Include Future.
Prevedere il futuro è uno dei grandi sogni dell’umanità, da sempre. Che si stia parlando del meteo o dei trend di consumo che ci attendono, riuscire a leggere segnali forti o deboli e anticipare i cambiamenti è una cosa che è sempre stata a metà fra l’arte, la scienza e la superstizione.
Uno psicologo della Cornell University, Daryl Bem, ha addirittura condotto una serie di test sulla precognizione e la premonizione, nel tentativo di dimostrare che gli umani possono davvero conoscere il futuro. In fondo quando ci rivolgiamo ad accademici, studiosi e opinionisti, il nostro scopo è quello. Sapere se pioverà o se l’inflazione si fermerà e anche se tornerà di moda il blu.
Leggevo un po’ di tempo fa di Philip Tetlock, un famoso politologo esperto in “materia”. Per capire cosa serve per fare delle previsioni efficaci, Tetlock ha analizzato per vent’anni l’accuratezza delle previsioni di eventi geopolitici fatte da esperti e non. Il suo studio ha evidenziato quali sono alcune delle caratteristiche fondamentali che rendono certe persone più accurate e “affidabili” di altre. A quanto dice la ricerca, l’ideologia non conta; infatti, lo psicologo politico ha scoperto che il modo in cui si pensa è più importante di quello che si pensa.
Il modo in cui si pensa nel nostro lavoro è essenziale, soprattutto quando vogliamo creare guardando in faccia il futuro.
È alla base della creatività e si unisce alla dote dell’immaginazione che, inevitabilmente, si traduce poi in visione. Sostanzialmente in comunicazione.
E proprio a proposito di futuro, ci aspettano enormi cambiamenti nel modo in cui comunichiamo (e pensiamo), sia come individui sia come aziende. Il Metaverso, l’Intelligenza Artificiale e le “superintelligenze” si stanno rivelando due grandi prospettive di sviluppo che stanno già avendo un impatto significativo – di cui ci preoccupiamo troppo o troppo poco?
Siamo sinceri: quanti di noi professionisti della comunicazione potevano anche solo immaginare che ci avrebbero portato dove siamo adesso? E quanti di noi hanno il coraggio di dire con assoluta certezza dove saremo anche solo fra due anni? La risposta è che comunque la si veda, il modo in cui pensiamo (e comunichiamo) deve abbracciare la tecnologia ma anche tornare ad apprezzare nuovamente ciò che ci rende umani.
Al netto di scenari catastrofici – della serie, l’AI può essere l’ultima invenzione a cui l’umanità mette mano, poi le macchine saranno molto più brave di noi e potrebbero dare forma al futuro secondo le loro preferenze – questa integrazione tra umanità e tecnologia è l’unica strada per far leva sullo sviluppo dell’economia e della società. Ne abbiamo parlato recentemente al 12° Forum WPP | The European House – Ambrosetti, dedicato all’attrattività del sistema Paese, con esperti, professionisti e CEO.
Esperienze digitali, neuroscienze, linguaggio, filiere economiche, lavoro: sono tanti i settori in cui l’AI verrà impiegata e sarà determinante.
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Come emerso dal paper diffuso e da altri documenti veramente interessanti presentati durante il WPP Forum di qualche giorno fa, nei prossimi anni il mercato dell’Intelligenza Artificiale crescerà a un tasso del +39%, raggiungendo entro il 2030 un valore x20 volte superiore rispetto al 2021 e noi, professionisti di un settore dinamico per antonomasia, dobbiamo essere pronti. Perché questo tipo futuro può reinventare l’intera industry, aprendo la strada a un’espressione umana migliore e più accessibile e ampliando al massimo il nostro potenziale creativo.
WPP for Future
Vi propongo alcune letture stimolanti su progetti e approfondimenti di talenti WPP in tutto il mondo:
Generative AI: a new phase of innovation: in questa stimolante tavola rotonda Stephan Pretorius, Global CTO di WPP, e alcuni ospiti hanno dialogato su come l’applicazione dell’AI all’intuizione umana può fornire rapidamente le migliori soluzioni anche all’interno dell’industria creativa.
Proprio per valorizzare queste potenzialità, WPP quest’anno ha annunciato una partnership con NVIDIA per sviluppare un motore di contenuti che sfrutta l'intelligenza artificiale al fine di consentire ai team creativi di produrre contenuti commerciali di alta qualità in modo più rapido, efficiente e su larga scala, rimanendo pienamente allineati con il brand di un cliente.
Da segnalare anche l’evento “Doing data differently at WPP”, a cui ha partecipato Di Mayze, Global Head of Data and AI di WPP, sull’importanza dei dati e della loro selezione e varietà anche in relazione all’Intelligenza Artificiale e al suo utilizzo.
Se si pensa a ciò che il mondo ha attraversato negli ultimi anni, l’impatto sul commerce è uno dei cambiamenti più notevoli. Ora disponiamo dei dati per capire esattamente dove e come le persone attivano nel Commerce, come spiega in questo articolo Beth Ann Kaminkow, CEO globale di VML Commerce di WPP. Ma non possiamo sottolineare la creatività necessaria per progettare una customer experience (CX) avvincente e in grado di convertire, indipendentemente dal canale.
Intelligenza artificiale e creatività si possono unire anche per sostenere cause sociali importanti. Un esempio tra i tanti progetti sviluppati da WPP è l’iniziativa RGBlack di AKQA, una piattaforma che affronta il modo insoddisfacente in cui la tecnologia cinematografica cattura tutte le tonalità della pelle e aiuta a sviluppare un nuovo standard di acquisizione delle immagini per i digital creator.