Il Marketing non deve convincere ma connettere

Il Marketing non deve convincere ma connettere

Vendere il ghiaccio agli eschimesi non è possibile.

Punto.

Non si crea un desiderio dal nulla. È una cosa che hanno provato a fare in tanti e raramente è andata bene. Facciamo qualche esempio:

  • Google Glass,
  • Segway,
  • Coca-Cola Blāk,
  • Apple Newton ed
  • il ketchup dai colori sgargianti della Heinz chiamato Squirt… bel nome, vero? 🤮

Tutti prodotti che hanno avuto - sì - un breve successo iniziale,  grazie a campagne di marketing particolarmente azzeccate.

Ma che sono stati - velocemente - ritirati dal mercato perché non rispondevano ad alcun desiderio o necessità. Qualcuno potrebbe obiettare che esistono - però - prodotti che hanno avuto successo creando nel pubblico un bisogno "dal nulla".

Come la Red Bull, che ha “inventato da zero” il mercato degli energy drink. Ma in realtà, la Red Bull ha semplicemente fatto leva su un bisogno già esistente: la voglia di superare i propri limiti.

Anche l’iPhone può sembrare un prodotto che deve il suo successo solo alla genialità del marketing.

Nessuno chiedeva un telefono senza tastiera, è vero, ma l’iPhone rispondeva a un desiderio più ampio: quello di "fare tutto" con il dispositivo, non solo le telefonate.

Il marketing, quindi, non consiste nel creare bisogni dal nulla, ma nel riconoscere e amplificare i desideri che il mercato ha già. Per questo puoi fare marketing solo se esiste un mercato. Il marketing non è manipolazione.

Non convince, connette!

Il marketing collega il prodotto ai valori emotivi profondi, già presenti nelle persone. Non forza la volontà, ma costruisce relazioni.

Quando una persona sente che un brand la comprende meglio di come lei comprende se stessa, l’acquisto diventa rapido e spontaneo. Il marketing non è quindi l’arte della persuasione, ma della comprensione.

Ti è mai capitato di dover promuovere prodotti che nessuno voleva?

Se sì, rispondi a questa email: mi piacerebbe davvero sapere cosa hai inventato e com’è andata.

Buon lavoro!

g.


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Concordo, è peccato di superbia credere di poter modificare i bisogni dell'umanità. I principali bisogni sono invece "sempre quelli", il bravo pubblicitario è chi interpreta il proprio prodotto in quelle chiavi lì

Anthony Micolitti

Responsabile Marketing e Comunicazione presso Pregis S.p.A.

2 mesi

Bravo Giorgio, mi ritrovo molto nel tuo ragionamento.

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