"IL PAESE ALDILA'​ DELLO SPECCHIO"​

"IL PAESE ALDILA' DELLO SPECCHIO"

Il modo in cui la società percepisce o interpreta le cause dell’orientamento sessuale ha un impatto esistenziale sulla condizione sociale e psicologica delle persone LGBTQIA. Considerare l’eterosessualità come l’unica possibilità biologicamente determinata implica escludere tutti gli altri comportamenti sessuali, incasellando in un’unica etichetta una varietà enorme di attività, prodotte nel contesto di sistemi sessuali e di genere quanto mai disparati. La sessualità è ancora un tabù, è ancora stigmatizzata e la possibilità d’azione concessa alla sessualità è limitata e pregiudizievole. Nel corso della storia, il concetto di omosessuale ha subìto numerose trasformazioni, partendo dalla giurisdizione morale (lecito/illecito), passando a quella scientifica (sano/malato), fino ad arrivare a quella politica (soggetto di diritto). Durante la transizione ha portato con sé qualcosa dello statuto precedente, ma, allo stesso tempo, ha cambiato di volta in volta identità. Nonostante i grandi cambiamenti politico-culturali accorsi nel tempo, il pregiudizio nei confronti dell’omosessualità rimane ancora largamente diffuso.

   In particolar modo, ciò è evidente nella ricerca scientifica e nella clinica, che si sono concentrate primariamente sulle cause, sostenendo e rinforzando il presupposto che l’orientamento eterosessuale fosse universale: si nasce etero e si diventa gay. Nella clinica, il germe eteronormativo si annida proprio nel tentativo di trovare una causa. In questo modo il punto di partenza della ricerca è sbagliato dal principio. Qui la problematicità si lascia determinare e guidare da una concettualità, del tutto estranea all’ambito di esperienza e al modo in cui si manifesta l’esperienza effettiva della vita. Esistono infinite varianti identitarie e sessuali, che sono così personali, imprevedibili e idiomatiche, da rendere angusto il tentativo di rinchiudere in un cromosoma o in un tinello edipico il percorso di un’identità e di un desiderio. Con questo modo di procedere, l’esperienza dell’omosessualità viene sradicata dall’autenticità dell’esistenza. L’esistenza non viene vissuta per come si vorrebbe, ma viene vissuta soltanto a partire da ciò che il mondo rende noto e legittima. La propria sessualità viene oggettivata e i rimandi dovuti al contesto storico le danno un significato che induce l’omosessuale a pensarsi diverso. Per questo, sottostando a delle regole scritte dal pregiudizio, gli stereotipi si sono radicati all’interno delle vite degli omosessuali tanto da essere autoalimentati ed espressi dagli stessi nella ricerca della propria identità. L’autenticità della propria vita diventa “il paese al di là dello specchio”, citato da Clive nel romanzo “Maurise” di E. M. Forster. Tale paese, ossia l’omosessualità, è la tentazione di un mondo accanto, simile al nostro ma proibito. Il mondo a cui vanno incontro è composto da regole, possibilità e azioni che non corrispondono al loro Essere, alla loro espressione. Il mondo ci offre dei modi di vivere prestabiliti e se non ci si ritrova, si viene esclusi, etichettate e invece di sentirsi libero da regole già stabilite da qualcun altro, ci si sente sbagliati e chiusi in una stanza senza via di uscite se non quella di sottostare alle regole di vita imposte.

 Oggettivare la sessualità, l’identità in generale, impedisce di vedere l’esperienza vissuta, che è il luogo originario di ogni significato.  All’interno di una psicoterapia è indispensabile, partire dal presupposto che la sessualità di ogni individuo ha il suo idioma, la sua impronta digitale, la sua forma di espressione. L’intensità e la varietà dell’orientamento sessuale indica come la natura non si esprima per mezzo di categorie discrete, le quali sono solo invenzioni umane che cercano di forzare i fatti in comportamenti separati. Ogni orientamento sessuale, omo o etero che sia, è così complesso che nessun fattore può esserne completamente responsabile. Tra ambiente, esperienza, struttura e funzionamento cerebrale esiste un circuito di interdipendenza capace di promuovere modifiche in entrambe le direzioni. Bisogna mettere tra parentesi l’oggettività, la dicotomia omo/etero, e cercare di cogliere la persona attraverso la sua esperienza vissuta. Il chi, la persona, va colta nel suo modo di fare esperienza, di vivere. 

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