Il tuo Podcast di Successo in 4 Semplici Step
Sempre più podcast spuntano all’interno delle nostre librerie di Spotify, Apple Music e affini.
Numerosi personaggi di spicco, comprese le suore benedettine di Lecce con la loro Radio Orantes, hanno deciso di sfondare questa allettante frontiera comunicativa.
Sono sicura che anche tu, invogliatə da un simile fervore, ti sia fiondatə nella ricerca di consigli per avviare un podcast di successo. Incappatə nello spot tormentone di Maxi di Roberto Saviano, tuttavia, hai meditato di destinare i tuoi buoni propositi al 41bis.
Se però non ti sei arresə, carə scampatə al «… processo che ha sconfitto la mafia, solo su Audible Original», mi piacerebbe riprendere il discorso cominciato un po’ di tempo fa dalla nostra Roberta qui e svelarti alcuni trucchi per creare un podcast sconvolgente e a tratti allucinante!
Dunque, eccoti i 4 Semplici Step per ghermirli e nel web incatenarli (con buona pace di Jovanotti).
1. Strumenti
Ti piacerebbe ascoltare un audio rumoroso, basso e intercalato da interferenze? No, eh? E nemmeno ai tuoi papabili follower. Perciò, elemento imprescindibile per un buon podcast è un’attrezzatura di qualità. Basta davvero poco: un computer e un microfono. Se però ritieni che i device disponibili in casa siano sufficienti (tipo, un paio di AirPods e il tuo laptop), potrai sempre intervenire sulla traccia registrata in post-produzione, pulendo e migliorando il risultato con software come Audacity (te lo consiglio perché è gratuito e funzionalissimo).
2. Studio
Desideri che il tuo podcast sia originale e competitivo? Non perdere di vista ciò che è già sulla piazza!
Proprio perché in parallelo al quotidiano sorgere del sole, sorge un nuovo format, è necessario avere contezza dei competitor e magari anche un pizzico dei trend in voga sui social.
Con questo non intendo dire che il tuo estro debba snaturarsi inseguendo la moda del momento, ma che è opportuno studiare il nemico e trovare l’espediente, quel tocco inconfondibile, tale da rendere unico il tuo podcast. Devi affrontarlo con la stessa aria sorniona degli addetti alla filiera del Gran Ragù Star, sfidandolo a suon di: «Come lo fai tu, ma più in grande».
3. Scrittura
Lo sottolineo: un format ambizioso va pensato, progettato e scritto.
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Questo lavoro preliminare serve a individuare la linea editoriale da seguire, il pubblico a cui rivolgersi ed è una garanzia di coerenza. Non affidarti troppo all’improvvisazione, che in questo caso fa un po’ l’effetto del tartufo: è gustosa solo se centellinata – a meno che tu non abbia studiato recitazione (oltre ai competitor). Non vorrai mica trascorrere giornate intere a fare e disfare registrazioni, vero?
4. SEO
La S succulenta, la signora S, l’ho lasciata alla fine.
La S di SEO è la S psicanalitica, una novella compagna del Dottor S di Italo Svevo, quella infingarda che Scandaglia gli anfratti del tuo podcast per renderlo appetibile ai motori di ricerca.
Ho deciso di servirti la peperonata come dessert non per sovvertire il tuo regime gastro-intestinale, ma affinché ciò che sto per dirti lasci un’impronta durevole: scrivere il podcast è essenziale anche perché una rigorosa definizione del contenuto comporta una migliore indicizzazione da Google!
Presta attenzione al titolo del podcast e dei singoli episodi, individuando di volta in volta la parola chiave adatta a descriverne il contenuto (evitando le ripetizioni, che non sempre aiutano). Cura, inoltre, la descrizione, scegli la giusta categoria e inserisci i tag.
Per non scendere in tecnicismi, ti basti sapere che:
N.B. La sua visibilità potrebbe aumentare se lo diffondi con lo strumento messo a disposizione dalla società di Mountain View. Questo perché il buon Google ha l’occulto potere di inserirlo nella SERP (Search Engine Results Pages), la pagina dei risultati generata dal motore di ricerca.
Credo di averti detto tutto. Se pensi che io non lo abbia fatto, non osare chiedermi la parola che mondi possa aprirti, citando il buon Montale, perché da me che voi, io, al massimo, te posso da’ dei suggerimenti (semicit.).