Web, Business e relazioni sociali. Come cambiano, o forse no.

Web, Business e relazioni sociali. Come cambiano, o forse no.

In passato si è parlato a lungo delle conseguenze nefaste che nel vicino futuro avrebbero subito le relazioni sociali a causa del web. Dacché i mass-mediologi hanno memoria della propria stessa esistenza come studiosi, la tecnologia della comunicazione ha sempre intimorito. Prima la TV ha tolto le persone dalle piazze e dai cortili, dividendole in piccoli gruppetti, riuniti nelle case dei pochi fortunati che si potessero permettere l’apparecchio. Man mano il boom economico cancellò questa fruizione condivisa, sparpagliando televisori come bene comune, a volte addirittura dividendo la stessa famiglia tra il televisore della camera da letto e quello della sala. 

Poi arrivò lui, Internet il Terribile, a sconvolgere le nostre esistenze e gettare panico tra coloro che a fatica si erano appena ripresi dal trauma TV. E giù di moniti e messe in guardia da parte dei vari Nostradamus della Comunicazione. Ora il fenomeno “vita sul web” non appartiene più all'immediato futuro, è presente puro, anche un po’ passato, quantomeno abbastanza passato per poter tirare le prime rudimentali somme.

Scherzi a parte, a scanso di equivoci mi sento di dover dire che sono tra i promotori del buon senso, quelli de “il troppo stroppia”, sempre. Non metteremmo mai un infante davanti ad un Tablet tutto il giorno, come però non piangiamo nemmeno il lutto della buona vecchia chiacchierata al bar. Al bar a chiacchierare ci andiamo, ma se prima mandiamo un invito sulla chat di gruppo, il locale lo scegliamo tramite le recensioni su una app e ci serviamo di un’altra ancora come navigatore, tanto meglio per noi.

E tra aziende? Il b2b come reagisce di fronte a questa nuova piazza? Io vedo solo opportunità, da un lato e dall'altro del mercato. Il cliente - consumatore o azienda che sia - acquisisce sempre più potere: ha più informazioni e sempre più modi per conoscere chi c’è dall'altra parte. Il fornitore, dalla sua, ha modo di profilare ancora meglio, ma soprattutto - ed è questa la vera genialità del web - di farsi trovare.

Così, in realtà, tutto torna alle origini, alla naturale e spontanea comunicazione old style: la relazione, anche e soprattutto commerciale, ce la giochiamo sull'empatia, sull'affinità, sull'immagine che diamo e sull'atteggiamento che mostriamo, su CHI SIAMO. Non è forse meraviglioso? Ciò che occorre comprendere, e poi farne tesoro, è che oggi più che ieri, qualunque sia il canale, qualunque sia lo strumento che frapponiamo tra noi e gli altri, le relazioni si giocano sull'empatia.

La relazione commerciale può essere portata alla spontaneità di una chiacchierata davanti ad una buona tazza di caffè. Non è scontato, non è comune. Ma è possibile. Non è forse assurdo come tutti siano in grado di sorridere al bar e altrettanto spontaneamente sembrino incapaci di empatia sul lavoro? Ecco, il Web ci salva dalla spersonalizzazione, non è nient’altro che un amplificatore del carattere. Come nel resto delle relazioni interpersonali, troveremo fornitori che ameremo fin dal primo momento, altri che capiremo fin da subito di voler evitare; clienti che ci daranno poco per volta gli indizi per trovare la chiave della loro soddisfazione, altri ancora che giungeranno da soli attratti da noi. Nulla di diverso da ciò che accade faccia a faccia, solo amplificato a livello globale. Unica controindicazione: non c’è scampo all'essere se stessi. C’è chi gioisce e c’è chi perisce.

Ora siamo davvero sicuri di non voler curare la presenza online del nostro brand - personale o aziendale che sia? Meditiamo.




Antonio Palmarini

Imprenditore seriale e Founder di askjinn.ai

5 mesi

Isabella, Interessante, grazie per la condivisione!

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