INCERTEZZA E BASSA VOLATILITA’

Difficile trovare, ogni giorno, degli spunti di riflessione interessanti, considerato che il mercato dei cambi resta ancorato nei range delle ultime settimane. Però nelle ultime due o tre sedute, era emersa una certa avversione al rischio che faceva pensare ad un aumento della paura e della tensione legata soprattutto all’aumento importante e per certi versi impressionante, dei casi di Covid nel mondo. Se è vero che si fanno decisamente più tamponi rispetto al mese di Marzo (circa 10 15 volte tanto), è altrettanto vero che siamo talmente assuefatti dai numeri che leggere di 20 mila contagi in un giorno in Gran Bretagna, seguita a ruota da Francia e Spagna, e più indietro, ma comunque su numeri rilevanti Italia e Germania, non sembra provocare alcun effetto a chi comunque investe, compra titoli, obbligazioni etc etc. Il risk off infatti, sembra poco significativo, con un mercato azionario ancora forte e tranquillamente vicino ai massimi, un gold che sappiamo essere in controtendenza rispetto alla correlazione storica, ovvero scende con il risk off e sale sul risk on, perché considerato un asset di copertura delle posizioni long di equity. Sulle valute, la ripresa del dollaro sembra essere decisa e solida, ma onestamente a ben vedere sembra che non sia impulsiva come si potesse pensare e per ora le resistenze cruciali sono ancora intatte. Nessuno invoca la paura e l’avversione, ma il problema è che, come spesso è accaduto in passato, il rischio che il panico colpisca i mercati tutto in una volta e rapidamente, non è da sottovalutare. L’equilibrio, in un mondo globalizzato, è una chimera, specie nei momenti di panico. Per ora comunque le principali coppie di valute sembrano restare nel solito trading range con l’EurUsd che si è mosso all’interno dei livelli determinati per esempio dalla volatilità implicita delle opzioni, ovvero tra 1.1690 e 1.1830 e solo la violazione del supporto, potrebbe far pensare ad una accelerazione verso il punto chiave di medio termine, vero ago della bilancia tra rialzisti e ribassisti, ovvero 1.1600 10 area che ancora pare lontana. Lo stesso Cable non sembra capace di rompere i livelli chiave, per ora posti a 1.3075 85 al rialzo e a 1.2835 45 al ribasso, oltre il quale potremmo scendere sui minimi di periodo posti a 1.2685. Il condizionale è sempre d’obbligo cari amici perché ogni giorno assistiamo a contro movimenti velocissimi legati alle dichiarazione sulla Brexit, o sul Covid, oppure sulla necessità di tassi negativi da parte della Boe, etc etc. E’ questo, di fatto, un mercato “news driven”, nel quale basta un leggero spostamento d’aria per provocare una reazione velocissima e impossibile da prendere se non con degli algoritmi dedicati. La ragione è proprio legata alla compressione di volatilità che sta caratterizzando questa fase storica. Tutti attendono notizie, che non arrivano,o che quando arrivano provocano movimenti rapidissimi che poi si fermano e in seguito ci vogliono ore e ore per vedere anche 10 15 pips di oscillazione. Siamo già passati da mercati del genere, nella nostra lunga militanza sui mercati, e la soluzione, forse, in questi casi, sarebbe lavorare sugli eccessi per prendere i contro movimenti, utilizzando sempre una leva adeguata, ovvero sufficientemente bassa, da non rischiare di subire l’aumento di vola contro la propria posizione. Per il resto sembrerebbe sia possibile operare contrarian sui livelli statici o dinamici, durante le fasi di mercato meno volatili, e coprirsi con hedging ben studiati nel caso il mercato parta contro. Ma per fare questo occorrono competenze e capitalizzazione adeguata e non è certamente una strada che tutti possono seguire. Sul fronte notizie, segnaliamo oggi le prossime elezioni neozelandesi che si terranno questo week end. Servono 61 seggi per governare, dato che sono presenti 120 seggi in Parlamento. Gli ultimi sondaggi rivelano che il partito laburista di Jacinda Ardern potrebbe ottenere una maggioranza insufficiente, contando probabilmente su circa 59 seggi. Il National Party, invece, è guidato da Judith Collins, che dovrebbe ottenere, secondo gli exit polls, 40 seggi, mentre i restanti 21 potrebbero essere distribuiti tra l’Act Party e il Partito dei verdi, candidati ad averne rispettivamente 10 e 11. Per questa ragione, si parla insistentemente di un accordo di governo tra la Ardern e i Verdi, una coalizione di centro sinistra abbastanza stabile. I mercati hanno paura dell’incertezza e per questa ragione il rischio per il dollaro neozelandese, sarebbe una vittoria incerta e risicata. Vedremo cosa accadrà. Buon trading e buon fine settimana.


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