Il Project Management è sempre esistito
Il Project Management è considerato una disciplina moderna e dai contenuti innovativi. In realtà, nascendo dalla necessità di gestire i progetti, ancor prima che una disciplina è una pratica che affonda le sue radici nella storia stessa dell'uomo.
Partiamo da una constatazione: se pratiche, metodi, best practice e metodologie di project management un tempo potevano essere considerate un’opzione per la gestione dei progetti, oggi sono a tutti gli effetti una necessità.
Per questo consideriamo il Project Management una disciplina moderna e dai contenuti innovativi. In realtà, il project management, nascendo dalla necessità di gestire i progetti, affonda le sue radici nella storia stessa dell’uomo. L’uomo è infatti, per sua natura, un essere progettuale.
Evidentemente, la vera essenza di ciò che oggi chiamiamo project management non è una novità assoluta dei tempi moderni. Non è infatti difficile immaginare e affermare che la sua applicazione, per quanto non avesse ancora i connotati della disciplina quale oggi è, avvenisse sotto qualche forma già in antichità.
Sono tanti gli esempi di grandi opere, progetti urbani, architettonici, militari, politici, scientifici, ingegneristici, artistici, teatrali, letterari i cui risultati sono ancora oggi, a distanza di secoli o millenni, sotto i nostri occhi in tutta la loro magnificenza.
E’ illuminante immaginare che la loro realizzazione deve essere passata per forza di cose attraverso specifici progetti concepiti e gestiti adeguatamente.
Coloro che hanno realizzato queste opere non possono averlo fatto senza aver concepito e strutturato a monte in qualche modo un piano, hanno dovuto cioè porsi degli obiettivi e hanno tracciato il percorso per raggiungerli, si sono avvalsi di leader che hanno applicato conoscenze, esperienze, pratiche, principi, tecniche, strumenti, integrandoli sapientemente e finalizzandoli agli obiettivi stessi. A loro modo, possiamo affermare che hanno dovuto gestire, magari inconsapevolmente, ciò che oggi codifichiamo con il termine progetto.
I grandi della storia sono stati in pratica, spesso, dei grandi project manager di fatto e avrebbero tutt’ora molto da insegnarci se potessimo sederci di fronte a loro in un meeting o in una ideale war room.
Non ci siamo quindi inventati nulla?
Non esattamente!
Il fatto che oggi il project management venga consapevolmente visto come una vera e propria disciplina gestionale separata da quelle tecniche specialistiche necessarie a produrre l’opera cioè i risultati ultimi del progetto è in effetti una novità sostanziale e forse la più rilevante. Il fatto che quella del project manager sia diventata oggi una vera professione ne è la naturale conseguenza.
Questa evoluzione non è stata tuttavia affatto scontata. Storicamente le grandi opere disseminate nel corso della storia hanno visto spesso il cosiddetto “maestro” come colui che di fatto incarnava la visione dell’opera, il genio, la conoscenza e l’esperienza tecnica per realizzarla. Sulla base di ciò il "maestro" a partire dalla sua riconosciuta autorevolezza era investito dell’autorità per condurre il progetto senza che fosse riconosciuta o stabilita una vera linea di demarcazione tra ciò che era tecnico e ciò che era gestionale.
Dire tuttavia che il project management e i project manager non esistessero all'epoca sarebbe forse giusto nella forma ma quanto meno azzardato nella sostanza più vera e tangibile.
Certo è difficile immaginare un faraone quattromila e cinquecento anni fa intento, computer e software gestionali alla mano, a stilare un project charter, piuttosto che una WBS o un cronoprogramma come noi lo intendiamo oggi per la gestione delle attività di costruzione della sua piramide e non solo perché in effetti non disponesse del mitico Pmbok, o immaginare Napoleone intento ad utilizzare sul suo smartphone app per la connessione a piattaforme cloud per condividere in tempo reale i suoi piani militari e il suo registro dei rischi con i suoi generali e le sue truppe sparse per l’Europa (tipico esempio di progetto senza co-ubicazione del team e in ambiente fortemente concorrente, spesso sviluppato a quei tempi). Eppure a pensarci bene qualcosa del genere, sebbene senza PC o smartphone si intende, accadeva anche allora.
Michelangelo per esempio in una sua lettera pare scrivesse testualmente:
“I marmi che servivano per le mie opere me li andavo a scegliere sul posto. Non è questione di esser pignoli e d’aver poca fiducia nel prossimo! Il fatto è che anche il miglior blocco può nascondere mille insidie e se non viene trattato con il dovuto rispetto sia da chi lo estrae che da chi lo scolpisce, può andare in mille pezzi come se fosse una zolletta di zucchero ... Al Bernini è capitato diverse volte. Si accontentava dei marmi che gli venivano inviati ... e così, ad opera quasi conclusa, ecco che appariva una venatura che rischiava di dividere a metà l’opera … Una scultura così non può essere messa nelle mani del committente …”.
Cos’altro non è questo se non l’applicazione di lesson learned provenienti da progetti pregressi mirata all’identificazione dei rischi in occasione dell'avvio di un nuovo progetto con tanto di analisi del processo di fornitura e lavorazione e con tanto di piano di risposta ai rischi legati proprio a questi processi?
Si potrebbero citare molti altri esempi di approccio alla pianificazione e alla gestione progetti tratti dalla storia e questo non deve affatto meravigliarci.
Nel De bello Gallico per esempio, Giulio Cesare descrive i dettagli tecnici ed organizzativi (tempi, obiettivi, materiali, gestione delle risorse) della costruzione di un ponte sul Reno nel corso della quinta campagna di Gallia. Poche righe, che sorprendentemente contengono gli elementi fondamentali di un piano di progetto. Cesare sapeva evidentemente pianificare prima che impartire ordini dall’alto della sua autorità tanto da sviluppare nell'occasione, con grande senso organizzativo e di concretezza una vera e propria SWOT Analysis (S - Strenght ovvero punti di forza, W - Weaknesses ovvero punti di debolezza, O - Opportunities ovvero opportunità, T - Threats ovvero minacce) finalizzata a portare a termine con straordinaria celerità il progetto [1].
Senza grandi architetti, maestri, ingegneri, scienziati, medici, leader politici e militari in grado di gestire il progetto nella sua interezza e non limitatamente ai soli e specifici aspetti tecnici non si sarebbero costruite piramidi, cattedrali, città, stati interi, non sarebbero stati messi a punto vaccini, lo sbarco sulla luna non sarebbe avvenuto, la muraglia cinese, il Colosseo, città meravigliose come Firenze o Venezia non esisterebbero, per lo meno non come noi le conosciamo, persino gran parte delle opere d’arte che l’Italia detiene non avrebbero mai visto la luce e gran parte degli strumenti tecnologici a noi famigliari oggi semplicemente non esisterebbero. La storia dell’uomo e la nostra stessa civiltà sarebbero completamente differenti da come oggi le conosciamo.
In un modo o nell’altro i grandi leader del passato hanno fissato e raggiunto obiettivi attraverso progetti, più o meno codificati e strutturati, hanno fatto da collettore di persone, hanno influenzato, hanno gestito chi a sua volta era in grado di influenzare il progetto e i suoi risultati, a volte secondo metodi rudi e in taluni casi persino barbari, secondo le prerogative dell’epoca hanno gestito quelli che oggi chiamiamo stakeholder.
I progetti sono la chiave per il progresso e il project management la chiave per gestirli, vale oggi come è valso nel passato.
Parleremo in un prossimo articolo dell’origine e del significato del termine "project management" e prima ancora di quelli delle parole "project" e "management" prese singolarmente ma resta il fatto che il project management, sebbene sia nato solo nel secolo scorso come disciplina, nella sostanza è sempre esistito come pratica per un semplice motivo: l’uomo da che esiste ha sempre concepito progetti e ha quindi, non tanto per scelta quanto piuttosto per necessità, dovuto gestirli.
Riferimenti Bibliografici
[1]. Gli antichi Romani e il Project Management (Enrico Mastrofini, ISIPM-Roma 26/02/2015)
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Arredatrice presso La Casa di Vincent
6 anniRiflettevo sul fatto che il project management può essere applicato praticamente da tutte le persone che sono capaci di organizzarsi. Dalla grande azienda alla piccola, dal grande manager alla casalinga. Ovviamente ci sono vari livelli ma è un ottimo approccio e si può iniziare dalla stessa vita personale. Ci vuole anche intelligenza emotiva e culturale, la tecnica non basta. Un articolo molto piacevole e scorrevole! Pollice Francesca. Arredatrice e Pittrice.
MScEng, Project Manager UNI 11648, PMP®, SMC™ Scrum Master, Accredited Senior Project Management Teacher (ISIPM), ISIPM-Prado® Assessor
6 anniSalve Dott.ssa Pirone. Vedo con piacere che ha consigliato il mio articolo, spinta evidentemente dal suo interesse per la materia vista la sua professione e le sue certificazioni. Spero che avrà modo di leggere anche i prossimi e soprattutto nel caso in cui abbia delle osservazioni di qualunque genere di farmele pervenire. Saranno certamente per me utili occasioni di riflessione e arricchimento. La ringrazio cordialmente, Antonio G.