui si sia spettatori. Avviene su per giù, lo stesso fenomeno che si verifica quando si visiti un paese straniero e lo si veda riprodotto al cinema. Quell’alone visuale e auditivo, ma anche di sapori, di odori, di atmosfere che il paese straniero ci offre e che rimarrà inconfondibilmente nel nostro ricordo, si riduce a un immagine sbiadita, a un fantasma onirico quando ci venga trasmesso attraverso i nuovi mezzi meccanici di comunicazione”.
Formazione "grigia"
Seppure con tutti i distinguo del caso, le parole di Dorfles mi hanno portato a fare un parallelismo tra Formazione Residenziale e Formazione a Distanza. Proprio su quest’ultima parola voglio fermarmi un attimo, perché segna lo iato tra le due tipologie: più quella mediata è “grigia”, più aumenta la distanza che la separa da quella vissuta in presenza.
L'importanza dei contenuti formativi
A mio avviso ci sono alcune tipologie di contenuti che acuiscono la distanza tra tra Formazione Residenziale e Formazione a Distanza. Sto parlando di quelli che rendono l'esperienza mediata un'immagine sbiadita di quella reale. Le pagine scansionate dei libri, le registrazioni video troppo lunghe, gli audio dai toni piatti e monotoni, le fotografie stock acquistate online per pochi centesimi contribuiscono a rendere kitsch anche i corsi più interessanti. Come diceva Dorfles, "non è che siano brutti", semplicemente non raggiungono l'obiettivo. Non basta digitalizzare qualcosa per fare formazione, così come non basta mettere online del materiale per definirlo e-learning.
La qualità di un corso e-learning dipende necessariamente dalla proposta de contenuti che lo compongono. Il mio consiglio è di mettersi nei panni dei discenti. Cosa interessa loro? Quanto potranno "resistere" davanti ad un monitor? Si annoieranno? È tutto chiaro? Se le risposte vi preoccupano, è giunto il momento di contattare Different Web, l'azienda per la quale lavoro e che si occupa di Formazione a Distanza dal 2009. Siamo in grado di mettere a fuoco gli obiettivi dei Provider, realizzando Moduli formativi personalizzati e capaci di rendere l'esperienza "a distanza" più vicina alla vita reale. Semplicemente, mi sia concessa una battuta, contribuiamo a rendere il digitale un luogo un po' meno Kitsch... :-)
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11 mesiMassimiliano, thanks for sharing!
Viaggiatore, Amatore d'Arte, forse un giorno Scrittore
3 anniPoco prima di Dorfles, anche Umberto Eco si era occupato del Kitsch, nel 1964, e lo aveva definito "ciò che suggerisce al lettore l'idea che stia perfezionando una esperienza estetica privilegiata" anche se non è vero (ora in Apocalittici e integrati, p. 71). Una specie di surrogato, quindi, uno scambiare una cosa per un'altra. Formazione a distanza e Formazione residenziale hanno ciascuna la propria specificità e identità. Sono diverse e proprio di questa diversità, come dici giustamente tu Massimiliano, bisogna tenere conto. Non tutti sanno fare formazione a distanza, come non tutti sanno fare formazione in presenza. E chi di noi ha avuto qualche pessimo insegnante a scuola se lo ricorda bene!