Il nuovo progetto “Youngle” per affrontare insieme la “giungla” dell’adolescenza
L'Assessorato della Sanità, Salute e Politiche sociali e l’Azienda USL Valle d’Aosta lanciano il nuovo progetto “Youngle”, il primo servizio #pubblico di #ascolto e #counseling dedicato agli #adolescenti, interamente gestito da adolescenti sotto la supervisione di psicoterapeuti, educatori ed esperti di comunicazione. Il progetto è coordinato dal Servizio per le #Dipendenze (SerD) dell’Azienda USL insieme alla Onlus EssereUmani.
Il nome Youngle deriva dalla combinazione di "Young" (giovane) e "Jungle" (giungla), richiamando la complessità emotiva, relazionale e identitaria che caratterizza l’adolescenza. Il progetto offre uno spazio sicuro e anonimo in cui i giovani possono confrontarsi con i loro coetanei su questioni delicate come affettività, relazioni, stili di vita e problematiche legate alla salute mentale. Gli interventi vengono realizzati attraverso i social media e una strategia basata sulle life skills e sulla peer education.
Attraverso la web app raggiungibile all'indirizzo app.youngle.it, gli adolescenti possono chattare in modo anonimo con i peer educator, giovani formati e supportati da uno psicologo e un educatore specializzati. Le conversazioni si svolgono due volte a settimana, per due ore ciascuna, garantendo una risposta tempestiva e professionale ai bisogni degli utenti. Per diventare peer educator bisogna iscriversi attraverso il Qrcode presente sulla locandina dedicata, mentre per partecipare alle chat basta accedere all'indirizzo app.youngle.it e registrarsi utilizzando un nick name, in modo completamente anonimo.
Il progetto si articola in diverse fasi: reclutamento e formazione dei peer educator, selezionando ragazzi tra i 16 e i 19 anni delle scuole superiori della regione; attivazione di pagine social su Instagram, Facebook e gruppi Whatsapp per condividere contenuti di prevenzione e promozione della salute; chat anonime e sicure tramite l’app Youngle, validate dal Garante della Privacy della Regione Toscana; supervisione e valutazione costante del lavoro dei peer educator con aggiornamenti formativi periodici.
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Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Carlo Marzi : “Siamo convinti che sia sempre più importante parlare apertamente delle forme di disagio, sia per abbattere paure e pregiudizi, sia per avvicinare le persone ai problemi che ci affliggono, aumentando il senso di comunità. Il fatto che questo progetto rivolto ai giovani sia concepito tra pari, quindi gestito dai giovani e condiviso dai giovani, attraverso i mezzi di comunicazioni da loro più utilizzati come i social, significa aver colto il giusto approccio e il contesto più appropriato in cui intervenire. In questo senso, i nostri servizi di prevenzione e salute hanno scelto questo percorso proprio per raggiungere efficacemente le giovani generazioni, adattandosi ai loro contesti naturali di aggregazione come scuole, eventi e luoghi di svago. Dobbiamo mettere in campo ogni strumento utile a supportare i nostri giovani che hanno la necessità di sviluppare una maggiore resistenza all’influenza negativa di alcuni modelli sociali dei nostri tempi. L'obiettivo è di aiutarli ad accrescere la consapevolezza di sé, promuovendo l’autoprotezione e il benessere psicofisico".
Dott. Gerardo Di Carlo, Direttore del SerD: “Ritengo che questo progetto abbia due motivazioni altrettanto importanti. La prima, naturalmente, è portare aiuto ai ragazzi in difficoltà in una serie di ambiti della propria esistenza e l’intercettazione precoce del disagio psichico che preluda all’invio ai professionisti che possono intervenire. La seconda è fornire la possibilità di una esperienza di aiuto ai propri coetanei, con la supervisione di psicologi ed educatori. Questa esperienza, oltre ad essere un grande arricchimento, potrebbe trasformarsi nella scelta in futuro di una professione di aiuto. Tutti i servizi dedicati all’adolescenza in Italia ed in Europa sperimentano la difficoltà di incontrare i ragazzi nel contesto classico degli ambulatori ed è anche per questo che è necessario operare un cambio di paradigma e muoversi verso il luogo in cui i giovani passano gran parte del loro tempo, cioè il web. L’utilizzo di Internet come risorsa di aiuto, la peer education, la prevenzione del disagio psichico e delle sue gravi conseguenze (disturbi mentali, tossicodipendenze e suicidio), l’essere rivolti anche alla popolazione giovane semplicemente in difficoltà o che sperimenta la solitudine ed è in cerca di dialogo sono alcune delle peculiarità di questo progetto davvero innovativo”.
Il Ser.D. ha previsto per il 18 ottobre alle ore 17:30, in collaborazione con EssereUmani Onlus, un evento presso PLUS VDA a cui i ragazzi e le ragazze sono invitati a partecipare per conoscere di persona il progetto Youngle VDA e valutare l'adesione per diventare peer educator. Inoltre per l’anno scolastico 2024/25 è stato inviato ai Dirigenti Scolastici, in accordo con la Sovraintendenza, il progetto “Human Youngle” percorso per le competenze trasversali e per l'orientamento realizzati dalla Onlus EssereUmani.
Il progetto nazionale "Youngle – Social Net Skills" è finanziato del Ministero della Salute attraverso il CCM (Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie) e oggi è presente in 15 regioni italiane, con 11 centri attivi. In Valle d’Aosta è stato finanziato per due anni, con fondi dedicati alla prevenzione del gioco d'azzardo patologico. Il dottor Matteo Defedele, vicepresidente della Onlus EssereUmani di Torino, è il referente per la regione.
Dott. Juri Nervo, Presidente di EssereUmani Onlus: ”In un'epoca in cui l'isolamento e le difficoltà emotive sono in aumento, Youngle offre uno spazio sicuro e anonimo dove i giovani possono connettersi e sostenersi reciprocamente. Il modello peer-to-peer di Youngle valorizza l'importanza della presenza, dell'empatia e dell'ascolto attivo. Gli utenti possono trovare conforto e comprensione in un dialogo tra pari, favorendo così una cultura di condivisione e supporto autentico. Questo approccio mira a promuovere il benessere mentale e a creare una rete di solidarietà, dove nessuno si sente solo. Youngle invita tutti i giovani a scoprire la forza della connessione umana e dell'ascolto, e a unirsi a una comunità che valorizza il sostegno reciproco”.
In oltre 11 anni di attività, Youngle ha coinvolto circa 15.000 ragazzi, con più di 20.000 conversazioni online. Il range di età degli utenti varia dai 14 ai 21 anni, con una prevalenza di giovani donne. A livello nazionale, la rete è composta da 170 peer educator e 40 operatori professionisti tra psicologi, educatori e assistenti sociali.