IL LEGAME TRA CONSULENTE E CLIENTE:
una domanda che non trova offerta.

IL LEGAME TRA CONSULENTE E CLIENTE: una domanda che non trova offerta.

Articolo originale su: https://www.fairvalyou.it/perche/il-legame-tra-consulente-e-cliente/

Come esposto durante l’evento ConsulenTia19 lo scorso 5 febbraio a Roma, il 56% dei risparmiatori che si affidano ad un consulente finanziario si ritiene molto soddisfatto del servizio offerto, contro il 42% di quelli seguiti da un private banker.

Il dato, di per sé già significativo, ci dà un’altra informazione importante: l’esigenza di creare un vero e proprio legame fiduciario con il proprio consulente, facendo del consulente finanziario il punto di riferimento per il proprio patrimonio a 360°.

Purtroppo in Italia, questa domanda non trova ancora un’offerta aderente alle esigenze. Infatti, secondo la ricerca condotta da Finer, le caratteristiche del rapporto tra cliente e consulente devono passare da un rapporto più olistico rispetto alla mera vendita di prodotti finanziari.

Come spesso affermato in ogni piattaforma comunicativa di Fairvalyou, il fine ultimo del consulente finanziario non è quello di veicolare verso determinati investimenti finanziari, ma soprattutto offrire al proprio cliente un panorama temporale fatto di progetti di vita e di famiglia che possano soddisfare a pieno le esigenze, emozioni e possibilità del cliente stesso.

“…rapporto più olistico tra cliente e consulente”

Dunque, è questo il motivo per cui ci siamo spesso battuti per l’indipendenza di questa figura professionale: come si può proporre al cliente la migliore soluzione per i suoi risparmi se gli unici prodotti che il consulente o private può vendere solo quelli dettati da un intermediario finanziario?

Ancora, come possiamo evincere dal rapporto della Consob, le percentuali sono allarmanti per quanto riguarda la quantificazione di chi si affida ad un professionista e, di chi, invece, alla consulenza informale, fatta di consigli di amici e parenti.

Non è ciò di cui un cittadino medio ha bisogno. Le funzioni del consulente devono essere chiare:

  • stare accanto al cliente per ogni dubbio,
  • consigliare un ventaglio di possibilità in modo chiaro,
  • formare il risparmiatore e istruirlo su una conoscenza finanziaria almeno di base.

Altro dato interessante, riguarda la durata del rapporto a seconda del tipo di professionista. Infatti, i clienti seguiti da consulenti finanziari per oltre 10 anni sono il 50%, con una media di durata di circa 8 anni; tra quelli che si affidano ai private banker, solo il 24% supera il decennio, con una media di poco più di 6 anni; infine appena il 7% dei clienti dei bancari ha un rapporto che supera la decade, con una media di circa 5 anni.

Possiamo concludere con alcuni concetti su cui si fonda Fairvalyou e che sembrano in linea con i trend socio-demografici: la figura del consulente, la sua professionalità e preparazione, è il valore che il cliente ha a disposizione per ottimizzare il suo patrimonio e perseguire i suoi progetti di vita. Purtroppo non ci sono abbastanza consulenti finanziari indipendenti così come non c’è una sufficiente cultura in merito. Formarsi è il primo passo verso un miglioramento dello stile di vita.

Affidarsi ad un professionista preparato e intraprendere un rapporto di fiducia reciproca è ciò di cui oggi la nostra società ha bisogno. Come disse un grande imprenditore:

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo.”
Henry Ford

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