Il miglior social media per fare brand journalism
Fare brand journalism significa approcciare ai temi e alle questioni con maggiore profondità. Non ci si limita a uno slogan e, tanto meno, si ricorre allo spam. La prima domanda che il mio interlocutore pone è su quale social media sia meglio puntare. Lo dico subito, dipende. Da te, da quello che fai e dalle modalità migliori per raccontarlo.
Si fa presto a dire brand journalism, a voler utilizzare le tecniche del giornalismo per promuovere un’attività, un’impresa o uno studio professionale. Tuttavia, non tutte le piattaforme sono uguali e adatte per questo genere di lavoro.
La vera domanda da farsi per scegliere il miglior social media per fare brand journalism è “su quali piattaforme naviga il mio utente?”
Alla fine è tutto qui. Inutile decidere in base alle nostre preferenze personali se poi non corrispondono a quelle di coloro che potrebbero essere interessati al nostro messaggio. Un aspetto che devi mettere in conto in una strategia di comunicazione integrata, con tecniche di brand journalism, è che la parola d’ordine deve essere interagire. Non puoi pensare di aprire pagine e account solo per scrivere e abbandonare la piattaforma un attimo dopo. Darebbe una pessima immagine del tuo progetto e perderesti in men che non si dica tutti i tuoi follower. Hai mai provato simpatia per qualcuno che saluti per strada e non ti risponde? Ecco, appunto.
Passiamo in rassegna i principali social media e le loro caratteristiche.
E’ senza dubbio il primo social media in termini numerici di account, con due miliardi nel mondo e decine di milioni in Italia. Quanto questi dati corrispondano a persone reali, ovviamente, non è un elemento certo ma sono sempre numeri così importanti che non si può fare a meno di valutare l’opportunità di partecipare. Parto dal presupposto che tu apra una pagina, e non un profilo, per la tua attività perché ha una serie di funzioni avanzate e poi, diciamolo, racconta agli utenti di un progetto davvero professionale. Ancora, un elemento di vantaggio per il brand journalism è che ha introdotto la possibilità di scrivere articoli, non solo semplici post.
Consigliati da LinkedIn
Il social media più importante se svolgi la libera professione perché è quello sul quale ci si concentra di più su aspetti di lavoro. Devo ammettere, però, che anche su questa piattaforma cominciano a spingere per promuovere nuove modalità di influencer, che vengono definite “Top voice”. Potrebbe essere un vantaggio per te se associ al brand journalism campagne di promozione con testimonial che abbiano un seguito in piccole o grandi cerchie. Tra le tante opportunità, infine, quella di realizzare una newsletter direttamente in piattaforma (io ne ho una che si intitola “Lavoro oggi“) con la quale puoi stabilire un contatto stabile e duraturo con persone interessate alle tue competenze.
Youtube
Non solo video, ormai puoi pubblicare anche post e con link a siti esterni. Sempre più social, la piattaforma dei video per eccellenze, tuttavia, rimane preferibile se hai voglia e capacità di andare di metterci la faccia, nel vero senso della parola. Superato l’imbarazzo iniziale potresti dare vita a una rubrica video che informi gli utenti e che interagisca anche su proposte che arrivino direttamente da loro. Anche in questo caso un ottimo strumento per fare brand journalism, in video e non solo.
TikTok
E’ la piattaforma social del momento. Nata in Cina nel 2016 si sta imponendo grazie alla sua semplicità. E’ molto frequentata dai giovanissimi e questo è un dato importantissimo se il tuo lavoro è orientato a loro. Alle scorse elezioni politiche in Italia abbiamo assistito a tentativi, davvero goffi, di alcuni esponenti, soprattutto molto in là con gli anni, che hanno provato a fare breccia nei cuori dei ragazzi ma spesso con risultati davvero imbarazzanti. Più che un social media, a dirla tutta, si avvicina molto a un luogo di intrattenimento, nel quale vengono proposti contenuti video e che possono essere condivisi. Un momento di svago, non certamente di approfondimento ma per alcuni settori può essere vitale.
Quale social media scegliere per il tuo brand journalism.
Alla fine di questo breve articolo, nel quale ho scritto solo di alcune piattaforme ma potrai usarne altre ancora (ti suggerisco anche di valutare un canale Telegram), possiamo trarre qualche conclusione. Fare brand journalism richiede spazi oltre che capacità e competenze. Questo significa che devi scegliere un social media, non è detto che tu debba essere dappertutto, che consenta di esprimersi nelle forme più adatte al tuo pubblico di riferimento. Scegli accuratamente in base a questo principio su quale piattaforma concentrarti tanto se non sei la Coca Cola non hai bisogno di apparire ovunque, ti basteranno pochi fan ma buoni, ovvero che almeno ciclicamente acquistino servizi e consulenze da te.