Il linguaggio ostico delle assicurazioni
Interessante articolo di InsuranceTrade.it (n.13503) in cui si dice che “il linguaggio che ancora tende a dominare nella contrattualistica assicurativa (…) è quello (…) che viene incontro alle esigenze di certezza e alla cultura tecnica (…) ma non (alle esigenze) di chi acquista (i prodotti assicurativi), privo (…) degli strumenti conoscitivi per poterne comprendere appieno la valenza. Se l’incomprensione è fonte di ritrosia, non è escluso che (…) la scarsissima penetrazione in Italia delle coperture contro i danni (…) rifletta anche le difficoltà di comprensione del (…) consumatore, inesperto e frastornato”.
Giusto.
Ma…
Qualcuno di voi si è mai compilato da solo il Modello UNICO o il 730 lamentandosi che è incomprensibile?
La maggior parte va al CAAF o paga un commercialista…
Qualcuno di voi si è mai auto-prescritto dei farmaci leggendo il bugiardino, lamentandosi che il linguaggio farmaceutico è incomprensibile?
La maggior parte di voi va dal medico (magari a pagamento) o in farmacia, paga e si fida…
Qualcuno di voi si è mai scritto da solo il suo atto notarile e poi l’ha portato dal Notaio solo per la vidimazione, lamentandosi che il linguaggio giuridico notarile è troppo complicato?
La maggior parte paga il Notaio per scrivergli l’atto, oltre che per vidimarlo, e si fida…
Qualcuno di voi ha mai fatto causa, o è stato chiamato in causa, e si è scritto da solo la memoria difensiva da produrre in udienza, lamentandosi che il Codice Civile e la giurisprudenza consolidata sono incomprensibili e a tratti contradditorie?
La maggior parte di voi paga un avvocato, e si fida…
Le assicurazioni sono “contratti” tipizzati nel Codice Civile, e come tali sono scritte in un linguaggio che deve, per sua natura, come si dice correttamente nell'articolo, venire “incontro alle esigenze di certezza e alla cultura tecnica”.
Perciò, per quale motivo dovrebbero essere scritte a prova di “consumatore privo degli strumenti conoscitivi, inesperto e frastornato”, per permettergli di risparmiare qualche Euro per la consulenza più importante per la tutela del suo patrimonio???
Perché non impariamo a PAGARE un esperto di strumenti assicurativi (come paghiamo il consulto del commercialista, Notaio, avvocato, medico, ecc.) per farci fare un’analisi del nostro rischio, spiegare all'esperto “cosa ci serve”, e farci spiegare quali soluzioni assicurative ci sono, e quali NON ci sono (perché NON c’è un’assicurazione per tutto!), invece di continuare a chiedere preventivi gratuiti per confrontare i prezzi di contratti, per i quali viene scritto giustamente che “non abbiamo gli strumenti conoscitivi per poterne comprendere appieno la valenza”???
La “ritrosia” del consumatore NON si vince semplificando il linguaggio delle polizze (il D.I.P. precontrattuale ne è la dimostrazione…), ma stipulando polizze adeguate e coerenti alle proprie esigenze, DOPO aver PAGATO qualcuno per fare l’analisi, la valutazione, e una previsione del trattamento del proprio rischio.
E questo “qualcuno” non può essere l’intermediario, perché c’è un conflitto di interessi fra un’analisi obiettiva e disinteressata del rischio e delle soluzioni assicurative, e la provvigione sulla polizza, che, per altro, spesso, è talmente insufficiente da non giustificare neanche la gestione amministrativa della polizza stessa, figuriamoci a dedicare tempo per evangelizzare gratis il consumatore perchè “privo degli strumenti conoscitivi, inesperto e frastornato”.
Il pensiero espresso nell'articolo è corretto e sacrosanto, ma c'è una soluzione molto più semplice e performante, invece di trasformare le polizze assicurative in fumetti, o i consumatori in assicuratori, ed è quella di imparare che si arriva alla polizza migliore solo DOPO un’attenta e coscienziosa analisi del rischio, e, come qualsiasi consulto in una materia ostica, scritta con un linguaggio ostico, da cui dipende qualcosa di cruciale per la nostra vita, è meglio avvalersi di un esperto, invece di improvvisarsi "assicuratori".
#kirm.it