Il piano aziendale di risanamento per la soluzione della crisi

Il piano aziendale di risanamento per la soluzione della crisi

WEBINAR CON MARCELLA CARADONNA E MASSIMILIANO CASTAGNA

Il piano aziendale di risanamento è un documento redatto dai consulenti specializzati e approvato dall’organo amministrativo ai sensi dell’art. 2381, terzo comma, del c.c., ove si rappresentano le azioni strategiche e operative (ed i relativi impatti economici e finanziari) tramite le quali un’azienda intende uscire dallo stato di crisi, ripristinando le condizioni di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale....

Il piano deve, anzitutto, essere tempestivo in relazione alla gravità della crisi. Un piano redatto e comunicato tempestivamente presuppone un attento monitoraggio ed un atteggiamento consapevole del management, finalizzato a rimuovere le cause della crisi, prima che assumano intensità tale da non rendere attuabile il risanamento. A parità di altri fattori, la maggiore tempestività permette, infatti di ampliare il raggio delle opzioni di risanamento e di disporre di maggiore potere contrattuale con i soggetti coinvolti....

Deve essere sistematico, ossia descrivere la situazione attuale e quella futura. Chi elabora il piano deve fissare gli obiettivi che l’impresa dovrà raggiungere, considerando l’azienda nel suo complesso e nelle sue principali aree di attività, ai processi operativi più significativi, alla struttura organizzativa e manageriale, alle risorse disponibili e alle obbligazioni assunte. Anche nel caso in cui la strategia di risanamento si concentri su alcune aree di attività, è opportuno che il piano evidenzi i riflessi sull’intera azienda....

Il piano deve essere coerente e, quindi, basarsi su un sistema di ipotesi logicamente connesse. La coerenza costituisce il presupposto dell’attendibilità. I nessi causali che legano le variabili tecnico-operative con quelle economiche, finanziarie e patrimoniali devono essere evidenti e coerenti tra loro e indicare il rapporto tra la strategia di risanamento e l’evoluzione dello scenario competitivo ed ambientale di riferimento, tenendo conto dell’andamento storico dell’impresa e della situazione attuale.

Il piano deve essere attendibile e le variabili considerate devono essere ragionevoli e dimostrabili. Il piano deve evidenziare la possibilità di raggiungimento di un equilibrio finanziario, economico e patrimoniale sostenibile.

Il piano non deve prevedere un’estinzione di tutti i debiti, ma il risanamento dell’esposizione debitoria e può considerarsi raggiunto quando il debito sia sostenibile e coerente con i flussi di cassa liberi al servizio del debito e con il livello di patrimonializzazione.

Il piano deve essere un documento redatto in forma scritta, deve prevedere un indice, una parte descrittiva, integrata dai grafici e tabelle che si considerino necessari, con pagine numerate progressivamente e firmate da parte del legale rappresentante. In particolare, dovrebbe prevedere almeno questi elementi essenziali:

1)                       l’oggetto del piano;

2)                       l’intervallo temporale coperto dal piano;

3)                       la data di redazione;

4)                       la data di riferimento contabile, intesa come data alla quale sono riferite le situazioni patrimoniali, economiche e finanziarie che rappresentano i dati di partenza del piano (la “Base dati contabile”) e la stima delle ipotesi sullo sviluppo della gestione futura;

5)                         la sua approvazione da parte dell’organo amministrativo;

6)                         l’eventuale strumento giuridico di composizione della crisi per la quale il piano è redatto;

7)                         se si tratta di sua prima versione o di successivo aggiornamento;

8)                         eventuali limitazioni nella circolazione del documento.

Il piano è un elaborato unico, ma che è declinato in una parte industriale e in una parte economico-finanziaria e patrimoniale... DI QUESTO E DI ALTRO SI PARLERÀ NEL WEBINAR ISCRIVITI SUBITO

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