IL TORMENTO DEL GIOVANE TALENTO
Ho un amico che lavora per una grossa azienda di servizi il cui business è quello di aiutare gli studenti a conseguire la laurea.
Se hai un figlio un pò svogliato e anche fannullone lo mandi lì, dove uno stuolo di professori di seconda scelta si mette al suo servizio in cambio di fumanti bigliettoni.
Genitori e figli desiderano una laurea, gli iscritti sono molti ed il business va a gonfie vele.
Il mio amico è laureato, anzi, ha due lauree e l’x-factor ed il suo ruolo è quello sia di coordinare i “professori” sia di vendere lezioni.
Oltre ad essere molto preparato, è talmente abile a vendere che il management dell’azienda gli è terribilmente riconoscente omaggiandolo di:
Gli è talmente riconoscente che lo paga poco più di 1.000 Euro al mese, provvigioni comprese.
E’ abbastanza logico pensare che se un’azienda scopre di avere un talento tra le mani non dovrebbe farselo scappare e la tecnica del regalino o del finto complimento non lo aiutano certo a pagarsi un affitto milanese.
Come si fa a vivere soltanto di gloria?
E soprattutto come si fa a resistere in un’azienda dove i capi viaggiano col SUV e chi vende e tiene in piedi l’azienda muore di fame?
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Il talento in questione, infatti, pur facendo leva sui suoi sani principi di lavoratore accanito, quando lo senti parlare, al di fuori dell’azienda, esprime un odio quasi palpabile nei confronti di chi, pur dandogli un impiego, se ne approfitta, consapevole del fatto che “in giro” c’è penuria di lavoro e riciclarsi diventa ogni giorno impresa sempre più difficile.
Oggi la parola “sfruttamento” è molto in voga e surclassa di gran lunga la parola “riconoscimento”.
Il disprezzo per i giovani onesti e volonterosi è spesso palpabile così come la delusione di questi ultimi che, dopo sacrifici e lauree si trovano ad avere a che fare con un mondo fatto di millantatori che, come in questo caso, vendono “cultura” e finte speranze. (questo è il vero paradosso)
Il mondo va al contrario, gli ignoranti avidi e obsoleti, guidano arrogantemente il mondo togliendo ogni entusiasmo, speranza e sani principi a quei giovani che sono per bene e hanno investito su se stessi per crearsi un futuro migliore.
Oggi il mio amico mi ha telefonato dicendomi che si sente un fallito, non solo perchè è sottopagato, ma anche perchè lo stipendio è in ritardo (mentre affitto e bollette arrivano puntuali).
Amico mio, ti rispondo col cuore in mano, dicendoti che il fallito non sei tu, ma coloro che furbescamente hanno inventato un sistema che se ne approfitta e tradisce.
Amico mio, i tuoi sani principi, i tuoi valori, la tua dedizione ed il rispetto che mostri comunque e sempre rappresentano quanto di buono, esiste ancora nel nostro maltrattato paese.
Sii fiero di come sei, di come i tuoi genitori ti hanno cresciuto, lotta e continua così perchè sono le persone come te che, in silenzio, sono nate per creare un mondo migliore.