Il ritorno della Cina

Il ritorno della Cina

Il contesto

Altra settimana di massimi storici sui mercati azionari:

  • S&P 500 +0.62% e nuovo massimo storico
  • Nasdaq 100 +1.10%
  • Dow Jones +0.59% e nuovo massimo storico

La svolta cinese: il grande evento è stato il pacchetto di misure in aiuto all’economia adottato dalla Banca Centrale Cinese. Questo ha spinto l’azionario cinese a guadagnare oltre il 15%.

Perché è importante: la ripresa cinese influisce sugli indici europei che sono strettamente legati all’economia asiatica per le vendite di lusso e auto. Gli indici europei hanno sovraperformato:

  • Euro Stoxx 50 +4.02%
  • Dax tedesco +4.03% e nuovo massimo storico
  • Cac francese +3.89%
  • FTSE MIB italiano +2.86%

Rotazione settoriale: è continuata la rotazione settoriale verso i settori ciclici di cui avevamo parlato la scorsa settimana.

  • I migliori sono stati in ordine, i materiali, i consumi discrezionali, le telecomunicazioni e gli industriali.


Le obbligazioni: i tassi sono leggermente scesi sulla parte a breve portando il differenziale 10-2 anni a toccare un massimo di periodo a +20 punti base.

  • Si tratta del ritorno in positivo della curva dei rendimenti per la prima volta da giugno 2022.


Euforia sui mercati? Secondo l’indicatore “Cross Asset Momentum Indicator”, il mercato si trova in una fase di forse risk on.

  • L’indicatore è calcolato da Societé Generale e misura il momentum delle componenti cicliche rispetto a quelle difensive come, ad esempio, rame vs. oro, settori ciclici vs. settori difensivi, obbligazioni societarie vs. governative, ecc.

Euforia non confermata dai dati macro: il paradosso è che i dati economici usciti in settimana hanno dipinto uno scenario tutt’altro che positivo.

  • L’indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero, che misura la salute del settore industriale, è uscito sotto le attese per tutti i paesi europei e per gli Stati Uniti.
  • Questi, inoltre, sono usciti sotto 50, livello spartiacque che segna un possibile rallentamento economico.
  • La fiducia dei consumatori statunitensi è uscita sotto le attese.
  • L’inflazione PCE (spese personali per consumi), l’indice osservato dalla FED, è uscita leggermente sotto le attese a 2.2%.

 

Ma se non sono stati i dati macro ad alimentare l’euforia, cosa è stato? Le politiche accomodanti delle banche centrali! Il mese di settembre ha registrato il maggior livello di taglio dei tassi dai tempi del Covid.

  • In ultimo abbiamo assistito a quello della Banca Cinese.

 

La svolta cinese

Il focus della settimana è stato tutto incentrato sulla Cina che è intervenuta per sostenere l’economia, dando un forte segnale ai mercati internazionali.

  • L’indice cinese CSI 300 è salito del 15.70% la scorsa settimana, il maggior rialzo dal 2008.

Gli stimoli all’economia: la Banca Centrale Cinese ha annunciato in settimana un insieme di misure straordinarie con l’obiettivo di rilanciare la crescita economica del paese.

  • Taglio dei tassi ipotecari.
  • Riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria.
  • Ricapitalizzazione delle maggiori banche statali (non succedeva dal 2008).
  • Aiuti fiscali diretti alle famiglie delle classi più disagiate.

Gli stimoli al mercato azionario: la PBOC ha anche predisposto diversi meccanismi per stimolare i mercati finanziari del paese.

  • Meccanismo di swap da 71 miliardi di dollari che consente alle compagnie assicurative, fondi e società di intermediazione di accedere a liquidità per acquistare azioni.
  • Creazione di un fondo di stabilizzazione da 113 miliardi di dollari per ridurre la volatilità del mercato azionario.

Perché è importante: negli ultimi 3 anni l’economia cinese ha subito un forte rallentamento portando il paese sull’orlo di una pericolosa deflazione (discesa generale dei prezzi di beni e servizi).

  • In questo periodo il mercato azionario ha perso oltre 45% dai massimi.

Gli effetti: probabilmente le misure implementate non saranno sufficienti per risolvere le debolezze strutturali del mercato cinese.

  • Per ottenere effetti duraturi, il governo dovrebbe lavorare sulla fiducia di consumatori e imprese, sulla domanda reale dei consumatori e sulla spesa pubblica.

 

Yen ancora sotto i riflettori

In settimana si è di nuovo apprezzato lo yen portandosi a 142 contro il dollaro.

Il motivo: il principale partito di governo ha scelto Ishiba come suo leader.

  • Ishiba si è dimostrato propenso verso politiche monetarie restrittive e un aumento dei tassi.

Ricordiamo: nell’ultima riunione della Banca Centrale, il Giappone ha lasciato i tassi invariati a 0.25% con un’inflazione a 2.8%.

  • Il paese ha quindi bisogno di una politica di aumento dei tassi.

Perché è importante: l’andamento dello yen può creare pressione sulle aziende esportatrici in Giappone e costringe gli operatori finanziari a chiudere i carry trade.

  • Il carry trade consiste nel prendere a prestito capitali in una valuta a bassi tassi (yen) e investirli in valute a tassi alti (dollaro, sterlina, euro, ecc).

Pressioni sugli asset globali: l’andamento della valuta giapponese è estremamente importante perché un suo rafforzamento può portare a pressioni sugli asset rischiosi globali, come era successo in estate sugli indici azionari.


I temi da seguire

Dati macro: questa settimana sarà importante seguire i dati sul mercato del lavoro americano e ulteriori indici di salute dell'economia americana ed europea.

Andamento degli asset: come ogni settimana, anche la prossima sarà importante seguire i temi del momento per assicurarsi della loro continuità:

  • Settori ciclici vs. settori difensivi
  • Curva dei rendimenti obbligazionari 10-2 anni
  • Azionario cinese
  • Valuta giapponese (yen)


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