Il ricordo che voglio lasciare

Insegnare.

Spero di rimanere sempre nel ricordo dei miei studenti come la prof che ha saputo regalare loro qualcosa. Proprio come alcuni hanno fatto per me. 

Regalare loro qualcosa sia essa consapevolezza di sé, coraggio, timore reverenziale, entusiasmo, oscure parole, l’idea di uno stile di vita, fricative e gutturali, décalage e dizione, grandi passioni, forti paure, momenti di vita adulta ma anche momenti spensierati, talvolta (forse, purtroppo) ansia da prestazione e senso di inadeguatezza, a tratti, ma anche un sorriso e la determinazione di imparare impronunciabili termini specializzati; e ancora la voglia di crescere, di provare, di capire e diventare qualcuno che crede ogni momento di più nelle proprie capacità.

Tutto questo e molto altro ancora è insegnare.

È sapere quando incoraggiare e sapere quando essere severi. Sapere quando dare una mano ma al tempo stesso far camminare i ragazzi con le loro gambe, anche se all’inizio claudicanti e incerte. È sapere quando esagerare e anche quando chiudere un occhio, quando scendere dal piedistallo senza mai diventare uno del gruppo, ma all’occorrenza ricordare che siamo stati tutti sui banchi, almeno una volta.

È sapere che si sbaglia, anche dopo anni di carriera, e sapere quando ammetterlo - perché la cabina non è sempre perfetta, perché tutti abbiamo un giorno no, perché le variabili sono infinite. E perché conoscere i propri limiti ci posiziona a metà dell’opera - qualunque essa sia.

Insegnare è crederci, è voler migliorare e far migliorare gli altri. È condividere e correggere, anche tramite la condivisione dei propri errori.

Insomma, se anche avrò insegnato una parola su mille alle mie studentesse, se anche solo ogni volta che dicono “world” penseranno sorridendo a me, ne sarà valsa la pena. E quello è il ricordo che voglio lasciare in ognuna di loro.