Informazioni e dati: verso una nuova “alfabetizzazione”
Vorrei iniziare questo articolo con un’affermazione ben precisa: i Chief Data Officer (CDO, che però non sono da confondere con i Chief Digital Officer che usano la stessa sigla ma fanno un mestiere ben diverso) e, in generale, chi in azienda ha la responsabilità del “data analytics” (dati, informazioni e analisi correlate), devono farsi promotori di una cultura aziendale che diventi veramente “alfabetizzata” in relazione ai dati e che valorizzi le informazioni come una risorsa fondamentale e da sfruttare, proprio come se fosse una materia prima: oro, acciaio o petrolio.
Non sorprenda la parola “alfabetizzazione”
Normalmente si parla di alfabetizzazione quando si impara a leggere e scrivere. Un’alfabetizzazione di base era forse sufficiente nel 1900 e, purtroppo, ancora oggi in alcune zone dell’Africa (nel Niger, nel 2015, gli analfabeti con oltre 15 anni di età erano l’81%!).
Però, dalle nostre parti, l’alfabetizzazione non può più essere solo definita come la capacità di leggere e scrivere. Non a caso, si parla sempre più frequentemente di “analfabeti funzionali”, ovvero di persone che apparentemente sanno leggere e scrivere e che credono di comprendere il significato di ciò che leggono, ma che, in realtà, non sono veramente in grado afferrare il vero argomento della discussione e soprattutto le sue implicazioni sociali, economiche, culturali o personali. In partica leggono ma non capiscono. Ma sono ancora più pericolosi perché non si pongono il problema di non aver capito.
Analogamente, ci sono oggi molti altri tipi di “alfabetizzazioni” che le persone in azienda dovrebbero fare propri per risolvere problemi, sfruttare opportunità, acquisire conoscenze. L’alfabetizzazione in relazione ai “dati” – definita come la capacità di leggere, scrivere e comunicare dati utili e sensati in un contesto aziendale e di mercato – diventa quindi oggi un’abilità tra le più importanti in un’organizzazione.
Secondo Gartner, entro il prossimo anno, l’80% delle aziende che vorranno continuare ad essere rilevanti dovrà avviare un progetto di sviluppo delle competenze nel campo dell’alfabetizzazione dei dati. Ormai, la maggior parte delle aziende, siano esse produttive o commerciali, ha identificato la necessità di creare delle pratiche di lavoro basate sui dati e ciò si riflette nella crescente nomina di Chief Data Officer, i quali rappresentano una sorta di “angelo custode” del dato, in qualità di responsabile della gestione, fruizione, comprensione e attivazione del dato in azienda.