Il MALE non PAGA, nemmeno di fronte al MIRACOLO
Una statuetta di plastica della Madonna dal peso di due chili e mezzo, ritrovata dopo un’operazione di polizia nel covo di un boss calabrese, piange 90 litri di sangue umano al giorno.
Fede e scienza, maldestri giocatori di scacchi, muovono a turno le loro mosse e come nel verghiano ciclo dei vinti, alla fine ci sono solo sconfitti: il limite della fede in dio e nella scienza vacillano di fronte alle mancate risposte.
Rifletto, dopo aver appena terminato di guardare la serie tv Sky, ideata da Ammaniti, il miracolo.
Tra una Roma livida e buia e una Calabria calda e piena di luce si muovono i personaggi della storia che si dipana nell’arco di una settimana: un giovane presidente del consiglio alle prese con una crisi politica e coniugale con l’inquieta moglie che fa sesso con sconosciuti e si stordisce con l’alcol.
Un prete di frontiera perso nella pornografia e nel gioco d’azzardo, una biologa con una madre inferma da accudire, un generale a capo dei servizi segreti che custodisce gelosamente la madonnina miracolosa a tratti vendicativa.
Non fa sconti infatti la statuetta, e da ognuno dei personaggi, pretende un pegno, un sacrificio, un dolore, con una equazione quasi elementare che forse abbiamo dimenticato, da grandi: il sangue della Madonna porta del bene a chi ha morale, la pietà della morte a chi ha compreso i propri errori e la verità a chi l’ha guadagnata con coraggio e porta il male assoluto, la punizione divina, su chi è vanesio, egoista e ambizioso.
Il male non paga, come già suo tempo ci ricordava Al Pacino, nell’Avvocato del diavolo.
La liturgia imbastita ricopre la sacralità attraverso il suo elemento essenziale: il sangue. E nel ritmo incalzante e coinvolgente, tante domande rimangono senza risposte. Per una volta, avevo sperato che alla morale si accostasse qualcosa di infallibile, forse la comprensione, l’accettazione dell’umanità, la nostra.