Il mondo che cambia, visto dai libri

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Foto iStock / Circle Creative Studio

Come Londra è tornata a respirare 

Le sue politiche verdi hanno trasformato Londra nella prima “Città parco nazionale” al mondo, riducendo del 94% il numero di persone che vivono in aree con livelli illegali di biossido di azoto. Non solo: durante il suo mandato sono stati piantati 440.000 alberi e quintuplicate le piste ciclabili; sono stati installati un numero record di punti di ricarica elettrica ed è stata implementata la più grande flotta di autobus a emissioni zero d’Europa. Cosa ancor più sorprendente, le sue scelte hanno dimostrato ai sindaci di tutto il globo come sia possibile vincere (e rivincere) le elezioni puntando davvero sui temi ambientali, costi quel che costi. 

Sadiq Khan, sindaco della City dal 2016, racconta il percorso politico e umano – iniziato con una diagnosi di asma arrivata dopo la Maratona di Londra, corsa nel 2014 – che lo ha visto attraversare i sette ostacoli con cui le città devono fare i conti per affrontare con successo la questione ambientale. 

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Foto iStock / Ziba Photo Media

La Groenlandia? Non era tutta verde 

Il clima è sempre cambiato” si sente talvolta affermare in modo sbrigativo, nel tentativo di sminuire la portata del riscaldamento globale degli ultimi secoli. Eppure la scienza non ha mai avuto le idee così chiare: a essere “inequivocabile” non è solo il cambiamento climatico, ma anche l’influenza umana su di esso. Lo mette per iscritto il VI Assessment Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, l’assemblea internazionale più estesa e autorevole della climatologia mondiale, che certifica un riscaldamento globale compreso tra +0,8 °C e +1,3 °C rispetto all’epoca preindustriale, indicato – come migliore stima – nel valore di +1,07 °C. 

Geofisico specializzato in climatologia, Gianluca Lentini ci guida attraverso questi e molti altri dati nel suo ultimo libro. In cui “smonta” le più strampalate teorie alla base del negazionismo climatico spiegandoci, tra l’altro, perché “La Groenlandia non era tutta verde”. 

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iStock / whyframestudio

Il futuro del lavoro e le risorse umane 

Il futuro del lavoro? Appartiene (ancora) alle persone. Con buona pace dell’intelligenza artificiale. Ne è convinto Alessandro Rimassa, imprenditore che nel mondo della digital transformation e dell’education ha costruito gran parte della propria carriera. Secondo Rimassa, a giocare un ruolo decisivo per lo sviluppo delle imprese saranno le risorse umane. A condizione, però, di ripensare completamente il proprio ruolo, ampliando la loro sfera di azione e sviluppando competenze trasversali sempre più ampie in diversi ambiti: design, marketing, learning, technology e wellbeing. 

Nel periodo di grande cambiamento iniziato con la pandemia, infatti, il valore aggiunto più importante per le aziende si sono rivelate proprio le persone. Ma una rivoluzione profonda come questa deve necessariamente passare dall’avere occhi nuovi con cui guardare la funzione HR, le aziende e tutte le persone che ne fanno parte. 

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iStock / peterschreiber.media

Cosa aspettarsi dall’Euro digitale? 

Grazie all’euro digitale sarà possibile effettuare un pagamento elettronico presso un negozio con un grado di privacy simile a quello che sperimentiamo oggi utilizzando le banconote. Non solo: si potrà tenere il nostro denaro formalmente presso una banca privata ma, di fatto, presso la banca centrale senza avere timore che il bancomat non ce lo restituisca. Ma perché è necessario che la Bce emetta l’euro digitale? Quali saranno le caratteristiche tecniche di questa nuova moneta? E soprattutto: quali gli effetti per il funzionamento del sistema finanziario e sulla nostra vita di tutti i giorni

Docente di finanza matematica al Politecnico di Milano, Emilio Barucci cerca di rispondere a queste e a molte altre domande in una guida alla scoperta della nuova moneta elettronica con cui presto ci potremmo trovare a fare i conti.  

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