Il potenziale impatto del partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) sulla salute pubblica
Marcella Zanellato 10 ottobre 201

Il potenziale impatto del partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) sulla salute pubblica Marcella Zanellato 10 ottobre 201

Su segnalazione di Alberto Mantovani (Research director at Istituto Superiore Sanità), scritto da Roberto De Vogli e Noemi Renzetti (Junior Research Associate at UC Davis), tratto da www.epiprev.it

Scopo di questo articolo è esaminare i potenziali effetti sulla salute del Partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership, TTIP). Nonostante i promotori del TTIP sostengano che il trattato produrrà effetti vantaggiosi su fattori in grado di promuovere la salute, quali la crescita economica e l’occupazione, l’evidenza storica suggerisce che le politiche di liberalizzazione commerciale tendono in realtà a incrementare le disuguaglianze economiche.

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Riducendo gli ostacoli agli scambi commerciali (Technical Barriers to Trade, TBT) e promuovendo una maggiore cooperazione tra le agenzie governative statunitensi ed europee nel settore farmaceutico, il TTIP potrebbe portare a una migliore cooperazione nella ricerca farmacologica e a una riduzione della duplicazione dei processi. Tuttavia, il capitolo del TTIP sulla proprietà intellettuale (Intellectual Property, IP) e sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights, TRIPS) ha lo scopo di espandere ed estendere i monopoli di brevetti e, quindi, ritardare la disponibilità di farmaci generici in campo commerciale, causando un sottoutilizzo di farmaci necessari tra popolazioni vulnerabili.

Il sistema del TTIP di risoluzione delle controversie tra investitori e singoli Stati (Investor to State Dispute Settlement, ISDS), che consente alle corporazioni transnazionali (TNC) di citare in giudizio i governi ogniqualvolta un decreto, o una legge, sia in grado di ridurre il loro profitto, potrebbe avere un impatto negativo sullo sviluppo di riforme volte a incrementare l’accesso alle cure sanitarie e a ridurre il consumo di tabacco, alcol e alimenti insalubri.

Si prevede, inoltre, che le misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) previste dal TTIP abbiano il potenziale effetto di indebolire le norme riguardanti la sicurezza nel settore alimentare e agricolo, in particolare nell’Unione europea, con effetti potenzialmente negativi per quanto riguarda la prevalenza di malattie di origine alimentare.

Infine, la clausola dell’ISDS rischia di violare la libertà dei governi di promuovere accordi e leggi sulla protezione della salute rispetto a rischi ambientali come il cambiamento climatico, ritenuto la più grande minaccia del secolo per la salute globale.

Questa rassegna si conclude con una discussione sulle implicazioni politiche e gli effetti del TTIP sulla democrazia, la sovranità nazionale e l’equilibrio di potere tra le grandi multinazionali e i governi.

Si discute anche dell’adozione di un “approccio precauzionale basato sull’evidenza” nell’analizzare l’impatto degli accordi di libero scambio (Free Trade Agreements, FTA) sulla salute, nonché l’armonizzazione di regolamenti, norme e standard verso una maggiore protezione della salute e dell’ambiente.

by Marcella Zanellato - Direttore CercaLaNotizia


Marco Simioli

medico veterinario Phd presso studio consulenza sicurezza alimentare Ferrara

8 anni

Per chi ha seguito il percorso del trattato, questi dubbi sono più che noti da tempo. Aggiungo che per il settore dei mangimi, per esempio, si sta pensando già ad un sistema simile al FTA, con armonizzazione tra standard e norme.

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