IL MONDO DEI FINI NON E' UN PESO SUL LAVORO CHE SI DEVE FARE A SCUOLA
Il mondo dei fini non è un imbarazzante e inutile peso sul lavoro che si deve fare scuola
Quanto davvero conta l’alunno nel processo di formazione? A scuola ,spesso, c'è una prevalente attenzione alle discipline, che di fatto orientano il comportamento del docente :il programma da svolgere. Le prescrizioni curriculari assorbono e condizionano la didattica e le modalità delle relazioni umane .
Conosco la sofferenza di molti insegnanti che vorrebbero una scuola più vicina alla sensibilità e ai problemi degli alunni e una scuola aperta al mondo e che invece devono fare il conto con formalità , procedure e responsabilità crescenti .Con fatica si riesce a trovare le parole giuste per indicare le cose ,gli esseri e le relazioni che popolano lo spazio di un istituto. E’ anche vero,però, che in tanti provano quasi vergogna ad usare quelle di una volta che rappresentavano la responsabilità professionale anche in termini morali ed educativi.
Dichiarando la guerra a tutto il lessico etico-affettivo della dedizione,della passione,della funzione sociale del lavoro del docente per costruire l'immagine di un professionismo a 24 carati (nelle regole,nelle procedure,nel rapporto di lavoro,nel linguaggio) non si è compreso che diventa inafferrabile il mondo su cui si lavora e per cui si lavora. Se anche la disciplina scolastica ,il sapere è l'unica ragione che spieghi e che fondi il rapporto docente/alunno ,una volta che questo viene stabilito, lo scopo di tutto non puo' non essere che quell'alunno ,che si ha davanti con tutti i suoi tratti umani e caratteriali . A scuola gli insegnanti non sono solo officianti del rito delle discipline scolastiche ;dovrebbero essere guide dei propri alunni nel loro percorso di crescita umana e professionale.
Non c' è buona didattica ,non c'è buona scuola ,se non c'è rispetto per l'alunno,se non si ha fiducia nell'alunno,se manca affettività e passione nel rapporto educativo. Nel rapporto educativo non puo’ esserci prima il professionismo e poi l'affettività,nè rendere questa strumentale all'altro.Il professionismo da solo non funziona :è fondamentale e preliminare l'accettazione del giovane da formare e da educare.
L'azione formativa caratterizzata esclusivamente in senso professionistico non coglie spesso tutti i propri obiettivi . Le appendici metodologiche ,comunicazionali,sociologiche del corredo professionale, approssimativamente collegate al sapere disciplinare di un docente non son riuscite a modificare un'evidente situazione di stagnazione dei rapporti umani dentro la scuola.
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E' un mestiere quello di insegnante che si puo’ costruire ,ma che si puo’ efficacemente esercitare solo se è vissuto come importante ,come parte centrale delle proprie preoccupazioni umane. Il ciclo del professionismo della funzione docente non è chiuso,ma fa fatica a restare vivo e a dare risposte positive alle difficoltà attuali .Ha accompagnato il docente nel passaggio dalla scuola d'élite a quella di massa .E' sembrato essere la sua emancipazione dalla cultura della vocazione ,della missione,da quell'aura di sacerdozio laico che circondava la funzione docente. Una prospettiva ,comunque, che deve fare i conti con la difficoltà di riassumere in termini professionali la ricca e complessa rete di rapporti umani che scaturiscono dentro l'aula scolastica .
Dal professionismo è derivata legittimamente la contrattualizzazione di molti aspetti del lavoro scolastico ,che in non pochi casi è andata oltre la legittima esigenza di giustificazione delle scelte che devono essere prese a scuola ,aprendo conflitti e tensioni senza seri motivi. Senza l'assunzione della dimensione educativa del lavoro a scuola non si raggiungono grandi risultati.
Bisogna riscoprire gli aspetti artigianali, sapienziali ,genitoriali della funzione docente e accompagnarli con gli strumenti delle scienze umane(psicologia,sociologia,comunicazione tec.) Il mondo dei fini non è un imbarazzante e inutile peso sul lavoro che si deve fare a scuola .E' la premessa da cui iniziare ,il termine verso cui arrivare.
RAIMONDO GIUNTA